Preziosi: non sarà la moto di Valentino

Sulla nuova Desmosedici: "una Ducati al 100%, frutto del lavoro di squadra"

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Le nevi si addicono al direttore tecnico Filippo Preziosi, che come il più navigato degli slalomisti riesce a dibblare con grazia ed eleganza le domande più scomode come fossero i paletti in una discesa. Anticipa i quesiti per non farsi cogliere impreparato e sa quando usare l’ironia per non svelare più di quanto voglia. Alle sue parole era affidata la descrizione della nuova Desmosedici, assente a Madonna di Campiglio, ma l’immaginazione è stata messa a dura prova dall’enigmatico ingegnere.

Giornalisticamente la nuova moto non è molto interessante – si schermisce con un sorriso – visivamente era molto più innovativa la GPZero portata in pista nei test di Valencia. Avrà il telaio perimetrale in alluminio e il forcellone in carbonio, anche la carena sarà esteriormente simile alla vecchia

SOTTO IL VESTITO CAMBIA TUTTO

Le carene allora cosa nasconderanno?

Il numero di pezzi nuovi è certamente molto superiore rispetto a quanto visto a Valencia, dove avevamo realizzato una moto utilizzando le vecchie parti per una precisa scelta, quella di capire quali fossero i vantaggi del solo telaio perimetrale tendendo fermo tutto il resto. Sulla nuova moto le uniche componenti in comune con la precedente saranno l’avantreno e il gruppo ruota posteriore. Cambiano telaio, motore, serbatoio, forcellone, tutto per arrivare al risultato che ogni valore ciclistico possa essere regolato intorno al parametro che abbiamo ritenuto fosse più opportuno”.

In che senso?

Durante la scorsa stagione abbiamo fatto una serie di prove che ci hanno portato a regolare la moto sempre vicino ai valori limite concessi dal progetto. Utilizzavamo sempre le regolazioni più estreme e questo non ci consentiva di andare oltre, dove le informazioni dei nostri piloti ci portavano. Abbiamo quindi spostato il range di intervento verso la direzione che ci serviva. La nuova moto partirà con regolazioni che saranno al centro della loro nuova gamma di possibilità. Il difficile sarà trovare quella che renderà la moto competitiva, scartando tutti le altre”.

Che anno è stato il 2011?

Molto impegnativo, ma in cui abbiamo raccolto molte informazioni e seguito un programma coerente di test, che si è concluso a Valencia con il debutto della GPZero. Questa è stata una prova molto importante che ci ha permetto di definire gli obiettivi di progettazione della moto che stiamo assemblando in questi giorni e che porteremo a Sepang. I nostri piloti in Malesia avranno a disposizione anche la GPZero per fare le dovute comparazioni”.

In pochi mesi avete stravolto un intero progetto, non c’è la paura di avere fatto le cose troppo in fretta?

Quella che ci accingiamo ad affrontare è una sfida molto impegnativa. Dal concept di una moto per arrivare alla prima gara di solito passano 2 anni, il nostro sarà invece un percorso a tappe forzate che siamo fiduciosi di percorrere con successo. È una scelta coraggiosa ma non impossibile e la Ducati ha già dimostrato di potercela fare”.

Quella che vedremo a Sepang sarà una moto laboratorio?

No, io mi aspetto che questa sia la moto base, poi introdurremo sicuramente delle novità nel corso della stagione che però non la stravolgeranno. Durante i test invernali dovremo definire una base solida per non usare le gare come test come successo l’anno scorso. Da questo punto di vista il regolamento ci darà una mano, permettendoci alcune giornate supplementari di prove con i piloti ufficiali”.

La nuova moto sarà già a disposizione dei team satelliti o inizieranno la stagione con la GPZero?

Come da nostra filosofia, ai piloti del team satellite forniremo la moto di cui siamo sicuri del corretto funzionamento, quindi inizieranno la stagione con la GPZero, anche se con alcune modifiche”.

La prossima settimana Franco Battaini e Carlos Checa saranno a Jerez, con quale moto?

Proveranno quello che sarà più interessante”.

UN TELAIO ALLA GIAPPONESE

La novità più eclatante sarà il nuovo telaio che significa lottare sullo stesso campo dei giapponesi, non li temi?

Sappiamo che i nostri avversari hanno grande esperienza, pluridecennale nel caso del telaio perimetrale che per noi invece è una novità. Partono da una situazione di vantaggio e sicuramente hanno lavorato molto sulle mille. Il punto è che non basta fare bene il proprio lavoro, ma farlo meglio degli altri, soprattutto se gli altri sono Honda e Yamaha”.

Dal punto di vista ciclistico ci dobbiamo aspettare ulteriori novità a breve?

Stiamo già lavorando per sviluppi futuri che introdurremo in alcuni casi già nei test invernali a Jerez e in altri nelle prime gare”.

Perché non avete continuato con il carbonio?

"Come abbiamo visto, non c’è una grande differenza fra i due materiali, la scelta fra i due dipende dagli obiettivi che ci si prefigge e anche dalle forme che si vogliono realizzare, in questo momento, visto anche il regolamento, l’alluminio è la soluzione migliore”.

Questo significa che potremo di nuovo vedere in MotoGP una Ducati con motore portante?

Non lo escludo, ma sicuramente non nella prossima stagione”.

SUL MOTORE NESSUNA RIVELAZIONE

Com’è cambiato il motore? Si parla di un diverso posizionamento e si ipotizza una V fra i cilindri più stretti.

Sull’angolo della V manterremo il segreto, come fanno anche le altre Case. Per quanto riguarda il posizionamento, il nuovo telaio ci permetterà maggiore libertà e il propulsore è stato spostato nella posizione che abbiamo ritenuto più opportuna”.

Sei soddisfatto delle prestazioni del nuovo motore 1000?

La potenza sarà abbastanza, del resto già con l’800 in molti circuiti riuscivamo a usare tutta la potenza solo in rettilineo. Più che la potenza è la coppia a cambiare soprattutto”.

Sarà un motore più morbido, più guidabile?

Un motore 1000 con un alesaggio identico all’800 per sua natura ha una guidabilità maggiore, anche se oggi questo aspetto deriva soprattutto dalla gestione di base dei motori, a monte dei controlli di trazione, e in questo la tecnologia è abbastanza traslabile fra le due cilindrate. Questo è un campo su cui ci stiamo impegnando molto e su cui avremo delle novità già a Sepang”.

TANTE MOTO, UNA SOLA GOMMA

Quanto hanno influito i pneumatici sulle vostre prestazioni?

Sicuramente il pneumatico in un campionato con un unico fornitore è un elemento molto importante perché stravolge la progettazione. Una volta si parlava col costruttore e si sceglieva quale pneumatico fosse il migliore per una certa moto, ora invece il pneumatico è un dato di fatto e bisogna costruirci intorno la moto. Quando poi si è di fronte a un prodotto molto particolare, come nel caso della Bridgestone, anche la progettazione diventa molto particolare”.

Non servirebbe un maggiore collegamento fra le Case e la Bridgestone?

Questa è un’interazion importante e penso che in questo senso Ezpeleta abbia fatto un’ottima scelta affidandosi a Capirossi nel ruolo di consulente. Loris è un pilota che conosce perfettamente le MotoGP e le Bridgestone e penso possa essere un elemento importante per indirizzare lo sviluppo verso una direzione consona per il nostro campionato. Già si vedono i primi risultati, con una Bridgestone reattiva come non mai e a Sepang vedremo qualcosa di nuovo e interessante”.

Con una gomma diversa nel 2011 avreste potuto essere al vertice?

Una gomma radicalmente diversa produce risultati radicalmente diversi, bisogna poi vedere in quale direzione. La Bridgestone non sta facendo gomme diverse per la situazione della Ducati, ma per le richieste fatte da tutti i piloti e Loris si sta muovendo nel senso dell’aumento della sicurezza e dello spettacolo”.

Valentino Rossi e Filippo PreziosiI PILOTI FANNO LA DIFFERENZA

Non vi aspettavate qualcosa di più dall’arrivo di Rossi in Ducati?

Non pensavamo che Valentino risolvesse tutti i problemi appena salito sulla moto, ma che con la sua esperienza ci potesse fornire una serie di informazioni importanti per fare una moto più competitiva. Sotto questo aspetto, comunque andrà a finire questa sfida, penso che il bilancio sia già positivo”.

Però quella di quest’anno sarà la prima Ducati di Valentino, sviluppata da lui.

Non credo che questa sarà la moto di Valentino, questa definizione è più mediatica che reale. Lui stesso ha detto che sono i progettisti a decidere come fare la moto in base alle sue informazioni. La nuova moto sarà una Ducati e sarà il mezzo che noi riteniamo il migliore per i nostri due piloti. Poi dovremo confrontarci con i nostri avversari e niente è scontato, ma il nostro l’impegno non cambiarispetto agli anni scorsi”.

Il pilota fa ancora la differenza?

Il motociclismo penso che sia uno degli sport motoristici dove il pilota ha un impatto più grande e questo lo si vede spesso dal fatto che in MotoGP non c’è una Casa che domina con tutti i suoi piloti, basta guardare i risultati di Stoner ed Elias, è un caso emblematico. Ritengo che ancora oggi il pilota faccia la differenza e non solo nella prestazione pura.

LA NOSTRA FORZA E’ LA SQUADRA

Non hai paura che se i risultati tardassero ad arrivare la squadra rischierebbe di sfaldarsi?

I risultati sportivi sono il miglior collante possibile, la vittoria ha molti padri e la sconfitta è orfana. In realtà non ci aspettiamo un risultato stratosferico immediato e la nostra struttura è già stata messa alla prova in questo senso. Siamo abituati a soffrire, Nicky da questo punto di vista è un esempio per tutti noi del modo in cui i risultati si ottengono tenendo duro nei momenti di difficoltà. Se abbiamo fatto un lavoro come questo è stato possibile solo grazie a un gruppo eccezionale formato dai nostri piloti,  la squadra,i progettisti e gli sponsor. Sono abituato sempre a vedere il lato bello e quello di questa stagione è stato l’unità di questo gruppo, pur con prestazioni agli antipodi di quello che ci aspettavamo  e penso questa sia la condizione basilare per fare qualcosa di buon in futuro”.

Ma l’importante non è vincere?

Noi partecipiamo alle competizioni per promuovere il proprio marchio, e questo lo si fa con i risultati, ma soprattutto per incrementare le proprie conoscenze. Quest’anno ha spinto l’azienda a compiere alcune scelte importanti e interessanti dal punto di vista ingegneristico, per cui credo che oggi la Ducati come azienda valga di più dell’anno scorso, perché ha un bagaglio di informazioni molto più grande e che non hanno neanche i giapponesi. Adesso dobbiamo usare queste conoscenze per vincere

Il distacco da Honda e Yamaha nella scorsa stagione era grande, riuscirete a colmarlo?

Sicuramente è un gap importante e amplificato da fatto di avere scelto di sacrificare le prestazioni per effettuare delle prove durante i Gran premi, anche il fatto di avere cambiato moto nel corso della stagione non ha sicuramente aiutato. Questo gap si può ridurre grazie al lavoro che stiamo facendo, ma contemporaneamente i nostri rivali si stanno impegnando per farlo aumentare. È necessario che la qualità dei nostri sforzi sia maggiore rispetto a quella degli altri e questo non si può dare per scontato, l’importante è essere coscienti di poterlo fare e impegnarsi”.

Dal punto di vista delle scelte progettuali non avete avuto mai limiti?

"Ducati ha l’unico punto di orgoglio nel vincere, non abbiamo costrizioni di marketing nelle soluzioni tecniche".

Per il futuro prossimo Carmelo Ezpeleta vorrebbe moto che costassero al massimo un milione di euro, è possibile?

Molto dipenderà dal regolamento che verrà stilato, è una sfida molto difficile. Da una parte è necessario ridurre i costi per ottenere una griglia ricca, dall’altra le Case sono interessate a partecipare un campionato nel quale la ricerca fornisca conoscenze all’azienda che giustifichino gli investimenti. Il punto principale è quindi trovare un regolamento che cerchi il miglior compromesso possibile fra questi due aspetti”.

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