Tu sei qui

Ducati Multistrada: Superbike da turismo

LA PROVA Sorprendente. Quattro moto in una e grandi emozioni in sicurezza

Moto - Test: Ducati Multistrada: Superbike da turismo

Bilbao – come per tutte le persone di questo mondo, ogni tester ha dentro di se quella moto che reputa la sua nemesi, la sua fata Morgana. Si è quasi rapiti dalla volontà di salirci sopra anche se il timore di affrontarla, cadere, venir battuti risuona sempre forte. Per il sottoscritto, la Ducati Multistrada rappresentava tale  acme nel mondo motociclistico. Una moto molto alta, con sella piuttosto larga, ed una posizione che da fermo, sembra sommergerti.

Insomma, le prime sensazioni non mi trasmettevano fin da subito sicurezza o fiducia. Ore 8.30 del mattino: gli esemplari di Multistrada S sono di fronte a noi, pronte a partire. Il giro è piuttosto lungo, composto da circa 190km di condizioni mutevoli e differenti: traffico cittadino, percorsi che costeggiano l’Oceano e tratti collinari-montani con un misto stretto ed uno con curve d’appoggio ad ampio raggio e velocità sostenuta. C’è tutto insomma per provare questa “4 moto in uno”. Accendiamo il motore e settiamo la moto con il Riding Mode “Touring”, in grado di sprigionare 150 cavalli, ma con un’erogazione piuttosto morbida, con un livello di DTC impostato a 5, e l’ABS settato a 3. Insomma, piena potenza ma in piena sicurezza. La moto scorre fluida, il bilanciamento è ottimo, e iniziamo ad intuire subito cosa significa trovarsi con una moto in grado di “leggere” l’asfalto. Proprio quest’ultimo è “l’anello mancante” di questa prova. Le strade sono molto belle e godibili, ma la pioggia caduta nella notte, e lo sporco – aghi di pino, sabbietta – consiglia di mantenere sempre gli occhi ben aperti. Passato il tratto autostradale di avvicinamento, cominciamo ad affrontare qualche curva più impegnativa. La moto si inserisce sicura, scorre in maniera decisa, ed offre un livello di potenza  elevata, ma morbido, controllabile e gestibile in uscita di curva, tanto che il Traction Control non entra mai in azione; segno che la ciclistica e le gomme – le Pirelli Scorpion – svolgono più che egregiamente il proprio lavoro.

La carovana si sposta verso Playa de Armintza, dove ci troviamo di fronte anche un leggero e breve tratto sterrato. L’occasione migliore per poter mettere alla prova il Riding Mode Enduro: 100 cavalli, con il Traction Control settato a livello 2 e ABS a livello 1, e con il dispositivo di rilevamento del sollevamento del posteriore ovviamente disattivato per lasciare più libertà in queste condizioni e la deriva del retrotreno. Ci solleviamo sulle pedane e affrontiamo questo tratto. La Multistrada scorre libera, tranquilla, con la ruota posteriore che derapa, ma soprattutto con una gestione eccellente della manopola del gas. Le strade bianche possono tranquillamente essere nelle corde di questa moto. L’unico rimpianto è quello di non aver potuto saggiare fino in fondo tali condizioni.

Il feeling con la moto aumenta mano a mano che si percorrono chilometri. Quella che sembrava una moto “grande”, avvolgente, ed in grado di metterti soggezione, diventa sempre più una moto amichevole, capace di assecondarti a 360 gradi sia in fase di gestione del gas che in fase di frenata e percorrenza.

Le sospensioni Skyhook svolgono il proprio lavoro in maniera eccezionale. La cartina di tornasole è rappresentata dalla nostra mente, che in una parola possiamo definire “libera”. Ci si concentra sempre più sulla guida, fidandosi sempre di più del lavoro. Un piccolo esempio ce l’hanno offerto i molteplici dossi trovati per le vie basche: il mezzo “legge” ciò che ci attende e si comporta di conseguenza; anche a velocità sostenuta non ci ritroviamo tra le gambe una moto che rimbalza o che salta (a seconda che sia settata in maniera troppo morbida o troppo rigida), ma che armonicamente assorbe il colpo, rendendo la guida più fluida.

Il vero e proprio test però deve ancora cominciare. Impostiamo il riding mode su Sport, con 150 cavalli, un’erogazione più pronta rispetto a quanto proposto da Touring, il DTC settato ad un livello basso (liv.4), l’ABS settato a livello 2, e l’antisaltellamento posteriore disattivato, per una guida più sportiva.

Passato Lekeitio, comincia un lungo tratto di curve e controcurve da raccordare, di vario raggio e velocità, vero banco di prova di questa Multistrada. Qua, tutte le doti che avevamo potuto saggiare e intravedere precedentemente, si espongono in maniera chiara e decisa. Questa è una Superbike travestita da moto turistica! Attacchiamo le curve (sempre nei limiti che ci consentono il codice della strada e le condizioni dell’asfalto) con sempre più spinta, entusiasmo e forza. La moto asseconda angoli di piega che fino a pochissimi anni fa risultavano impensabili, e lo fa trasmettendo sempre sicurezza e fiducia. Il turismo veloce è certamente la sua anima più profonda: tanto per farvi rendere l’idea, per circa 50 km,  manteniamo sempre e solo la terza marcia: in questo modo la moto ha un’ottima velocità di percorrenza, e allo stesso tempo la risposta al gas, fin dai bassi regimi, è reattiva e pronta. Ci stiamo veramente divertendo, inutile negarlo. E lo facciamo con estrema scioltezza e tranquillità. Andiamo veloci senza patemi d’animo, ma anzi, concentrandoci solo sulle linee da seguire. Il peso e la ciclistica equilibrata ci permettono trasferimenti di carico veloci e leggeri, ma allo stesso tempo stabili. La moto è realmente uncinata, e l’unica variabile diventa il pilota, quando magari eccede con la manopola del gas, spalancando troppo o troppo presto (e, non lo neghiamo, è capitato più di una volta, mano a mano che ci affrontavamo i tornanti). In quel caso però, ci viene incontro il Traction Control, che interviene in maniera non invadente (rendendo il tutto più divertente), così come l’ABS in caso di frenata: pronto, diretto, ma non invadente. Non si avvertono i colpi secchi di quando interviene un classico ABS, anche se si pinza decisi; la ripartizione della frenata mantiene la moto in assetto e con il suo equilibrio. Il punto nodale della questione però, è che non ha più di tanto senso parlare di un sistema elettronico piuttosto che di un altro: è l’armonia e la comunicazione di DCC, ABS e DTC a rendere la moto sincera, equilibrata e appagante. Insomma, la Multistrada offre tutto quello di cui si ha bisogno per andare forte, in maniera sciolta e sicura.

Una moto che rappresentava ex ante per il sottoscritto, la nemesi, il vello d’oro irraggiungibile in termini di feeling, ma che invece, dopo 190 km di curve, ha sorpreso e lasciato con un lungo sorriso. D’altro canto, era questo l’obiettivo di Borgo Panigale: andare a lavorare sul feeling e le sensazioni di guida, per poterle adattare ad ogni esigenza più diparata. Qua però si è andati oltre: potenzialmente, ogni singolo possessore di questa moto, può ritagliarsi il proprio mezzo su misura, andando a lavorare sulle regolazioni e sui livelli di intervento di ogni singolo riding mode, e capace di offrirti un livello di sicurezza difficilmente comparabile.

Sono servite le strade di Bilbao e tante curve, ma alla fine, il sottoscritto è riuscito a conquistare la sua fata Morgana: la Ducati Multistrada sorprende, diverte, emoziona. Tre appellativi che, in un mondo come quello delle due ruote, significa che stiamo parlando di una moto con qualcosa di speciale. Il mio consiglio? Preparate le borse, prendete il set di valigie abbinato alla moto, e cominciate a macinare chilometri. Non ve ne pentirete.

Articoli che potrebbero interessarti