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Autovelox, cosa bolle in pentola

Quali novità in Italia? La Polizia vi "aspetta" al confine

Moto - News: Autovelox, cosa bolle in pentola

In Spagna (in Catalogna, per la precisione) è partito un esperimento che viene visto con interesse dagli altri Paesi europei, Italia in primis: un particolare sistema di autovelox. Sono radar collegati a una centrale operativa cui, in tempo reale, gli autovelox trasmettono l'infrazione. Se la targa è spagnola, la multa viene smistata in un primo canale; se è straniera, i dati sono trasmessi alle pattuglie di Polizia dislocate nelle zone di confine, affinché blocchino l'automobilista o il motociclista indisciplinato: qui, il guidatore (cui verrà mostrata la foto dell’infrazione) pagherà la sanzione. Resta pur sempre il problema delle auto prese in leasing in Germania: in questo caso, neppure il sofisticato sistema della Catalogna riuscirà a scovare l’automobilista.

Sarebbe davvero utile un sistema del genere per l’Italia, visto che i nostri Enti locali non perseguono mai lo straniero che compie un’infrazione nel nostro Paese: il gioco non vale la candela (cercare l’indirizzo cui inviare la multa e la spedizione del plico costano più dell’eventuale incasso), così lasciano stare.

La seconda notizia è che, dal 1° gennaio 2013, i Comuni dovranno contabilizzare i proventi delle multe per infrazioni rilevate con autovelox in maniera separata rispetto alle altre violazioni. Un modo per impedire ai Comuni di piazzare trappole per ripianare i propri debiti. Anche perché, entro il 31 gennaio 2014, i proventi delle multe da autovelox dovranno essere ripartiti fra ente locale e gestore della strada. Addio agli incassi d’oro per i Comuni? Staremo a vedere.


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