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Burgess: la MotoGP mi spaventa

Il tecnico australiano vorrebbe correre con delle 600 invece delle 1000

MotoGP: Burgess: la MotoGP mi spaventa

Nato in nome della riduzione dei costi e dell'aumento dello spettacolo, il ritorno della MotoGP alla cilindrata piena ha guadagnato in egual numero sostenitori e detrattori. Tra questi ultimi, spicca l'opinione di Jeremy Burgess, capotecnico di Valentino Rossi da oltre 10 anni e già campione con Wayne Gardner e Mick Doohan.

"Il ritorno alle 1000 è una follia – l'analisi spregiudicata dell'australiano, intervistato dal giornale locale Adelaide Now È come montare un motore da macchina su una moto. Sui circuiti più veloci, un pilota in scia può oltrepassare i 360 km/h".

L'era 800 si è chiusa con una stagione all'insegna delle cadute, con le gomme Bridgestone spesso sotto accusa. Tuttavia, secondo Burgess, i pneumatici non sono il problema principale.

"Per la prima volta in 33 anni di lavoro in Europa ho dei seri dubbi sul futuro del motomondiale – ha detto – E so che anche altri tecnici la pensano così".

Oltre al problema della sicurezza, il ritorno alle 1000 non rappresenterebbe per le case costruttrici un valido motivo per investire nella MotoGP.

"Hanno già sviluppato moto da 1000cc. Un regolamento che stimoli a ottenere più potenza da un motore di cilindrata più piccola darebbe ai costruttori una ragione per partecipare al campionato".

Secondo Burgess, l'alternativa migliore sarebbe correre con delle 600 alla luce del vasto novero di campionati Supersport, che servirebbero come classi minori.

"Basta guardare alla Superbike, dove quasi tutti i più grandi costruttori al mondo sono presenti. Le persone che si occupano dei diritti televisivi non dovrebbero essere responsabili per il regolamento. Quanto alla FIM, dovrebbe rappresentare motociclisti da tutto il mondo ma abbiamo un solo Gran Premio nell'emisfero Sud".

Il tecnico australiano non sembra comunque avere intenzione di abbandonare la sfida che lo vede, per ora, in difficoltà con la Ducati di Valentino Rossi.

"Valentino non è peggiorato particolarmente come pilota, ma forse i suoi sensi si sono intorpiditi dopo tanti piccoli fallimenti. L'istinto mi dice che ce la giocheremo per il podio con Pedrosa e Dovizioso".

Per scoprire la bontà di questa profezia, non resta che attendere il GP del Qatar del prossimo fine settimana.

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