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Motomondiale 2013: ecco le liste

89 piloti per tre categorie. 13 italiani. Giapponesi quasi estinti

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La FIM ha diramato l'elenco degli iscritti al motomondiale 2013. Si tratta di 89 piloti in tutto (compresi quelli non ancora nominati dalle squadre), divisi in 24 per la MotoGP, 33 per la Moto2 e 32 per la Moto3.

I numeri, dunque, ci sono. La qualità, beh, quella un po' meno. Dimentichiamoci gli anni in cui nelle vecchie tre cilindrate, 125, 250 e 500, c'era una sfilza di nomi da far rabbrividire qualsiasi appassionato. I tempi sono cambiati e oggi il 'trend', per usare un termine moderno, è la fuga in avanti verso la massima cilindrata, con il risultato di depauperare, inevitabilmente, le altre cilindrate. L'Gli unici iridati, tanto per dare una idea, fra le due cilindrate cadette, sono Toni Elias e Sandro Cortese in Moto2.

In compenso, tenendo conto anche degli ex SBK, in MotoGP ci sono ben 11 campioni del mondo, dei quali ben 9 su una moto ufficiale.

La conseguenza numero uno del nuovo corso è che i giovani non incontrano sulla loro strada dei veri campioni, ma solo, quando va bene, piloti un po' più esperti. Ciò livella verso il basso anche i futuri titoli, perché una cosa è stato vincere nella 125 quando c'era Angel Nieto, una cosa farlo oggi nella Moto3. Ma forse siamo troppo nostalgici.

Il problema è che la conseguenza numero due è un minore interesse vero Moto2 Moto3, classi splendide (ma battaglia c'è anche nei trofei monomarca), il che porta a sponsorizzazioni limitate od inesistenti, creando, complici anche i tempi, il fenomeno dei piloti con valigia che abbassa ulteriormente la media.

Comunque vediamo un po' qualche curiosità.

Il gruppo più numeroso è quello degli spagnoli - e ti pareva! - con ben 23 piloti, suddivisi in 6 in MotoGP, 8 in Moto2 e 9 in Moto3. Gli italiani seguono staccati con 13 cavalieri in tutto, 5 in MotoGP, 2 in Moto2, e questo è un vero dramma, e 6 in Moto3. Poi ci sono gli inglesi, 8 ed i tedeschi, 7.

Per il resto le nazioni sono rappresentate pressoché tutte: ci sono belgi, finlandesi, sudafricani, portoghesi, olandesi, brasiliani, malesi, tailandesi, cechi, giapponesi, indonesiani, sanmarinesi (il nostro De Angelis). Insomma, tutto quel che c'è non manca. E a mancare purtroppo è la qualità. Fra tutte le razze quella maggiormente a rischio estinsione, nel motomondiale, è quella giapponese: tre piloti in tutto, uno per cilindrata. Avere un passaporto con il sole nascente, oggi, ed essere anche veloci, equivale ad avere una moto. Sic transit gloria mundi.

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