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Domenicali: la nuova MotoGP

Il dg di Ducati: "se rimanessero solo le CRT usciremo dal campionato"

MotoGP: Domenicali: la nuova MotoGP

Se Valentino Rossi è il primo attore e Filippo Preziosi lo scenografo dello spettacolo che Ducati porta in giro per il mondo, il ruolo di Claudio Domenicali è quello del regista. Il Direttore Generale della Casa di Borgo Panigale lavora dietro alle quinte, ponendo le basi per cui ogni spettacolo si trasformi in un sold out. C’è molto di suo dietro l’impegno profuso da Ducati per uscire dalla crisi in cui è piombata nel 2011: “potevamo scegliere, andare avanti o accontentarci, abbiamo scelto di rilanciare e investire nello sviluppo più di quanto avessimo mai fatto – afferma – Quanto? Il 40, 50% in più e questo ci ha permesso di portare a casa un insieme di conoscenze che no avremmo mai avuto”.

Anche a costo di rinunciare alla vostra caratteristica, il motore portante. Nessun ripensamento?

Abbiamo scelto una struttura perimetrale perché consente di fare molti cambiamenti senza il vincolo dei motori contingentati. Col tempo potremmo tornare al monoscocca, ma questo non significa che lo faremo sicuramente”.

La nuova Panigale però adotta questa soluzione, perché?

Su una moto stradale utilizzare la soluzione del motore portante porta a un vantaggio che non è dato da nessun altro tipo di telaio. Consente una grande diminuzione del peso, sulla Panigale abbiamo tolto 5 kg solo con il nuovo telaio, e nelle moto di serie la dinamica di guida è totalmente legata al peso. Su quelle da gara bisogna invece confrontarsi con il peso minimo imposto, quindi paradossalmente i prototipi sono più limitati dei corrispettivi di serie e non traggono gli stessi vantaggi da questa innovazione”.

E’ stata solo la maggiore leggerezza a portarvi verso il monoscocca?

No, offre anche altri vantaggi, come quelli di raffreddamento e layout, per questo è possibile che in futuro torneremo a prendere in considerazione questa soluzione”.

La MotoGP sembra essere vicina a una svolta epocale, cosa pensate di un campionato composto solo da CRT?

E’ un tema su cui stiamo riflettendo con attenzione, se il campionato si evolvesse in una direzione per cui sarebbero ammesse solo CRT e quindi motori derivati dalla serie con la scelta obbligata di usare un 4 cilindri per essere competitivi, questo per noi significherebbe uscire dal campionato”.

Qual è l’alternativa?

Stiamo ragionando su scenari alternativi insieme all’organizzatore, anche perché credo che un campionato abbia l’interesse a mantenere, pur con costi minori, lo sviluppo di motori prototipi”.

La parola d’ordine sembra essere riduzione dei costi.

La MotoGP sta affrontando un momento complicato a causa della crisi economica, ma è difficile avere un controllo dei costi in un campionato che permette di sviluppare tecnologia e vede la partecipazione della più grande Casa motociclistica del mondo”.

Valentino Rossi, Claudio Domenicali, Nicky Hayden, Vittoriano Guareschi, Filippo PreziosiUna soluzione esiste?

Sì, ma non è semplice. Per limitare lo sviluppo tecnologico di un campionato occorre modificarlo radicalmente. Guardiamo al caso della Nascar o delle serie americane: si corre con macchine sensibilmente meno costose della Formula 1, ma sono campionati diversi, fatti per lo spettacolo dove non c’è l’interesse delle case”.

In Superbike però gli investimenti sono sensibilmente minori.

In SBK si può competere con costi sensibilmente inferiori rispetto alla MotoGP solo perché esiste il campionato prototipi. Quando nel motomondiale si correva ancora con le 500, la Honda spendeva più in SBK per lo sviluppo, questo significa che è difficile limitare i costi esclusivamente attraverso il regolamento tecnico”.

Avrete però qualche proposta.

Un livellamento delle prestazioni è possibile, ma a scapito dello sviluppo tecnologico. Una soluzione potrebbe essere quella di limitare i giorni di prove alla casa che ha vinto il Mondiale l’anno prima, oppure quello di zavorrare le moto più competitive. Il sistema del peso può garantire certamente il compattamento della griglia e l’ingresso di nuove Case, gli altri sono più aleatori. In un momento di difficoltà questa sarebbe una soluzione accettabile, anche se andrebbe a discapito della ‘purezza’ del campionato”.

C’è già una posizione comune fra le Case aderenti all’MSMA? Essere divisi potrebbe essere la vostra debolezza.

Non c’è ancora uno scenario delineato in questo momento, stiamo sviluppando una serie di ragionamenti ma non hanno ancora portato a  una proposta comune. Penso che quello che occorre sia un programma di risanamento, in modo che chi è dentro possa stare bene e contemporaneamente che invogli nuovi costruttori a entrare”.

Passiamo ai piani industriali di Ducati, cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi anni?

Stiamo andando in diverse direzioni e stiamo seguendo un piano di sviluppo prodotto che arriva fino al 2016. Si tratta di un mix di prodotti tipici del nostro marchio e di espansioni di gamma. Anno per anno quindi alterneremo prodotti più mirati ai ducatisti storici a quelli che si rivolgeranno a chi non è ancora, per vari motivi, nostro cliente”.

Si parla spesso di un maxiscooter Ducati, lo vedremo mai?

Non da qui al 2016, ma è comunque un prodotto a cui guardiamo con interesse”.


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