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Petrucci: un poliziotto in MotoGP

Come Corsi e Pirro, il 20enne ternano fa parte delle Fiamme Oro

MotoGP: Petrucci: un poliziotto in MotoGP

In tempi dove il motociclismo italiano stenta ad attuare un ricambio generazionale (soprattutto nelle cilindrate minori), l'arrivo del 20enne Danilo Petrucci nel motomondiale rappresenta una sorpresa. Proveniente dalla Superstock, dove ha perso il titolo per soli 2 punti a vantaggio di Davide Giugliano, Petrucci farà il suo debutto direttamente nella classe regina in sella alla CRT del team Ioda Racing.

"Sognavo arrivare nella classe regina fin da bambino, anche se forse non così presto – ha dichiarato alla presentazione ufficiale del team al Casinò di Venezia – A livello agonistico, è un gran salto dalla Superstock, ma la moto è nata benissimo e sarebbe bello finire primi tra le CRT quando si presenti l'occasione".

Per quanto si è potuto vedere durante la pausa invernale, la bontà della scommessa CRT dipenderà in gran parte dalla qualità dei piloti che le porteranno in pista. "Piloti esperti come Colin Edwards e Randy De Puniet fanno la differenza – ha detto – Però non sono molto distante dagli altri. Rispetto ai miei avversari dovrò anche imparare le piste, sulla maggior parte delle quali non ho mai corso, ma il progetto Ioda parte già a buon punto".

Abituato alle gomme Pirelli, Petrucci teme soprattutto l'apprendistato con le Bridgestone, che hanno tradito molti piloti più esperti di lui. "Mi manca esperienza con le Bridgestone, e mi intimorisce soprattutto la seconda parte di gara – ha confessato – Le Bridgestone sono più costanti e soffrono meno l'usura, mentre le Pirelli calano gradualmente dopo i primi giri. Basti pensare che a Jerez ho usato 5 treni di gomme in 3 giorni. Con le Pirelli, mi sarebbero bastati solo per mezza giornata di prove".

Con l'umiltà dell'esordiente, Petrucci ha però identificato diversi punti di riferimento sui quali impostare la propria crescita nella MotoGP. "Ammiro molto Valentino Rossi, per quello che ha fatto. Poi apprezzo la tenacia di Lorenzo e la guida di Stoner e Pedrosa. Da piccolo mi piaceva molto Schwantz, perché era una sorta di genio. Ma il mio vero idolo è sempre stato Loris Capirossi".

Il padre di Petrucci ha lavorato con l'ex-pilota romagnolo ai tempi dei suoi due titoli mondiali 125 con il team Pileri, e Danilo ha scelto lo stesso staff di preparatori atletici di Capirossi.

Per affrontare al meglio la MotoGP, il giovane ternano si allena anche su sterrato. "In passato, ho fatto molto enduro e cross. Ora mi sto specializzando nel trial perché ti consente di allenare molto i muscoli che ti servono per l'equilibrio in sella".

Danilo Petrucci sulla CRT Ioda-ApriliaPetrucci è il volto nuovo del motomondiale, rappresentante di un Italia motociclistica in fase di transizione. "Forse ci siamo un po' addormentati sugli allori dopo gli anni '90 e l'inizio dei 2000 – ha osservato – Però la crisi del motociclismo italiano non è così forte come si è spesso detto. Fenati, per esempio, ha vinto l'europeo contro spagnoli che sembravano imbattibili. Oggigiorno, a molti piloti come me manca l'esperienza con le cilindrate piccole. Io ho cominciato dalla 600 invece che la 125, perché i costi erano minori. Ormai non conviene più correre con moto piccole".

Dopo essersi laureato campione italiano e vice-campione europeo Superstock in sella a una Ducati 1198, Petrucci ha anche aiutato come collaudatore alla realizzazione della nuova Panigale, scendendo in pista al Mugello insieme a Valentino Rossi, in sella però alla Desmosedici. "Mi sono messo dietro di lui, e alle prime tre curve sono finito lungo per l'emozione. Poi mi ci sono attaccato per osservarlo, ma appena ha cominciato a spingere l'ho perso di vista. Quest'anno spero di fare meglio".

Nella stessa occasione, Petrucci ha anche incontrato il mostro sacro della Superbike Troy Bayliss. "È una persona eccezionale – ha detto – Mi sono messo in coda a lui e ho girato subito forte con la stock, forse stupendolo. Alla fine si è avvicinato e scherzando mi ha detto 'Solo gli australiani vanno forte subito' e mi ha chiesto di fare una foto insieme".

Dopo il divorzio con Ducati, Petrucci aveva offerte dal team Liberty in Superbike e diverse squadre in Moto2. Alla fine, ha preferito la scommessa CRT con il team di Giampiero Sacchi, ma la Rossa di Borgo Panigale occupa sempre un posto speciale un posto speciale nel suo cuore. "Ho un contratto di due anni con Ioda. L'esperienza in Ducati mi ha aiutato molto, e spero sia solo un 'arrivederci', non un addio".

Ma la vera sfida di Petrucci comincerà la prossima settimana, con tre giorni di test a Jerez.

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