Tu sei qui

BMW GS Trophy 2012: il racconto del nostro inviato - PRIMA PARTE

Carlo Morini ci racconta la sua incredibile esperienza al GS Trophy

Moto - News: BMW GS Trophy 2012: il racconto del nostro inviato - PRIMA PARTE

Il BMW Motorrad GS Trophy 2012 è finito da pochi giorni, con una bella affermazione della squadra italiana composta da Carlo Morini, Alessandro Bottani e Andrea Rossi, che hanno portato le loro F800 GS al terzo posto in classifica dietro le squadre di Germania e Francia.
Come vi avevamo anticipato prima della partenza, Carlo Morini avrebbe stilato un diario quotidiano della sua esperienza al GS Trophy che avremmo pubblicato tappa per tappa.
Un po’ di sfortuna, però, ha remato contro, e il nostro inviato non ha potuto spedirci gli aggiornamenti quotidiani perché nella maggior parte dei casi al bivacco non era possibile usare collegamenti internet, e quindi abbiamo preferito lasciare che Carlo si concentrasse sul raid, per poi farci avere il suo racconto al ritorno a casa in Italia. Eccoci qui, quindi, a riportare in esclusiva per l’Italia il diario di viaggio di un partecipante al GS Trophy, ed è così che lasciamo la parola a Carlo, affinchè ci racconti questa esperienza incredibile in prima persona.

23 NOVEMBRE: IN VOLO PER IL SUD AMERICA
La domanda che continua a frullarmi per la testa da circa dieci ore è sempre la stessa: "Ma cosa ci faccio io qua?".
La mia atavica paura per il volo si mischia con la consapevolezza di essere su un aereo, in direzione Sud America, per rappresentare l’Italia all’edizione 2012 del BMW GS Trophy… sto sicuramente sognando… e qualcuno deve essersi sbagliato...
Infatti quando ho mandato alla BMW il "curriculum motociclistico" della mia vita, l’ho fatto per gioco e, quando mi hanno chiamato, dicendo che ero uno dei quaranta selezionati su quasi 900 candidature, mi sono emozionato.
Poi, alle selezioni, quando Beppe Gualini, ha chiamato "Morini Carlo", ad alta voce, insieme ad Andrea ed Alessandro come Squadra Italiana GS Trophy 2012, beh, lì mi sono commosso di brutto. Passati due mesi, tra allenamenti, paure, incognite e speranze di non fare una figura barbina, è arrivato il momento della partenza. Destinazione Temuco, Regione del’Arucania, 700km sotto Santiago del Chile….

24 NOVEMBRE: È IL GIORNO "0"
Dopo 26 ore di viaggio, tra aerei e autobus arriviamo al punto di partenza, un bel lodge immerso nel nulla. Ci sono decine di moto e mezzi di assistenza parcheggiati davanti, noi siamo belli rincoglioniti, speriamo in una doccia e in un bel letto prima della presentazione, ma niente, subito tenda, vestizione, foto di rito e presa di contatto statica con le moto (e regolazioni comandi). Uno spettacolo, ci sono quasi 60 F 800 GS accessoriate e protette con ricambi Touratech, e i tassellati Karoo fanno bella mostra davanti a noi.
L’emozione è tanta ma anche la stanchezza e l’incertezza per quello che ci aspetta rendono la prima serata un po’ sfocata nella mia mente, forse anche per colpa del robusto vino cileno che ha accompagnato la serata di benvenuto.

25 NOVEMBRE: GIORNO "1" - SLIDING PARADISE
Al mattino ci svegliamo con zero gradi e cielo sereno. Iniziamo belli freschi per non farci rilassare troppo. Si smonta il campo e via al primo briefing tenuto dal boss Tom Wolfe. Ogni Marshall, cioè la guida dell’organizzazione che conosce il tracciato, ha in consegna due team: quindi 8 moto, 3 piloti per ogni team più un giornalista. Le regole sono chiare: trasferimenti in moto e prove speciali, chiamate stage, disseminate lungo la giornata, per attribuire punteggi o penalità. Penalità che vengono affibbiate anche durante i trasferimenti, a chi perde i compagni "di giornata" ai bivi, a chi fora, danneggia la moto, a chi finirà le gomme, infatti abbiamo a disposizione un solo treno di Karoo T per moto.
Dopo pochi metri, dentro di me l’idea è sempre la stessa: sarà un bel viaggio, qualche prova tipo "Giochi senza Frontiere" e passo di trasferimento da lumaca. Parte di questo concetto svanisce quasi subito… dopo neanche 5 km iniziano i primi sterrati guidati in mezzo a foreste di Araucarie giganti, e i marshall iniziano subito a smanettare di brutto! Altro che pensionati a passeggio! Questi qua danno gas a fondo e senza complimenti! Faccio due misure all’andatura e che il divertimento abbia inizio: siamo nel paradiso della derapata!
Strette strade di brecciolino finissimo misto a sabbia vulcanica percorrono per chilometri e chilometri di immense vallate, con pendii ricoperti sia di enormi Araucarie (l’albero tipico di queste zone) che di arbusti simili a macchia mediterranea.

Il gioco è entusiasmante: il GS 800, nonostante evidenti limiti di peso ed escursione è bilanciatissimo e complice lo scarso grip delle Karoo T su questo fondo non lesiniamo la manopola e andiamo via di derapate sia di terza che di quarta marcia! Non voglio più scendere! E per non farsi mancare niente, il tutto condito da un numero infinito di guadi!
A mezzogiorno sosta pranzo volante e prima prova: uno slalom super stretto tra alberi secolari, dove è vietato poggiare i piedi al suolo ed altre penalità. A vederlo sembra facile... sembra... In realtà il GS ha poco sterzo per questi giochini e destreggiarsi da trialista si rivela arduo. Portiamo a termine la prova e senza perdere tempo ripartiamo.
Quando il contachilometri segna 270, arriviamo in un posto da sogno, l’hotel Pietra Pintada, sulle rive del lago Aluminè, il paradiso... Qui ci aspetta il secondo stage in moto, una staffetta con gara di accelerazione e inversione al volo. Facciamo bene, ma gli altri team sono agguerriti.
Ovviamente a noi piloti spetta il prato dietro l’hotel e, per enfatizzare l’aspetto Adventure, niente doccia… Ceniamo però all’aperto, a bordo lago, in un contesto favoloso, mangiando carne alla brace in quantità, mentre vengono lette le classifiche: l’Italia è quinta, non male dai, e via in tenda già belli provati.

26 NOVEMBRE: GIORNO "2" - ITALIA-FRANCIA
Anche stamattina la temperatura è vicina allo zero. Si inizia con smontaggio campo, vestizione, colazione e briefing: ed ecco la notizia...
Il nostro Team partner per la giornata sarà la Francia. Superfluo parlare della rivalità con i cugini d’oltralpe: in Italia, prima della partenza tutti a dire: "Mi raccomando, qualsiasi posizione ma i francesi dietro, eh!" iniziamo bene penso…
Sono giovani e motivati, e seppur con un modo di fare leggermente presuntuoso, si riveleranno dei bravi ragazzi, e anche dotati di una gran bella manetta.
Lo special stage della giornata, dopo una cinquantina di km di off-road stupendo in un canyon polveroso, sarà una prova di rafting. Mettiamo le mute, facciamo 15 km di trasferimento a monte in pick-up e poi giù per due ore di rafting, con prove cronometrate, anche nel mettere e togliere dall’acqua l’ingombrante gommone. Non erano sicuramente acque da far paura, ma due equipaggi si comunque ribaltati, qualche momento di ansia per qualche secondo di troppo sott’acqua ma tutto si è risolto per il meglio.
Anche io ho voluto assaggiare le fresche (ghiacciate) acque andine!

Dopo circa due ore completiamo il percorso, ci cambiamo e via per il secondo special stage, in moto questa volta. Salita ripida e bagnata senza rincorsa: facciamo guidare Alessandro, che è il più leggero dei tre, e io e Andrea, pronti a dare una mano. Buona prestazione, tiriamo su Ale negli ultimi tre metri e via che si riparte.

Qua al GS Trophy non si perde tempo, e così facciamo altri 120 km di stupendo brecciolino e, dopo la frontiera Chile/Argentina, arriviamo a St. Hubierto, una estancia enorme, dove dormiamo in una prateria estremamente suggestiva. Doccia nel container e cena sotto il tendone.
Affiorano i primi commenti: siamo davvero cotti, e anche tesi per la verità. Questa guida vuole concentrazione, e dalla mattina alla sera è lunga. Il GS Trophy si sta rivelando un viaggio tosto, altro che Gruppo Vacanze Piemonte… Però la classifica ci premia: siamo terzi assoluti, e il morale è alto. Tutti a letto perché sappiamo già che la giornata successiva sarà tosta.

27 NOVEMBRE: GIORNO "3" - WATER GAMES
Tappona oggi. Finalmente penso: amo stare tanto in moto in fuoristrada, i miei viaggi africani sono sempre stati caratterizzati da molti km giornalieri, in offroad ovviamente.
Destinazione Bariloche, il punto più a sud del nostro viaggio. Arriveremo a poca distanza da Puerto Montt, dove ci si imbarca per la mitica Isola di Chiloè, meta sognata da tutti gli appassionati di Sud America, e simbolico inizio di qualunque viaggio ai confini meridionali del mondo.
La mattina sveglia con meno cinque gradi sul termometro, sono le 5.30. Ci aspettano 460 km, di cui 330 di fuoristrada. Dopo aver sghiacciato i vestiti, e caricato tutte le nostre cose sul camion assistenza, partiamo belli intirizziti dal freddo, ma l’organizzazione ci dà una mano: prime prove della giornata, tre attraversamenti di torrente, da fare con moto accesa ma a spinta, tre moto per team, tre diversi guadi belli impestati da sassi nascosti. Ci diamo da fare e il tempo è buono, i sud-africani, nostri compagni di giornata, nonostante la mole, si perdono in un bicchier d’acqua, è proprio il caso di dirlo, e la loro prova li fa retrocedere in classifica.

Ripartiamo con piedi, stivali e pantaloni bagnati, e vista la temperatura di acqua e aria, non è proprio un bel viaggiare. I panorami però, sono sempre da infarto, e percorriamo un altopiano brullo e senza vegetazione che mi ricorda le pianure africane. Dopo 300 km, ecco l’ultima prova della giornata.
Niente di stancante, si tratta solo di scavalcare a moto spenta (a braccia quindi) un bel tronco di un metro abbondante di diametro… auguri! La fortuna non ci premia, siamo i secondi a fare la prova, e non abbiamo visto le tecniche degli altri: con la seconda moto si incastra il paramotore e addio prestazione. Ripartiamo demoralizzati e impolverati dalle centinaia di km percorsi, sono sincero, non vedo l’ora di arrivare….

Arriviamo alle 19.00, il posto tappa però ripaga di ogni sforzo. Siamo sulle rive del lago Nahuel Huapi, acqua turchese e cime innevate da 2.500 metri ai lati. Piantiamo la tenda stanchi morti ma con gli occhi increduli. Cena veloce, e classifiche: perdiamo la terza piazza e scivoliamo in quarta. Panico! Intanto la Germania compie un "incredibile" salto in avanti e vola al primo posto. Circolano sospetti, ma noi siamo superiori e andiamo a letto pronti per domani, perchè al GS Trophy le sorprese non sono mai finite!

Per oggi il racconto di Carlo Morini si ferma qui, appuntamento a domani per il resto di questa avvincente storia che OmniMoto.it vi offre in esclusiva.
Grazie a Carlo, Alessandro e Andrea per le fotografie.

TUTTE LE TAPPE SU OMNIMOTO.IT
TAPPA 7
TAPPA 6
TAPPA 5
TAPPA 4
TAPPA 3
TAPPA 2
TAPPA 1
Squadre e percorso


Articoli che potrebbero interessarti