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C'era una volta... Marco Simoncelli

Dopo un anno, ricordiamo "SuperSic"

Moto - News: C'era una volta... Marco Simoncelli

C'era una volta... La vita come un favola, quella di un pilota della MotoGP. Si nasce e dentro si ha già quel "virus", quello delle due ruote. Si fa esperienza, la moto elettrica, la minimoto, la 125, le prime gare, l'italiano, quelle che una volta erano la 125 GP e la 250 GP... per poi, se si ha fortuna, bravura e talento, arrivare in Superbike o addirittura in 500 o la MotoGP di oggi. Insomma, una favola. Purtroppo però, la vita... non è una favola, ed a volte "brucia" quel libro troppo precocemente, proprio come è accaduto un anno fa...

Cattolica, 20 gennaio 1987. Nasce un bambino di nome Marco. Cresce a Coriano, in provincia di Rimini, e ha già nel sangue quel virus che circola libero, quello delle due ruote. All'età di 7 anni inizia a correre con le minimoto come fanno tanti. Tre anni dopo è Campione Italiano, così come nel 2000. In quell'anno poi, gareggia per il titolo europeo e chiude secondo. A 14 anni partecipa al Trofeo Honda NSR, dove sale due volte sul podio e partecipa al Campionato Italiano 125 GP.

LA 125

Nel 2002 si laurea Campione Europeo della classe 125 e sempre in quell'anno partecipa ad una gara del Motomondiale, classe 125. E' il GP della Repubblica Ceca, e l'Aprilia CWF – Matteoni Racing è quella di Jaroslav Huleš. L'anno dopo prende parte all'intera stagione, insieme al compagno di squadra Mirko Giansanti e chiude 21° (il miglior risultato è un 4° posto a Valencia). Nel 2004, le sue capacità di guida sul bagnato, gli permettono di ottenere un gran risultato: pole position e vittoria a Jerez! Con il Team Rauch Bravo termina 11° quell'anno a causa di diversi inconvenienti e cadute. La stagione successiva è con lo stesso team, che prende il nome di Nocable.it Race. Vince nuovamente a Jerez e sale in totale per sei volte sul podio (1° a Jerez, 2° in Catalogna e 3° in Germania, Rep. Ceca, Qatar e Australia). Termina , e fatica, per via della sua statura, ad adattarsi alla piccola Aprilia RE 125 R.

LA 250

Siamo al 2006, e Simoncelli passa in 250 dove trova due "elementi" giusti: la Gilera RSV 250 e l'ex capotecnico di Valentino Rossi e Marco Melandri, Rossano Brazzi. Quest'ultimo ha qualche problema di salute e Marco è "solo" per quasi tutta la stagione. Chiude appena 10° ed il miglior piazzamento è quello raccolto in Cina, un sesto posto. L'anno successivo, Aprilia decide di fargli "scendere uno scalino": a disposizione del pilota di Coriano, vi è una RSW 250 LE con capotecnico Aligi Deganello, ma sempre nel team Metis Gilera. Il 2007 non gli porta buoni frutti, visto che termina solo 10° e con appena un doppio sesto posto in Olanda e Francia.

Nel 2008 le cose iniziano a girare per il verso giusto. La moto è una RSA 250 non ufficiale, Marco cade nelle prime due gare, ma poi conquista la pole in Portogallo e successivamente al vittoria in Italia, al Mugello, e subito dopo un'altra in Catalogna. Al Sachsenring arriva una moto evoluta e Simoncelli vince con 10" di vantaggio su Mika Kallio. Si mette poi in tasta altre due vittorie, a Motegi prima e a Phillip Island poi, e a Sepang, con un terzo posto, si laurea Campione del Mondo della classe 250. A Valencia chiude poi con una vittoria!

Invece di fare "il salto" nella categoria più importante, Marco decide di passare un altro anno nella quarto di litro. Salta il GP del Qatar per un infortunio, e torna a vincere solo in Francia, sul bagnato. Al Mugello chiude secondo dopo una bagarre con Mattia Pasini. Vince poi al Sachsenring (10° vittoria nel motomondiale), trionfa anche a Brno (anche qui in duello con Pasini), e ancora a Indianapolis, dove si avvicina al leader del mondiale Hiroshi Aoyama e allo spagnolo Álvaro Bautista. Nel GP successivo, quello di Misano, cade e perde punti preziosi, ma vince prima in Portogallo e poi in Australia, avvicinandosi con soli 12 punti a Aoyama. Mancano due gare: in Malesia Simoncelli chiude terzo, dietro a Héctor Barberá, mentre all'ultimo GP, quello di Valencia, Marco scivola ed il titolo va al giapponese. Barberà vince il Gran Premio e Simoncelli chiude il mondiale terzo. Aprilia decide di premiarlo nel 2009: il pilota italiano partecipa alla dodicesima prova del Campionato Mondiale Superbike. Naturalmente con una Aprilia RSV4 (sostituisce ad Imola l'infortunato Shinya Nakano), dove si qualifica in 8ª posizione. In Gara 1 cade, mentre in Gara 2 conquista il posto, davanti ad un Max Biaggi incredulo.

LA MOTOGP

"SuperSic", il suo soprannome, è ormai sulla bocca di tutti. Simoncelli piace. E' simpatico, spontaneo, buono, e diventa ancora più famoso, non solo per la sua massa di capelli, ma perchè nel 2010 passa alla classe MotoGP. La moto è una Honda RC212V del team San Carlo Honda Gresini ed il suo compagno di squadra è Marco Melandri. La stagione viene chiusa con un ottavo posto, ed il miglior risultato è un 4º posto in Portogallo.

Siamo al 2011. Marco Simoncelli rimane nello stesso team, ma arriva finalmente la fornitura dei "pezzi HRC". Il compagno di squadra è Hiroshi Aoyama e Marco ottiene subito un doppio 5º posto: in Qatar prima, e in Francia poi, oltre a due pole position, una al GP di Catalogna e una ad Assen. In Repubblica Ceca sale per la prima volta sul podio (è terzo) nella MotoGP. A Misano chiude quarto, dopo diversi giri in bagarre con Andrea Dovizioso e Ben Spies. A Philip Island è 2º, ottenendo il miglior risultato in carriera nella classe regina.

23 OTTOBRE 2011

Chi scrive stava prendendo un treno per provare l'Honda Integra. Un sms: "E' morto Marco Simoncelli!". La bocca aperta, una lacrima sul viso, come per molti migliaia di appassionati. E' il 23 ottobre 2011: durante il Gran Premio della Malesia, Marco Simoncelli è vittima di un incidente mortale. Durante il secondo giro il pilota di Coriano perde il controllo della sua moto. Cerca di rimanere in sella, taglia la pista e viene investito da Colin Edwards e Valentino Rossi che non riescono ad evitarlo. L'impatto è violento e gli si sfila il casco. Diversi i traumi, SuperSic, non è più tra noi. Se ne va... se ne va con il suo sorriso, se ne va con quel suo accento che tanto faceva sorridere, se ne va con le sue battute amare quando aveva qualche screzio con un altro pilota.... Se ne va uno di noi, un motociclista, uno che grazie a quel virus, ha emozionato e continua ad emozionare tutti. Marco Simoncelli aveva 24 anni, ed è morto facendo quello che gli piaceva: correre in moto!

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