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Kuala Lumpur, l’altro paddock della MotoGP

Alla scoperta della capitale malese, fra shopping e piloti in borghese

MotoGP: Kuala Lumpur, l’altro paddock della MotoGP

La tappa malese ha caratteristiche del tutto particolari, che la rendono così diversa dalle altre. Forse perché è l’unica in cui il circuito di trova a pochi chilometri da una grande città ed essendo proprio al centro al trittico di trasferte di fine stagione, la maggior parte degli addetti ai lavori ci arrivano qualche giorno prima del solito. Kuala Lumpur ha poi un fascino a cui è difficile resistere e nessuno si nega una passeggiata all’ombra delle Petronas Twin Towers. Se un tifoso capitasse nella capitale asiatica nei giorni prima del Gran Premio, penserebbe di essere capitato in una succursale del paddock della MotoGP, con piloti, meccanici e team manager che abbandonano le divise di ordinanza per vestire quelle dei turisti.

Loris CapirossiIniziamo il nostro giro dall’enorme centro commerciale  vicino a Times Square. Sette piani dove ogni patito di elettronica trova il suo paradiso in terra. Fra smartphone, tablet e lettori mp3 però è anche possibile trovare Loris Capirossi che fa una scorpacciata di nuove tecnologie.

Per i big del motomondiale non dev’essere spiacevole camminare indisturbati fra la folla, come persone comuni. In Malesia le moto sono onnipresenti, in forma di economici 125 da usare  per riuscire a svincolare nel caotico traffico e poco importa se bisogna prendersi la “solita” pioggia della sera.

Però non  si può dire che la loro conoscenza delle due ruote vada molto oltre. Se capiscono che sei italiano, i malesi possono dire tre cose: la prima, nelle nostra sconclusionata indagine, è stata Ferrari, la seconda football e la terza, ma con una predominanza netta della popolazione femminile, "un romantico paese".

Del resto la Formula 1 corre anche lei a Sepang e la Casa del cavallino è diventata un’istituzione anche qui. Le T-shirt di Maranello sono molto facili da trovare, ma anche la Mercedes grazie allo sponsor locale, ha i suoi fan, mentre l’unico marchio a due ruote è quello Ducati. Borse e zaini, perlopiù, ma basta entrare in un centro commerciale a caso per vederli.

Buone notizie, quindi, almeno per il Made in Italy. Ma per avere la conferma ci spostiamo a Chinatown, la mecca del falso. Sulle bancarelle che invadono la strada principale del quartiere si può trovare letteralmente di tutto, dall’abbigliamento, agli orologi, passando per borse e giocattoli. Una sola cosa in comune, la molto – per usare un eufemismo – originalità. Però si ha il privilegio di vedere quello che la gente compra e in mezzo alle molteplici divise delle squadre di calcio (per l’Italia il top è il Milan) c’è anche spazio per il motociclismo. O almeno per due suoi rappresentati.

Il primo, un po’ a sorpresa, è Casey Stoner. Forse per la vicinanza con l’Australia, il Canguro qui piace e le magliette non mancano. Il secondo è Valentino Rossi, che domina incontrastato potendo vantare anche la replica del suo cappellino.

Il lavoro filologico non è però accuratissimo e non accuratissimo e non siamo riusciti a capire se le magliette del Dottore con il marchio Yamaha siano frutto di lungimiranza o semplici fondi di magazzino. Guardano bene fra le bancarelle non ci siamo però fatti fuggire lo scoop! Valentino sulla M1 con come sponsor la bibita dell’artiglio verde. Se non si chiama prevedere il futuro questo..

Girovagare nel mercato cinese è però divertente e molti piloti non rinunciano all’appuntamento, magari dopo essere passati prima dal tempio delle scimmie di Batu Caves, come dimostra la foto che Simone Corsi qui a fianco. L'autore è il suo compagno di team Petrucci che descrive così la situazione: "sta chiedendo informazioni a un abitante del luogo, c'è perplessità nell'aria".

Kuala Lumpur del resto somiglia un po’ al paddock della MotoGP, multietnica, caotica e un po’ caciarona. Ma il profumo della benzina è sostituito da quello di non meglio precisate pietanze locali.

Italiani e spagnoli la fanno da padrone nelle contrattazioni all’ultimo Ringgit, la moneta locale, ma quasi nessuno si nega due passi in questo souk asiatico.

Come Nicky Hayden che gironzola curioso, o  Alessandro Tonucci, fresco del primo podio in Malesia. Fra due giorni si ritroveranno nel paddock, ma per oggi le gare sono lontane. In attesa che arrivi la sera e Kuala Lumpur si illumini di una nuova luce, che la rende ancora più affascinante.

 

 

 

 

 

 

 

Alessandro Tonucci

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