La dea bendata talvolta, sceglie dei suoi pupilli, dei sui prediletti, a cui viene data l'occasione di poter sfiorare con mano propria l'Olimpo, l'Apeìron, l'Arche. In altre, parole, di poter salire in sella a qualcosa di inarrivabile. In questo modo ci siamo sentiti quando, con indosso la nostra tuta Dainese con i vessilli di casa BMW, eravamo pronti a salire in sella ad una S1000 RR con sopra la tabella numero 84 e, successivamente, con quella con il numero 33.
C'è inizialmente preoccupazione: la pioggia in mattinata fa capolino sul circuito di Misano Adriatico e questo vorrebbe dire test annullato. Nel pomeriggio fortunatamente il sole fa capolino sul circuito, asciugando l'asfalto.
IN SELLA ALLA SBK DI MICHEL FABRIZIO - I meccanici tirano fuori il modello con il numero 84. Lo ammettiamo, un pò di timore c'è. Ok aver provato la moto di serie, così come la Stock, ma una Superbike è quanto di meglio il mondo a due ruote su pista possa offrire. Certo, un pochino ci tranquillizza quell' adesivo posto sulla piastra del rider romano con scritto "Prima in su". Saliamo in sella, con davanti agli occhi la strumentazione digitale; un meccanico ci accende la moto e siamo pronti a partire. Percepiamo immediatamente una moto "comoda", in grado - paradossalmente - di farci sentire a nostro agio.
Pedane, manubrio e altezza da sella risultano comfortevoli. Le spalle, e conseguentemente i gomiti, tendono a rimanere più chiusi, così da riuscire a scendere in piega in maniera più "armonica" con tutto il corpo. Dopo qualche curva presa in maniera guardinga, cominciamo a spingere sempre di più.
La moto è un laser: diretta, veloce, filante. Il motore sprigiona tanta di quella potenza da dover veramente lottare per rimanere aggrappati ai manubri, e la ruota anteriore ad ogni uscita di curva non ne vuole sapere di rimanere incollata all'asfalto, ma galleggia sempre...quando decide di non impennarsi! L'ingresso in curva ancora pinzati, la velocità in piega e lo stesso angolo grazie alle gomme slick è qualcosa di portentoso. Inoltre, la moto è veramente stabile nel tratto veloce. Arriviamo in pit-lane con un sorriso stampato in faccia: mai ci saremmo aspettati di divertirci così tanto.
IN SELLA ALLA SBK DI MARCO MELANDRI - E' il turno di provare la moto ufficiale, la BMW con la tabella numero 33 di Marco Melandri. Ci infiliamo i guanti mentre i meccanici ci scaldano la moto. Saliamo in sella e l'impatto iniziale è decisamente traumatico. Ma come? Non eravamo comodi su quella del team Goldbet? Qua la musica è diversa, la posizione di guida è molto più raccolta, e questo un pò ci mette in crisi. Percepiamo però che questa moto ha più potenziale rispetto al modello di Fabrizio. Non stiamo ancora parlando di motore, quanto di cicilistica.
La moto sembra "alta" ma comunque equilibrata e l'idea che offre è quella di setting che permette ingressi di curva a velocità impensabili. Impressioni subito confermate non appena proviamo a spingere un pò di più. Ci rendiamo conto della stabilità, della velocità nello scendere in piega e nella precisione di questo avantreno quando, nel rettilineo all'uscita della Seconda del Rio, affianchiamo una Superstock. Decidiamo di staccare e provare un sorpasso alla Quercia.
Detto fatto, scaliamo tre marce ed entriamo ad una velocità che, con la moto di serie, avrebbe significato caduta certa. La #33 invece ci asseconda al 100% entrando ad una velocità imbarazzante, tenendo la corda senza tentennamenti. Nemmeno il tempo di piegare che la rialziamo immediatamente, apriamo il gas e snoccioliamo le marce. Volendo dare un giudizio alla moto del team interno potremmo dire che questa è più "cattiva", rispetto all'esemplare del team italiano.
Ora, doppo tante, troppe parole, vi lasciamo con la nostra video prova. Un consiglio? Alzate il volume!
Per effettuare questo test abbiamo utilizzato i seguenti capi d'abbigliamento tecnico Dainese
Per degli spostamenti fulminei e precisi sulla moto, come per ranicchiarsi dietro la carena, serve una tuta dalla perfetta ergonomia, che consenta una grande mobilità in sella.Aspide con la sua innovativa costruzione 2Skin abbinata agli inserti Microelastic e agli elastici biassiali vi permetterà di muovervi in sella con la massima agilità e di mantenere la respirazione ottimale, vestendovi allo stesso tempo come un guanto.
Tecnologia e design aggressivo si fondono in questo stivale racing in Lorica® dall’elevato livello di sicurezza, grazie al sistema antisupinazione snodato DAxial in TPU, tallone ammortizzato per ridurre gli impatti da compressione, inserti in acciaio su fianchi e tallone ed in nylon su pianta e punta. Versatilità nell’utilizzo su strada in ogni condizione climatica grazie all’interno impermeabile in D-WP, ma anche comfort attraverso la regolazione del polpaccio che consente una corretta vestibilità. Suola a texture differenziata ed inserti in TPU sul fianco interno consentono un grip elevato durante la guida
Tutta la tecnologia e l’esperienza maturata da Dainese nelle corse e nella collaborazione con i grandi campioni del motociclismo ha portato allo sviluppo di questo guanto racing dal livello di sicurezza elevatissimo, e che mantiene allo stesso tempo un grande comfort di guida. Costruito utilizzando i materiali più resistenti e all’avanguardia, come titanio, fibra di carbonio, filo di Kevlar®, per consentire un’elevatissima resistenza all’abrasione e all’assorbimento degli impatti, presenta soluzioni tecniche frutto dello studio ergonomico e dei punti più sollecitati in caso di caduta.