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VIDEOTEST Integra: la moto-scooter

VIDEO E' Honda il primo "ibrido" che non fa rimpiangere né moto né scooter

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Abbandonate le…preistoriche concezioni di veicolo a due ruote, l’integra si presenta come il futuro. Di cosa stiamo parlando però? E’ una moto o uno scooter? “It’s a bike” ha esclamato Masanori Aoki, ingegnere capo del progetto durante la presentazione ufficiale. Certo, a vederlo da fuori sembra di fare un salto nel futuro, con linee particolari e personali che posso lasciare interdetti. Può piacere o meno ma comunque stupisce. Notevole la differenza tra zona anteriore e posteriore. La prima è prorompente, massiccia ma affilata, grazie anche al gruppo ottico a V, elemento di design.

Salendo in sella si nota il contro scudo che si estende fino alle gambe, in grado di offrire una posizione da moto naked. Il posteriore invece, affilato e piccolo, sembra esser ricavato dalla sella stessa, lunga e sagomata.


MOTORE SOTTOQUADRO - Motore bicilindrico parallelo fronte marcia da 670cc con angolo a 62 gradi. Questo il cuore pulsante dell’Integra. Corsa di 80mm e Alesaggio di 73: stiamo parlando di un motore sottoquadro che punta forte sui consumi. La potenza dichiarata è di 51,8 cavalli a 6250 giri, mentre la coppia è di ben 62 Nm a 4750 giri. Velocità massima? 170 km orari…ma stupisce la progressione con cui la moto prende i giri. Il merito lo vogliamo dare anche al sistema DCT. Giunto alla sua seconda generazione, il sistema Dual Clutch Trasmission, è unito ad un cambio automatico e sequenziale con paddles al manubrio. Ciò che stupisce è il software di controllo: la marcia viene selezionata in base non solo al range di giri classico, ma anche in base al grado di apertura del gas, per ottimizzare al meglio l’erogazione, la marcia, e conseguentemente i consumi e le prestazioni. Inoltre, ricordiamoci che siamo noi a intervenire sui paddles quando vogliamo, ma poco dopo il sistema si ripristina da solo in modalità automatica! In questo modo se vogliamo intervenire in un dato momento possiamo farlo, al resto poi, ci penserà la moto.


CICLISTICA SINCERA- Il telaio è in acciaio con struttura tubolare a doppio trave discendente, che scorre dal perno forcellone fino al termine del tunnel centrale, per poi percorrere la struttura anteriore con più angolazione per raccordarsi al cannotto di sterzo. Trasmissione finale a catena, che porta l’utilizzo di un forcellone scatolato in acciaio, sorretto da un monoammortizzatore multilink con un braccio di leva davvero importante, più lungo di quello di una moto tradizionale. L’interasse è bello lungo, 1525cm, ma il cannotto di sterzo ha una angolazione puramente motociclistica di 27°.

Forcella anteriore telescopica da 41mm, con escursione classica di 120mm, mentre al posteriore domina un monoammortizzatore pro-link con leveraggio progressivo.

Le ruote sono da 17”, con Metzeler Roadtec Z8: 120/60 all’anteriore e 160/60 al posteriore. I freni si affidano ad un impianto a doppio disco a margherita da 320mm davanti e 240 al posteriore. Di serie il sistema combinato C-ABS di Honda.


400 KM CON UN PIENO - Accendiamo l’Integra, mettiamo in moto e facciamo i primi metri cittadini. Non c’è dubbio…è uno scooter. L’agilità nello stretto, le sensazioni che derivano dal manubrio sono quelle. Eppure…acceleriamo, facciamo qualche tratto più veloce, qualche curva in maniera più decisa e il nostro parere cambia subito….è una moto. Il baricentro è quello di una moto, le marce si snocciolano e danno la potenza che uno scooter ti offre in un tutt’uno. Qua c’è progressività, abbinata ad una ciclistica che risponde in maniera sincera. Chiaro, non stiamo parlando di un mezzo su cui spingere sulle pedane (anche perché c’è un pianale) ma il feeling è quello di una vera e propria moto. La staccata è buona e decisa, ma avremmo preferito un doppio disco anteriore. Fortunatamente il sistema combinato ci aiuta e non poco. Il motore è progressivo e lineare e, grazie al sistema automatico di cambiata integrato, siamo liberi di concetrarci sulla guida.

Capitolo consumi. Honda aveva promesso 27 km/l, un vero e proprio riferimento per la categoria. Dopo il nostro test non possiamo che ritenerci soddisfatti. Dopo aver fatto il pieno abbiamo effettuato quasi 400 km. Di questi tempi, è un fattore da non sottovalutare. Una moto che mira a fare lo scooter e che consuma poco. Il tutto al competitivo prezzo di 8600 euro.

 

 

 

Per effettuare questo test abbiamo utilizzato i seguenti capi d'abbigliamento tecnico Dainese e caschi AGV:

RACING PELLE UOMO

Aggressività, look sportivo si fondono in questo giubbotto in pelle bovina. Dotato di spalle coiniettate con inserti in alluminio e protezioni composite, Racing Pelle è integrabile con il paraschiena di tipo G. Comfort; ergonomia e funzionalità sono garantiti dagli inserti elastici su collo, maniche e fianchi e dalla cerniera aggancio giubbino-pantalone. Prese d’aria su fianchi e petto consentono infine una gestione della temperatura interna ottimale.

 


AGV GP TECH

Calotta: SSL (Super-Super-Light) Fibra di vetro-Kevlar-Carbonio

Sistema di ventilazione: IVS (Integrated Ventilation System) con canalizzazioni ricavate direttamente nella calotta

Tessuto: Cool Max® con trattamento igienizzante

Interni: Completamente removibili e lavabili (incluso paranuca)

Visiera: Visiera Race-X piana chiara in policarbonato antigraffio e antiappannante predisposta per tear-off

Meccanismo Visiera: XQRS (Extra Quick Release System)

Taglie: XXS, XS, S, M, L, XL, XXL, XXXL

G.MARSH D-DRY

Studiato per i mototuristi che cercano qualità e cura nei dettagli, questo capo è dotato di membrana impermeabile D-Dry®, laminata con il tessuto a fibra cava Thermo, dalla mano morbida e dalla grande rapidità di asciugatura. Dotata di prese d’aria su spalle e fianchi, di una calda fodera e doppio collo removibili e di numerose regolazioni, Marsh è fornita di protezioni composite removibili e predisposizione per paraschiena

 

GUANTO GASKET


Sportività, dinamismo e tecnicità si fondono grazie ad un design che unisce estetica aggressiva e funzionalità. Nocche con inserti in TPR, imbottiture sulle giunture delle dita, palmo e taglio della mano rinforzati, cinturino antiscalzamento offrono una sicurezza di alto livello.

Lo studio ergonomico ha consentito una mobilità eccellente, grazie a inserti elasticizzati e all’esclusivo sistema Microelastic, al ricorso a tessuto elastico, ma anche alle dita precurvate dotate anche di foratura laterale.

 


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