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Kawasaki Z800 2013

40 anni di evoluzione per una naked al top!

Moto - News: Kawasaki Z800 2013

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Colonia 1972. Kawasaki presenta la Z1 (903 cc), icona del mondo motociclistico "partorita" dopo 6 anni di gestazione (era il 1966 quando ad Akashi decisero di creare questa moto N.d.R.). Colonia 2012, dopo 40 anni di Z (leggi la storia della Z), la casa giapponese presenta la nuova Z800, moto di cui abbiamo già parlato circa un mese fa. Oggi vi mostriamo le immagini e vi forniamo le informazioni tecniche in attesa di provarla.

DESIGN: A TUTTO SPIGOLO
Se la Z750 era aggressiva, i designer "verdi", hanno cercato di rendere la nuova "Zetina" (essendo 800... tanto zetina non lo è più!) ancora più forte e intimidatoria. Un carattere da street-fighter che dal Giappone amano così definire: feroce! Ancora più impuntata in avanti e con il posteriore che mira verso l'alto, la naked di Akashi ha un look completamente nuovo. Viene mantenuto il family feeling della serie Z, ma tutto è più spigoloso e sfuggente. Il fanale anteriore è "più schiacciato" al centro e termina a punta, oltre ad essere inserito in un cupolino bicolore. Il serbatoio "ruba" al mondo dall'enduro: le fiancatine sono molto simili a quelle che si vedono sulle monociclindriche "all terrain". Sotto la tanica, troviamo una parte in plastica che collega il motore con il codone. La sella vede delle piccole "Z" che fungono da grip per le terga del pilota, mentre il codone termina con una luce LED a punta. Riviste anche le pedane (posizionate diversamente), sia del pilota che del passeggero, dallo stile racing e montate con una cover in metallo di colore grigio per non rovinare la verniciatura.

Il manubrio è nuovo e dalla piega diversa (più bassa) e, dei risers più alti permettono di mantenere la posizione simile al precedente modello. Nelle naked anche il motore è un elemento di design, ed infatti il quattro in linea della Z800 è... bello da vedere. Anche qui si è cercato di mantenere l'idea dello spigolo. Il puntale verniciato dona un ulteriore aspetto aggressivo e forma quasi un pezzo unico con la cover nera opaca della marmitta. Più grosso e importante il silenziatore. Sopra queste parti, la cover del telaio (sempre in tinta). Infine, la strumentazione, formata da tre schermi LCD. Al centro troviamo il contagiri mentre ai lati ci sono il tachimetro, il totale e i due parziali, la temperatura del motore e le nuove funzioni sui consumi: Km da poter percorrere, indicatore della benzina e l'Economic Riding Indicator. Nuovi gli specchi retrovisori e ci sono dei ganci per i bagagli sia sulle pedane che sul codone. Tre i colori: Candy Flat Blazed Green / Metallic Spark Black, Pearl Stardust White / Metallic Spark Black e Flat Ebony / Metallic Spark Black.

MOTORE: QUANTE NOVITA'
Partiamo dall'inizio. Si passa da 749 cc a 806 cc, dunque da 68,4 mm x 50,9 mm a 71 mm di alesaggio, aumentando così la coppia ai regimi medio-bassi. Il quattro in linea è naturalmente sempre un 16 valvole DOHC alimentato da un sistema a iniezione che vede dei corpi farfallati passare da 32 a 34 mm. Diversi i cornetti d'aspirazione: quelli dei cilindri n.1 e n.4 sono più corti, mentre quelli dei cilindri 2 e 3 più lunghi (prima erano tutti uniformi). Anche i condotti di aspirazione cambiano, passando da 36,5 mm di lunghezza a 41,5 mm per offrire più coppia ai bassi regimi. I cilindri sono in alluminio pressofuso con canne riportate (prima erano fusi per gravità con canne installate per interferenza). Sono di tipo open-deck (prima erano close-deck) per un chilo in meno di peso. I pistoni sono naturalmente più larghi ed ora più bassi: si passa infatti da 47,2 mm a 40,2 mm, con un 10% di peso in meno. Per aumentare la durata di questi, si è lavorato sugli iniettori dell'olio, ora di diametro più largo (da 0,8 mm a 1,2 mm). L'albero a gomiti ha dei perni di manovella dal diametro superiore (da 1,5 mm a 2 mm) per sopportare la maggior potenza del propulsore. Ridisegnata anche la coppa dell'olio. Nuova la catena di distribuzione, con maglie più piccole per ridurre l'attrito con il guidacatena. La camera di combustione della testata adotta nuovi materiali per resistere di più al calore. Quanto all'impianto elettrico, troviamo delle nuove pipette (Denso), un nuovo regolatore di tensione e dei nuovi magneti per il volano che permettono un risparmio del 5% di massa pur erogando la stessa energia di quelli alle terre rare.

TERMINALE

I collettori di scarico sono stati allungati il più possibile e sono uniti con il seguente schema: 1-4 e 2-3, studiati per aumentare le prestazioni ai bassi e medi regimi. Il catalizzatore è a 300 celle e l'interno del terminale è studiato per "accordare" le pressioni interne in modo da avere più "schiena" ai bassi e medio regimi. Il terminale è poi più corto.

TRASMISSIONE

La trasmissione finale è stata accorciata. La corona passa da 43 denti a 45. Rivisto poi il cambio: gli ingranaggi primari della 1° e della 5° marcia, e gli ingranaggi secondari della 5°, adottano materiali che assicurano una maggiore affidabilità. Rivista la disposizione della frizione e della leva del cambio.

CICLISTICA OTTIMIZZATA

Il telaio è un monotrave tubolare (con telaietto reggimotore) in acciaio ad alta resistenza su base Z750R con due traverse laterali di rinforzo, rivisto per aumentare la rigidità. Il forcellone è stato allungato: si passa da 560 mm a 572 mm. La forcella è una Kayaba (upside-down) da 41 mm con una taratura rivista e comunque regolabile nel precarico e nell'estensione. Al posteriore troviamo un monoammortizzatore, sempre Kayaba, posizionato 20 mm più a sinistra rispetto alla moto (prima era a 38 mm più a destra rispetto al centro della moto). In questo modo si è creato più spazio per il silenziatore, bilanciando meglio la moto. I leveraggi sono in alluminio ed il mono è dotato di piggyback, ed è regolabile nel precarico e nell'estensione. I tecnici Kawasaki sono intervenuti anche sui freni. I dischi passano da 300 a 310 mm, e sono a margherita. Confermate le pinze freno, a quattro pistonicini contrapposti. Non manca naturalmente la possibilità di avere la Z800 con l'ABS (Nissin). La centralina è localizzata sotto la sella del pilota, in modo da non sottrarre spazio al sottosella.

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