Suppo: la colpa Stoner? Battere Rossi

"La prima volta in Ducati si fece firmare un modellino da Loris Capirossi"


Il team manager della Honda HRC Suppo ama le sfide prima tra tutte quella chiamata Casey Stoner: “Nel 2005 avevo già conosciuto il papà di Casey. Mi piaceva da matti come andava, si vedeva che era una bestia. Quando con Gibernau non abbiamo trovato l’accordo economico, con Domenicali ci siamo detti: proviamo il ragazzino. Casey era un rookie nel team di Lucio Cecchinello. Faceva paura: aveva saltato i test invernali perché s’era rotto una spalla ma era arrivato sesto alla prima gara, quinto con partenza in pole alla seconda e secondo alla terza. Che fosse un fenomeno non c’era dubbio. La prima volta che è entrato nel garage a Valencia, nel 2006, ha portato un modellino della Ducati per farlo firmare a Loris. “È per un tuo amico?” gli abbiamo chiesto. “No, è per me”. Non lo dimenticherò mai".

Per tutti, con la Ducati era quello che sfruttava l’elettronica. Adesso quello che la sfrutta meno. Qual è la verità? "La seconda. Quando dicevano che vinceva grazie all’elettronica, alle gomme e al motore la sua colpa era una e una sola: quella di battere Rossi. Nel 2007 ha vinto dieci gare, anche in piste dove il motore contava poco. Quello è stato l’anno dell’apoteosi della difesa di Valentino, perché nessuno accettava che ci fosse uno più forte di lui".

Domanda da un milione di dollari: che cos’ha la Ducati che non va? "La mia sensazione è che, avendo Valentino, non si siano accontentati di performance, come dire, normali, ma che abbiano voluto fare anche di più di quello che era nelle loro possibilità. Io non ho mai visto la Ducati fare così tanti cambiamenti come quest’anno".

Su chi punterebbe Livio Suppo, oggi? "Sanno tutti qual è il pilota più interessante del momento, uno spagnolo molto vicino alla Repsol: Marc Marquez. Poi Maverick Viñales in 125" .

L'intervista completa su Riders Italian Magazine.

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