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Honda CB1300S: "Il Motociclettone" - PROVA

Fascino senza tempo e grande qualità percepita per la maxi nuda Honda

Moto - Test: Honda CB1300S:

Ripenso a quando ero bambino. A quando in famiglia si parlava di qualcuno che andava in moto. Erano i primissimi anni ottanta e se la moto in questione era di grossa cilindrata, sentivo dire che "quello lì aveva un motociclettone"…
Ecco, se porto i miei ricordi all’idea che mi facevo quando mi parlavano di un motociclettone, l’immagine che mi appare nella testa è quella di una grossa nuda, muscolosa nelle forme, dai colori vivaci e dal sound sibilante di un quattro cilindri in linea con scarico quattro in uno. Attualizzando i ricordi, la moto di oggi che più si avvicina a quei pensieri spensierati eccola qui, è la Honda CB1300S; ha forme abbondanti, un motorone bello grosso e in vista e colori vintage, ma è moderna, ha l’iniezione elettronica, l’ABS e il catalizzatore.

HONDA ALLA MASSIMA POTENZA

La Honda CB 1300S incarna alla perfezione lo spirito Honda. Da qualsiasi angolatura la si guardi è impossibile confonderla con un’altra giapponese, poiché incarna, attualizzandole, le forme che per tanti anni sono state care alle moto con l’ala sul serbatoio. Ritroviamo quindi un corpulento codinoche fonde insieme i tratti somatici delle moto anni settanta con quelli più slanciati verso l’alto, tipici degli anni novanta. La coda è indubbiamente la parte più riuscita del design della CB1300S, e sicuramente piacerà a chi non è avvezzo agli anoressici codini delle moto di oggi. La sezione centrale della moto è dominata dalla prepotenza del propulsore: 1.284 cc sono tanti e il quattro in linea Honda vuole farli vedere tutti. Sebbene ci si trovi davanti a un moderno motore raffreddato a liquido, il solo guardare le testate del motore CB fa venire in mente gli analoghi propulsori ad aria che spingevano le "Four" degli anni settanta. Non è un caso, infatti, che il radiatore sia quasi nascosto sotto la semicarenatura e abbia solo dei piccoli fregi in alluminio a testimoniare la sua presenza.
La sezione anteriore della moto è dominata dalla semicarenatura che, sebbene sia ben presente e protegga a dovere il pilota, non appesantisce affatto le linee del CB e quindi neanche gli Hondisti più incalliti rimpiangeranno il faro tondo della versione precedente.
Il tocco di classe che conferisce al CB1300S la giusta collocazione però, è dato proprio dalla verniciatura. Le sovrastrutture bicolore danno il giusto look vintage, ben sostenuto anche dai cerchi ruota verniciati in oro, che fanno pensare alle pregiate leghe di magnesio. La moto è disponibile esclusivamente in questa colorazione, al prezzo di 11.790 euro franco concessionario.

LA TECNICA

La CB 1300S è un progetto che risale a qualche stagione addietro, ma per la tipologia di veicolo non è affatto necessario ricorrere a tecnologie all’ultimo grido, laddove non sono funzionali alla sicurezza. Ritroviamo quindi un bel telaio doppia culla in tubi tondi d’acciaio, costruito sicuramente con un occhio più alla robustezza che non al risparmio di massa, vista la generosa sezione dei tubi. Ma del resto, su una moto del genere, conta più l’impatto visivo che non le performance pure. A cotanto telaio si abbina una forcella tradizionale con steli da 43 mm, regolabile sia nel precarico che nei freni in compressione ed estensione. Al retrotreno è montato un bel forcellone a due bracci in lega leggera, realizzato con dei profilati estrusi che fanno rimpiangere i bei tempi in cui l’utilizzo della lega pressofusa non era diffuso come oggi…
In perfetto vintage style la sospensione posteriore prevede una coppia di ammortizzatori Showa con serbatoio separato, regolabili nel solo precarico su cinque posizioni.
L’impianto frenante utilizza una coppia di dischi anteriori semiflottanti da 310 mm e un disco posteriore da 256 mm. Il circuito è dotato di ABS dell’ultima generazione e del ben conosciuto azionamento combinato Honda CBS grazie al quale frenando con la leva al manubrio si aziona la pinza anteriore sinistra più due pistoni su tre di quella destra. Azionando il pedale, invece, si frena sul posteriore e anche sul terzo pistone della pinza anteriore destra.
Molto belle le ruote a cinque razze con dimensioni canoniche di 3.50" all’anteriore e 5.50" al posteriore, che montano classici pneumatici da 120/70 all’anteriore e 180/55 dietro.

Il motore è un quattro cilindri in linea da ben 1.284 cc, con dimensioni caratteristiche di 78,0 x 67,2 mm, raffreddato a liquido e con distribuzione bialbero a camme in testa. L’alimentazione è ad iniezione elettronica PGM-FI con quattro corpi farfallati da 36 mm di diametro.
Il basamento è a carter umido e il cambio a denti dritti è a cinque rapporti sempre in presa; la frizione è in bagno d’olio e il suo azionamento è tramite comando idraulico.
Trattandosi di un motore dall’impiego turistico, il rapporto di compressione è volutamente mantenuto basso al valore di 9,6:1 e la potenza massima che ne consegue è di 114,2 CV a 7.750 giri/min. Il valore di coppia massima è di 116 Nm a 6.000 giri/min, valore che però è già disponibile oltre il 90% fin da regimi ben più bassi.

IN SELLA: RITORNO AL FUTURO
Saliti in sella al CB 1300S si ritrova l’ergonomia tipica delle maxi nude degli anni novanta. Dimensioni abbondanti, sella ampia e ben imbottita, manubrio un po’ stretto e tanto spazio per le gambe. La sensazione di contatto con la motocicletta è davvero piacevole e ci si sente subito in sintonia con questo "motociclettone" . Il propulsore Honda borbotta sornione al minimo, lasciando intuire con il suo sound cupo, che siamo di fronte a un quattro in linea di elevata cubatura unitaria. La frizione dà subito un altro indizio sulla quantità di coppia cui deve far fronte, poiché per disinnestarla ci vuole una certa energia. I primi movimenti da fermo denunciano l’elevata massa della moto, che ammonta a 271 kg in ordine di marcia (quindi compresi 21 litri di carburante), ma è sufficiente inserire la prima e partire per ritrovarsi con una moto certamente non agilissima, ma che dimostra molto meno della massa dichiarata.
Il merito va sicuramente al buon bilanciamento ciclistico e al baricentro basso, che rendono le manovre a bassa velocità facili e sicure, anche se il ridotto raggio di sterzo non aiuta molto.
Per provare il CB 1300S abbiamo scelto una bella strada extraurbana ricca di curve, per scoprire che l’assetto è piacevolmente confortevole ma consente anche di guidare con piglio sportivo sui tornanti. Certamente nei cambi di direzione è necessario applicare un po’ di forza in più sul manubrio rispetto, giusto per restare in casa Honda, a un CB1000R, ma a conti fatti il CB 1300S fa quello che deve fare e lo fa molto bene.

Il motore è il componente più gustoso e piacevole della moto: gira regolarissimo ai bassi regimi e sale di giri con vivacità. La potenza a disposizione non è moltissima, ma c’è tutta la coppia necessaria a spingere la moto fuori dalle curve con decisione. Con una fluidità da riferimento, l’utilizzo del cambio si riduce davvero al minimo e infatti ci pare più che azzeccata la scelta di montare un cambio a cinque rapporti anziché sei.
Percorrendo un tratto autostradale abbiamo verificato come il cupolino sia ben dimensionato e protegga sufficientemente il pilota, consentendo percorrenze elevate senza fatica. Se a ciò aggiungiamo anche che al passeggero è riservata una sella ampia e confortevole e che è possibile montare in aftermarket una coppia di valigie laterali, va da sé che il CB 1300S sia in grado di trasformarsi velocemente in una efficace moto da turismo. Degno di nota anche l'ampio vano sottosella in grado di contenere un buon antifurto meccanico e altri oggetti; una comodità sempre più rara sulle moto di oggi.
Ottimo il rendimento dei freni che, a dispetto delle dimensioni relativamente ridotte dei dischi anteriori, sfoderano un rendimento ottimo su strada con tutta la potenza necessaria a fermare una moto dalla massa elevata. La taratura dell’Abs è abbastanza conservativa, e questa è sicuramente una scelta condivisibile, poiché quando la massa è tanta le reazioni in caso di manovre limite possono non essere alla portata di chiunque.

A fine prova si resta affascinati dal CB 1300S, perché riporta in mente un modo di vivere il motociclismo che forse oggi stiamo un po’ perdendo, ammaliati da prestazioni sempre più estreme e da rapporti peso/potenza sempre più radicali. Sarà forse giunto il momento di tornare a quelle "motociclettone" di un tempo, che ci facevano tanto battere il cuore?

Foto: Federico Oddone

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