Borsoi: Ducati addio, la CRT il futuro

Parla il d.s. di Aspar: due giorni di test per le ART di Noale. Nuovo telaio al debutto

Borsoi: Ducati addio, la CRT il futuro

A poco più di due mesi dall’inizio del motomondiale, l’universo CRT sta prendendo lentamente contorni più definiti. L’unica rappresentante della nuova categoria in pista agli imminenti test di Sepang sarà la BMW Suter del team Forward, con Colin Edwards, mentre è incerta la presenza di altri. Contemporaneamente, le ART di Aspar proveranno a Valencia il 30-31 gennaio.

“Putroppo siamo partiti un po’ in ritardo – ha detto Gino Borsoi, direttore sportivo del team Aspar – La moto è stata ultimata e accesa per la prima volta ieri sera, e partirà oggi alla volta della Spagna. Era impensabile essere in pista a Sepang, perché avremmo dovuto spedire tutto il materiale entro il 15 gennaio.

Sulle curve del circuito Ricardo Tormo, Aleix Espargaró e Randy De Puniet proveranno le ‘cugine’ della RSV-4. “Al momento, abbiamo solo due moto – ha spiegato Borsoi – Una versione simile alla Superbike, che De Puniet aveva già provato a Jerez, e una con un nuovo telaio prototipo di tecnologia Aprilia.

Come aveva anticipato Gigi Dall’Igna, il passaggio alle gomme Bridgestone ha richiesto interventi strutturali. “La CRT provata da De Puniet a Jerez ha evidenziato delle problematiche con i pneumatici. A Valencia faremo dei raffronti tra le due moto per capire se il nuovo telaio vada bene. Se avremo risposte positive, la produzione di nuovi telai per il resto delle moto partirà dopo il 31 gennaio. In ogni caso, non potremo avere materiale di scorta in tempo per il secondo test di Sepang (a partire dal 28 febbraio, ndr). Avevamo in programma di essere presenti per quella data, ma viste queste problematiche era più logico rimanere in Europa invece che rischiare di buttare 3 giorni di test”.

L’origine di questo ritardo sta nella decisione tardiva del team Aspar di concludere il proprio rapporto con Ducati e scommettere sulla nuova categoria introdotta dalla Dorna. “Eravamo intenzionati ad andare avanti con Ducati. Avevamo proposto di portare avanti una moto sola, in leasing, ma non siamo riusciti a raggiungere un accordo. Dopo Motegi abbiamo dovuto correre ai ripari per rimanere nella classe regina, ma il team Aspar continua ad avere buonissimo rapporto con Ducati. È dispiaciuto a entrambi chiudere il rapporto, perché avevamo un progetto a lungo termine, ma vista la situazione economica non siamo riusciti a trovare un punto d’incontro.

Il team Aspar presto ritroverà alcune vecchie conoscenze Ducati in pista. “Saremo a Jerez insieme a Ducati dal 20 al 22 febbraio. Poi proveremo ad Aragon, dall’8 al 9 marzo, forse in compagnia delle CRT di Gresini e Sacchi. Poi di nuovo a Jerez, dal 23 al 25 marzo, nei test ufficiali con tutte la MotoGP. In tutto faremo 10 giorni di prove, uno in più rispetto alle moto ufficiali”.

Basterà a colmare il distacco che attualmente separa le CRT dai prototipi? “Non vogliamo sfigurare. Per quello che abbiamo visto a Jerez, non credo saremo troppo distanti, ma sinceramente le moto ufficiali saranno più competitive. Noi puntiamo a essere i migliori tra le squadre CRT. Poi in circuiti più guidati, corti e con pochi rettilinei, forse potremo stare davanti a qualche moto ufficiale”.

Quasi certamente persa dal punto di vista agonistico, la scommessa dei team CRT va però considerata anche in ottica futura. Eventuali cambiamenti regolamentari, come la vociferata introduzione di una centralina unica, potrebbero ridimensionare radicalmente l'impegno delle case costruttrici in MotoGP, favorendo chi avrà più esperienza con le CRT. “Saremo avvantaggiati nel 2013, quando entreranno altre squadre CRT. È un’occasione per i team privati di fare un bagaglio di esperienza che con le case ufficiali era limitato. Nonostante avessimo un ottimo rapporto con i nostri tecnici, erano personale Ducati. Invece, in questo caso, siamo noi i padroni del progetto. Aprilia ci aiuterà per migliorare la moto e avere aggiornamenti, ma lavoreremo con tecnici nostri. Stiamo ponendo le basi per essere indipendenti, creando un gruppo di ingegneri che porterà avanti altri progetti, forse anche in Moto2 e Moto3. Quest’anno dovremo soffrire. Ma poi saranno gli altri.

Ai posteri l’ardua sentenza.

Articoli che potrebbero interessarti