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Yamaha FJR 1300A my 2013 - TEST

Primo contatto con la maxi-tourer di Iwata, ora più ricca di elettronica. Costa 17.690 euro

Moto - Test: Yamaha FJR 1300A my 2013 - TEST

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Voglia di viaggiare su strade che portano lontano, di guidare comodi, sicuri e, quando occorre, di poter contare su una moto che sa essere anche sportiva. Se negli ultimi 11 anni avete avuto almeno una volta questo desiderio, allora avrete pensato a lei, alla Yamaha FJR 1300. Fedele al modello presentato nel 2001, la sport-tourer di Iwata si rinnova oggi più nei contenuti che nel look, strizzando l'occhio al turismo e mettendo in secondo piano la sportività, un po' come vuole il mercato ma anche l'esigente e appassionata clientela che negli anni l'ha scelta. Il prezzo è fissato in 17.690 euro.

DESIGN: RAZIONALE EVOLUZIONE
Chi si aspettava una rivoluzione anche estetica della FJR forse sarà rimasto un pochino deluso, anche se di fatto le novità funzionali che differenziano questo my 2013 dalle versioni precedenti non mancano affatto. La parte frontale è quella che ha beneficiato degli interventi più importanti, grazie ai gruppi ottici maggiorati e allungati, dotati anche di luci a LED, caratteristica che però non ritroviamo nel faro posteriore, ancora affidato a lampadine tradizionali. Le carene laterali, che ora inglobano anche gli indicatori di direzione, sono state ottimizzate nella forma per consentire un miglior raffreddamento del motore e, di conseguenza, un minor aggravio di calore sulle gambe del pilota, un accorgimento senza dubbio gradito nei mesi più caldi dell’anno o, più semplicemente, nel traffico.
Per quel che concerne la posizione di guida, come sul modello precedente, la seduta è regolabile in due posizioni (805 e 825 mm di altezza da terra), mentre la triangolazione gambe-sella-manubrio si conferma ottimale e orientata al confort, grazie anche alla nuova sella con imbottitura più adatta alle lunghe percorrenze. La protettività è poi garantita, oltre che dai fianchetti per le gambe regolabili (senza utensili specifici) anche dal parabrezza di grandi dimensioni, ridisegnato e regolabile elettricamente tramite l’apposito comando, dotato anche di memoria: alla riaccensione della moto, dopo una sosta, il parabrezza si riposizionerà automaticamente come da ultimo utilizzo. Dalla posizione minima, ideale per le basse velocità o per una maggiore aerazione, alla massima estensione ci sono 13 cm di differenza in altezza…
La strumentazione, come grafica e completezza, si differenzia poco da quella di una moderna automobile. Il display totalmente digitale ha una grafica con illuminazione azzurra funzionale e molto chiara che ingloba tutte le informazioni relative a percorrenze e consumi, senza naturalmente dimenticarsi del contamarce, ben leggibile nel display di destra. Unico neo relativo all'equipaggiamento riguarda i comandi, in particolare quello di sinistra, dove risulta esserci un lieve affollamento di tasti coi comandi del cruise-control (di serie) forse un pochino troppo preponderanti rispetto alla reale frequenza di utilizzo.
La "capienza" di questa FJR 2013 è praticamente invariata: se i piccoli oggetti trovano alloggio nel vano portaoggetti posto sul fianchetto sinistro (volume invariato ma dal coperchio non verniciato, contrariamente a quello della versione precedente), il "grosso" del carico trova spazio nelle due valige rigide laterali (di serie), nella forma identiche al passato, che ora si arricchiscono di qualche finitura cromata in più.

SOTTO LA CARENA... UN TRIONFO DI ELETTRONICA
Se alla prima occhiata le novità per la FJR 1300 non sembrano tante, sotto la pelle il discorso cambia eccome. L’ultima nata tra le tourer di Yamaha porta in dote l’YCC-T, Yamaha Chip Controlled Throttle, una centralina che calcola l’apertura ideale dei corpi farfallati per adeguarsi alle condizioni di guida; inoltre su questa FJR troviamo ora il controllo della trazione TCS (Traction Control System), il cruise-control user friendly (che funziona in 3a, 4a e 5a marcia, tra i 50 km/h e i 180 km/h), oltre allo Yamaha D-Mode, sistema che permette di cambiare il carattere dell’erogazione scegliendo tra tra due modalità, "T" (touring) ed "S" (sport).
Il motore rimane in pratica lo stesso quattro cilindri da 1.298 cc delle precedenti versioni, ma i suoi 146 CV sono stati raggiunti grazie ad alcune modifiche ad aspirazione, scarico e coprpi farfallati, ottenendo così una erogazione più fluida e una migliore gestione della coppia, pari a 138 Nm a 7.000 giri/minuto. Anche il cambio a 5 rapporti è non è cambiato, così come l’alternativa "AS", ovvero automatico-sequanziale, che però sarà disponibile solo da aprile 2013.

PRIMO CONTATTO: TURISMO IN FIRST CLASS
Per conoscerla da vicino siamo volati fino a Madrid dove, sulle montagne che fanno da contorno alla capitale spagnola, abbiamo potuto saggiare le doti della nuova ammiraglia di Yamaha. Il primo impatto, sarà per le dimensioni ma anche per la consapevolezza che in ordine di marcia il peso sfiora i 289 kg, ci impone di essere cauti nei movimenti da fermo che però avvengono senza troppe complicazioni: in particolare, molto apprezzata, è la modifica al cavalletto centrale che ora richiede davvero pochissimo sforzo per issare la moto. In sella la posizione di guida è rassicurante e pluriregolabile (due posizioni dell'altezza sella e tre regolazioni del manubrio): impossibile non trovare la sistemazione ideale.
Avviamo il quattro cilindri in linea e ci addentriamo subito nel traffico della capitale spagnola e, nonostante una temperatura esterna di circa 20°C, le numerose soste ai semafori e le automobili in coda non hanno comportato nessun eccesso di calore proveniente dal motore: un bel sollievo. Dopo qualche chilometro totalmente "urbano" però, un pochino di insofferenza inizia ad affiorare in noi: per quanto "gestibile" la FJR ambisce a ben altri scenari che, per fortuna, sono presto arrivati. Il tratto autostradale di circa 30 minuti ci ha permesso di testare tutti i gadget presenti sulla moto i quali, specie nelle tratte più lunghe, rendono più sostenibile la monotonia dell'autostrada.. Oltre ad aver sfruttato appieno la protettività del cupolino a regolazione elettrica, molto efficace, e dopo aver "giocato" col cruise-control (utilissimo, anche se non rapidissimo nelle variazioni di velocità tramite pulsante), ci siamo concentrati sul D-Mode e sulle due mappe "T" ed "S" per verificare la diversa risposta in 3a, 4a e 5a marcia ai diversi regimi (la 6a non c'è, e in autostrada un pochino ci è mancata!), confronto che è continuato anche quando siamo finalmente passati a un piacevole percorso misto. L'utilizzo della due modalità ci ha lasciati un pochino a bocca asciutta per quel che concerne l'erogazione ai bassi regimi della mappa "T", molto soft (quasi troppo), più indicata all'utilizzo sul bagnato, mentre la "S" ha decisamente conquistato le nostre preferenze anche se, vista l'erogazione mai appuntita e aggressiva, a volte viene da chiedersi dove siano andati a nascondersi questi 146 CV.
Nel misto di montagna è davvero un piacere mantenere un'andatura allegra con la FJR, a patto di non esagerare col ritmo: l'avantreno infatti non ci ha regalato la granitica solidità che avremmo voluto tra le curve della Sierra, ricordandoci che la taratura delle sospensioni perdona gli eccessi di entusiasmo e garantisce un utilizzo molto vaierago, ma rimane pur sempre di impronta turistica e quindi non ideale se si ricerca la prestazione pura e angoli di piega pistaioli.
Nulla da eccepire invece sull'impianto frenante, dotato di serie di ABS: dopo aver fatto l'abitudine al comando decisamente "pronto", gli spazi di frenata sono a dir poco rassicuranti.


ABBIGLIAMENTO TEST
In questo test abbiamo utilizzato:
Giacca, pantaloni e guanti Alpinestars
Stivali Stylmartin
Casco Schuberth

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