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La MotoGP con le mani nei capelli

Tagli e ancora tagli: sembra il governo Monti. Ma le soluzioni?

MotoGP: La MotoGP con le mani nei capelli

Pioviccica. Non gira (quasi) nessuno e gli schermi LCD riportano la classifica (ideale?) della nuova MotoGP: davanti a tutti Yvan Silva con la BQR Kawasaki, seguono Franco Battaini con la GP12 Ducati, quindi Yonni Hernandes con la seconda BQR ed infine Ben Spies con la M1 Yamaha.

Complice l'assenza di ossigenazione della sala stampa vaneggiamo e ci immaginiamo una MotoGP di questo tipo con ufficiali e privati in lotta l'uno contro l'altro. Roba anni '70. Interesserebbe a qualcuno? Pensiamo di no, il passato non ritorna. Ma è comunque a questo che sembra puntare la prua la (ex) corazzata che è stata la classe regina.

Dalla riunione della MSMA, infatti, sono uscite proposte aberranti e poco fantasiose: abolizione della seconda moto, il muletto (già fatto dalla Superbike), diminuzione del numero di meccanici, due sole moto ufficiali per casa (la più incredibile!), “price cap” sul costo delle moto.

“Abbiamo incontrato le Case e discusse su vari argomenti – ha detto in questi giorni Carmelo Ezpeletasu alcune cose siamo d'accordo, su altre meno. Ci stiamo ragionando in modo che al prossimo incontro, nel Gran Premio del Qatar, si possano trovare soluzioni condivise”.

Bambole non c'è una lira, è il succo del discorso, ripetuto fino alla noia, in questi giorni dal CEO della Dorna ed il fatto che questa frase di Totò, pronunciata da capocomico alla sua compagnia per informarli che non si sarebbe sbarcato il lunario, è assieme trita e deprimente, non scandalizza nessuno.

Nessuno che dica, al contrario, che prima di continuare a tagliare sarebbe il caso di trovare qualche soluzione per far circolare più denaro nella cassa dei team. Produrre uno spettacolo migliore, insomma, se le gambe della soubrette (Valentino Rossi) non attirano più abbastanza i voyeur della velocità bisogna raddoppiare gli sforzi ed investire. Su tutto: immagine, apertura ai media, invece di continuare su una strada (“facciamo la F.1 delle due ruote”) che in pochi anni ha portato il motociclismo in un vicolo.

Non abbiamo la soluzione al problema, ma sappiamo che tagliare, indiscriminatamente, dappertutto, non è il viatico per attraversare il deserto.

Per superare il momentaccio ci vogliono idee, ma soprattutto coraggio. E se storciamo il naso sulle CRT (bella idea, cattiva applicazione) è perché non si può fare i duri a metà. Il motociclismo, la classe regina, è sopravvissuta anche quando c'era una sola Casa ufficialmente in pista, ma bisogna far nascere e crescere i personaggi, consentendogli di battersi per la vittoria. San Valentino Rossi non può proteggere tutti. Specie quando fatica a stare nei primi dieci.

 

 

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