Si era intuito che il disastro di Monza avrebbe lasciato parecchie scorie nel paddock Superbike. Al termine della giornata il team Effenbert Liberty Racing, satellite Ducati che aveva Sylvain Guintoli in pole ma ritirato nel giro di lancio di gara due, ha diffuso il comunicato al veleno che leggete sotto.
Era evidente che lasciare ad un ristretto numero di piloti la responsabilità di decidere i tempi di partenza o la sospensione della gara alzando il braccio avrebbe suscitato perplessità e ripicche. In Olanda, nel round precedente, la Race Direction aveva scelto cinque piloti chiamati a segnalare eventuali problemi in corsa, alzando il braccio. Si tratta di Max Biaggi, Marco Melandri, Carlos Checa, Jonathan Rea e Tom Sykes.
La race direction ha deciso di coinvolgere maggiormente i piloti turbati dai gravissimi incidenti che hanno funestato l'inizio di stagione: il 17enne Oscar McIntyre morto durante una gara di contorno a Phillip Island, Joan Lascorz rimasto paralizzato dopo lo schianto nei test di Imola e la rovinosa caduta di Brett McCormick ad Assen che per un soffio non ha procurato le stesse conseguenze dello sfortunato spagnolo.
A giudicare con il senno di poi, non sembra stata una mossa opportuna perchè e Monza se ne sono viste e sentite di tutti i colori. Piloti che non volevano montare le gomme rain accusate di distruggersi dopo due-tre giri anche in condizioni di full wet, Pirelli che rimandava al mittente le accuse dichiarando che invece le coperture avrebbero funzionato benissimo, piloti che non volevano partire, altri che avrebbero voluto correre. Un caos.
Il colmo è stato dopo la prima interruzione quando la race direction ha fatto fare la ricognizione del circuito a Max Biaggi chiedendogli se fosse possibile correre o meno. La sua Aprilia era smontata nel box, secondo voi Max avrebbe potuto dire si? Che poi il diluvio non avrebbe comunque permesso la disputa della gara è un dettaglio, è il principio che non va bene. Lo stesso Melandri, tra i più ostinati a non voler partire, aveva cominciato la giornata picchiando durissimo in Parabolica. Facile che sia rimasto un po' scosso dall'evento e abbia voluto a tutti i costi evitare altri guai.
Grotteschi i cambiamenti di opinione di Carlos Checa che al primo stop, quando la pista era solo umida, ha detto che non c'erano le condizioni per correre. Per poi cambiare idea appena è cominciato a piovere forte. “Bastava aspettare dieci minuti e montare due rain” ha dichiarato. Ovviamente è soltanto un dettaglio che a Monza la Ducati sarebbe stata svantaggiata sull'asciutto, per la minore velocità in rettilineo, e invece sarebbe andata a nozze sull'acqua...
Chi avrebbe voluto correre, come Davide Giugliano e Ayrton Badovini – tanto per fare due esempi tra tanti – si è dovuto inchinare ai desideri dei vecchi leoni.
L'impressione, a caldo, è che per blandire i piloti la Infront si sia messa contro parecchie squadre. L'ira del team Effenbert potrebbe essere solo la punta dell'iceberg e ricucire lo strappo sarà un lavoro complicato. Maurizio e Paolo Flammini dovranno occuparsene in prima persona.
Ecco il comunicato del team Effenbert Liberty Racing:
“La sensazione netta è quella che la categoria della Sbk abbia conosciuto oggi uno dei suoi giorni più neri, poco rispetto per il pubblico, poco rispetto per chi come il team Effenbert investe di suo, poco rispetto in generale per la parola sport, nel senso più stretto del termine. E’ inaccettabile che le decisioni fondamentali della giornata siano state prese con una superficialità neppure degna di un campionato monomarca di scooter, una tappa del mondiale SBK in fin dei conti in mano a numero ristrettissimo di team e piloti che si sono impuntati, non si sa bene con quali criteri, per boicottare le manche. Altre categorie, ugualmente titolate non sarebbero mai incorse in una farsa di tal genere, (lo dimostra infatti lo svolgimento delle gare delle altre classi senza incidenti di rilievo e senza capricci di alcun genere) questo pensiero, amaro, farà riflettere i vertici del team Effenbert sul proprio futuro racing".