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Il Convegno Ancma a Motodays 2012

"Brutti, sporchi e cattivi? Non scherziamo"

Moto - News: Il Convegno Ancma a Motodays 2012

La mattinata di sabato a Motodays si è aperta con un pienone di pubblico senza precedenti, Lunghissime le file alle casse testimoniano che a Roma la passione per le moto è caldissima.
La giornata di eventi e manifestazioni è iniziata sul palco del Padiglione 3 con un convegno indetto da Ancma, sul tema spinoso ed annoso delle elaborazioni delle moto stradali.
La Tavola Rotonda ha avuto come titolo: "Brutti, sporchi e cattivi? Non scherziamo" ed è stata presieduta da Pier Francesco Caliari di Ancma, l’ing. Antonio Rario della Motorizzazione Civile, Matteo Salvarano, Vice Questore Aggiunto della Polizia Stradale e Giuseppe Roncen, Direttore della rivista LowRide.
La moderazione degli interventi è stata affidata ad una "penna famosa" del mondo del giornalismo, Vincenzo Borgomeo, che ha gestito la conferenza, dando la parola dapprima a Caliari che ha dato l’incipit al dibattito ricordando che oggi il mondo del "tuning" abbraccia il mondo della moto a 360° e non è più essenzialmente legato al mondo Harley.
Nell’opinione di Caliari, "Il settore del custom è un’isola felice in questo momento, insieme al moto turismo. Io credo che questo sia un momento particolare in cui la gente stia cercando la propria identità, personalizzando la moto senza però andare contro la legge".

Borgomeo poi passa la palla al Vice Questore Salvarano chiedendo com’è la situazione vista dalla parte della polizia.
La Polizia Stradale si occupa di dare indicazioni e chiarimenti, ma dobbiamo anche fare repressione laddove necessario, anche se quella è davvero l’ultima analisi che prendiamo in considerazione. Ricordiamoci che la Polizia stradale nasce come corpo di motociclisti quindi è dalla parte dei motociclisti.

Gli risponde Roncen interrogato sul rapporto tra bikers e polizia.
"Innanzitutto chiariamo che il rapporto con chi si occupa di sicurezza è di simpatia reciproca, perché sono comunque appassionati motociclisti. Per quanto riguarda il mondo biker, devo riscontrare che l’utilizzo della moto è sempre più civile e moderato, senza agonismo e atteggiamenti border line che vengono repressi. Certo è che se potessero esserci degli adeguamenti normativi che interessano il mondo del custom sarebbe meglio."

Interviene Caliari: "Io credo ci sia al momento una grande ignoranza perché la gente non sa cosa può e non può fare. E’ all’ordine del giorno che ci sia gente che non sa se può montare un impianto di scarico o un disco freno diverso dall’originale"
Questo in effetti è il punto cardine della questione, che il convegno intende trattare, e Borgomeo, a questo punto lascia la parola proprio all’ing. Rario della motorizzazione, affinchè cerchi di chiarire un po’ la questione normativa in Italia.
"Ormai le moto oggi sono omologate a livello europeo, ma solo finchè si parla di moto originali, nel tuning non è così perché ci sono diverse regole nei vari paesi. La normativa in Italia è sicuramente un po’ severa o "cervellotica". Da un paio d’anni però, il Ministero dei Trasporti ha preso in mano la situazione e diramato i primi decreti che sulla sostituzione dei componenti, di cui il primo ha interessato i freni e gli impianti di scarico.
In Germania è tutto più facile perché ci sono gli uffici del Tuv, ma tante volte capita che uffici decentrati omologhino componenti senza che l’ufficio centrale lo sappia. Noi vogliamo che i componenti siano soprattutto sicuri ed è ciò che vogliamo salvaguardare.


Borgomeo sostiene, poi, che non è facile anche per la Polizia identificare cosa sia omologato e cosa no.
A rispondere è ancora Salvarano: "Noi partecipiamo periodicamente a corsi di aggiornamento nel nostro centro di Cesena, mentre quando siamo di pattuglia su strada abbiamo modo di verificare le circolari normative in tempo reale, quindi grosse difficoltà non ce ne sono. Poi facciamo incontri nelle scuole a carattere preventivo e non repressivo per educare i giovani."

Le pene del nuovo codice sono severissime, come può riassumerle?
"La sanzione più pesante, al di là della sanzione pecuniaria, è quella che interessa dati riportati sulla carta di circolazione che viene ritirata e inviata alla motorizzazione e il proprietario sarà obbligato a portare il veicolo alla revisione e prova per poter tornare a circolare."
Interviene Roncen: "Questa è la fotografia della realtà ma è vero anche che man mano che ci sono prodotti omologati e certificati, questa situazione diventa sempre meno frequente."

E’ la volta di Pier Francesco Caliari che riprende le redini del discorso calcando la mano sul fatto che: "Il mercato dell’aftermarket vale annualmente in Italia circa 80 milioni di euro, e ci sono situazioni paradossali di motociclette (quando non i soli libretti) che partono per altri paesi, come Germania, Irlanda e Inghilterra, vengono lì omologate e tornano in Italia pronte per circolare, e la nostra motorizzazione è costretta a recepire le omologazioni europee, e ciò è avvilente.
Sappiamo che la trafila è lunga e complessa, ma soprattutto sappiamo che gli impiegati preposti molto spesso non sono in grado di dare le corrette indicazioni per la trafila da sbrigare.
In Germania è tutto più facile perchè le norme sono uniformate e ci vorrebbe una normativa chiara e accessibile per i clienti anche da noi"
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La motorizzazione, a questo punto è messa un po’ alle strette, l’ing. Rario si difende ammettendo che "indubbiamente c’è molto ancora da fare, ma stiamo lavorando sodo per migliorare la situazione. Purtroppo dobbiamo anche fare i conti con una cronica carenza di personale, che ci impedisce di agire in via tempestiva. Ciò che è fondamentale, e non va mai perso di vista, è il bisogno di assicurare l’incolumità dell’utente, e quindi di garantire che qualsiasi componente aftermarket sostituibile di una motocicletta sia sicuro al 100% come quello di serie".

Il Convegno, quindi, si chiude qui assumendo una sostanziale valenza da parte di Ancma di portare a galla dei problemi di lungo corso. Quanto esposto, però, porta anche ad un sostanziale nulla di fatto da parte delle istituzioni che dovrebbero, a nostro avviso, porre prontamente rimedio a questioni burocratiche che relegano il nostro paese tra gli ultimi in quanto a normative sull’aftermarket, ricordando anche che regole chiare e accessibili a tutti possono solamente essere di stimolo per il mercato dell’aftermarket dove, ribadiamolo, le aziende italiane hanno qualità da vendere.


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