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MotoGP: nuove regole, storia vecchia

Lo scetticismo sulla riduzione dei costi. Parlano Romagnoli, Gubellini, Guidotti

MotoGP: MotoGP: nuove regole, storia vecchia

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Dopo un anno di negoziazioni tra Dorna e costruttori, tra minacce e smentite, la FIM ha reso nota la proposta di regolamento per il campionato 2014 del motomondiale. I punti salienti: centralina unica con possibilità per le Case di usare software proprietario (con conseguente riduzione del carburante a 20 litri, contro i 24 di chi userà il pacchetto Magneti Marelli) e da sei motori a 5 per le MotoGP. Molto rumore per nulla, sembrerebbe, in attesa di ricevere quella che sarebbe una lieta smentita dalla pista. Le prime impressioni degli addetti ai lavori esprimono però scetticismo.

"Secondo me non cambierà molto – ha detto Diego Gubellini, capo-tecnico nel team Gresini – Con le MotoGP siamo già vicini ai 20 litri di consumo, raramente si usa l'intero serbatoio. Molto dipenderà dalle differenze tra il software messo a disposizione dalla Dorna e quello delle Case. Yamaha e Ducati usano già hardware Magneti Marelli, mentre Honda dovrà fare il cosiddetto 'porting' per trasferire le proprie strategie, che comporta degli ulteriori costi".

Ancora più difficile risolvere il problema dello spettacolo, sempre più latitante dalle gare della classe regina.

Diego Gubellini con Michele Pirro nei box"Per aumentare lo spettacolo i ridurre il divario si dovrebbe livellare sulla potenza dei motori – ha detto Gubellini – Ma l'unico modo per farlo era introdurre un limite ai giri. Le MotoGP sono tra i 17 e i 18mila, le CRT intorno ai 16 mila. Honda e Yamaha usano motori a valvole pneumatiche, e per loro usare un motore in più o in meno non fa molto differenza. Limitare i giri avrebbe invece comportato un aumento ingente dei costi, perché sarebbe stato necessario riprogettare rotazione e distribuzione".

Diversa l'opinione di Daniele Romagnoli, capo-tecnico di Cal Crutchlow in Yamaha Tech3 e precedentemente con Jorge Lorenzo.

"Sono d'accordo sulla riduzione dei motori a 5, perché rappresentano un costo ingente sul budget dei team – ha dichiarato – Un'elettronica standard invece non credo aiuterà in questo senso. Forse l'hardware costerà meno, ma con una centralina ci fai tre stagioni, quindi non porterà un vero risparmio. Avrebbe più senso, anche per lo spettacolo, se si facesse come in Moto3, dove anche il software ed i sensori sono uguali per tutti. A quel punto si potrebbero mettere diverse strategie a disposizione, ad esempio per il traction control e freno motore, e starebbe al pilota ed al team scegliere quale utilizzare tra un numero fisso. Le Case però hanno bisogno di sviluppare le tecnologie da trasferire sul prodotto".

Secondo Romagnoli sarebbe stato più sensato agire su altre variabili per aumentare la competizione.

"Aumenterei la capienza del serbatoio e metterei gomme meno performanti, che non consentano ai piloti di fare il miglior tempo a fine gara come succede ora. Questo premierebbe maggiormente la strategia di gara, il setup, e l'uso dell'elettronica. Partendo dal presupposto che bisogna spendere meno, non mi piace cambiare regolamento così di frequente".

Francesco Guidotti con Carlo Pernat sul muretto dei boxSecondo Francesco Guidotti, team manager in Pramac Ducati, non è però il regolamento in sé il problema della MotoGP.

"Nelle corse nessuno ha mai rinunciato alle prestazioni. Semmai il risparmio lo si ottiene trasferendo la tecnologia sviluppata sul prodotto. In questo senso, ridurre la capacità di serbatoio aiuta a ridurre i consumi delle moto di serie. L'esperienza CRT, dove le Aprilia ART sono state le più competitive, ha evidenziato ancora una volta come le moto debbano essere sviluppate dai costruttori. Il livello agonistico dei team è sempre stato diverso, e servono anche quelli di seconda fascia per consentire ai piloti promettenti di fare esperienza ed ai tecnici di migliorare la propria competenza. Trovare una stagione con 5 vincitori diversi è rarissimo, sono sempre stati in pochi a giocarsi la vittoria. In SBK il limite è la moto, qui è il pilota. Un regolamento ideale per tutti mi sembra un'utopia".


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