Francis Battà: Addio Superbike!

Il team Alstare Suzuki si ritira dalle competizioni


Fulmine a ciel sereno? Non proprio perché le avvisaglie si erano avvertite nei giorni scorsi. La notizia è di quelle che comunque sconvolgono il Paddock del Mondiale Superbike. Francis Battà getta la spugna, lasciando il campionato delle derivate di serie, e ritirandosi definitivamente dalle competizioni.

Lo fa, con un’intervista al vetriolo rilasciata a CycleNews, parlando della fine del rapporto di collaborazione con Suzuki, e dell’avvicendamento che il Mondiale Superbike avrà a partire dal 2012 con l’ingresso della compagine Crescent-Yoshimura.

Ecco, proprio quest’ultimo punto suonava come un campanello d’allarme nella questione. Pochi giorni orsono, il team capitanato da Paul Denning, vice-campione in BSB, annunciava un accordo di partnership con Yoshimura per la preparazione dei motori e degli impianti di scarico.

Nella sua intervista, il manager Belga parla di un colloquio avvenuto con i vertici di Hamamatsu, più precisamente con Mr. Nakai, in cui veniva richiesto indietro tutto il materiale tecnico e le moto, specificando anche come due ingegneri provenienti dal Giappone, avrebbero provveduto a controllare e supervisionare.

Rispetto. Questo il punto nodale e fondamentale dell’intervista. Più che del passaggio vero e proprio di consegne da Alstare a Crescent . Più che della fine dell’attività agonistica in se e per se.

Rispetto riscontrabile all’interno delle parole del manager Belga, mentre parla della mancanza di aggiornamenti di una moto rimasta immutata dal 2008 in poi, e che solamente grazie allo sviluppo realizzato dai tecnici Alstare, si è mostrata competitiva al punto da combattere per il titolo nel 2010 con Leon Haslam. Proprio sul senso dell’onore, Battà si è lasciato andare alla seguente dichiarazione:

Questa situazione dimostrerebbe la grave mancanza di rispetto, secondo gli standard giapponesi, da parte di Suzuki, se hanno deciso di rivedere i dodici anni di collaborazione con Alstare, switchando verso il team Crescent, e dopo aver fatto presente di non avere Budget sufficiente per poter continuare come team Factory”.

Il secondo punto cardine dell’intervista è la fedeltà, che Battà sottolinea rivelando (come avevamo già scritto) come Kawasaki prima e Yamaha poi avevano avviato contatti con la Factory belga, tutti declinati per poter continuare proprio con la casa di Hamamatsu.

Non manca un capitolo sull’operazione-MV Agusta: “sembrava un’opzione attraente, una volta che Suzuki mi aveva comunicato la volontà di abbandonare gli investimenti in Superbike. […] Ho cercato di fissare vari appuntamenti con Massimo Bordi di MV Agusta a Varese per discutere insieme, ma ogni volta lui rinviava l’incontro, così ho pensato non ci fosse tutta questa volontà di impegnarsi nelle corse”.

 

Francis Batta con Max Biaggi nel 2007"Non è una questione di cambiare pagina, ma di chiudere il libro e di riporlo su di una mensola".

Si chiude quindi una delle storie più longeve che il Mondiale Superbike abbia conosciuto. Una storia, nata nel lontano 1995 con la Ducati, ma proseguita dal 1998 proprio con le moto di Hamamatsu. Anni di crescita e trionfi, come i titoli continentali in Superstock 1000 con Vittorio Iannuzzo e Michel Fabrizio nel 2002 e 2003, i tre Mondiali Supersport con Fabrizio Pirovano e Stephane Chambon ed il campionato mondiale Superbike nel 2005 con Troy Corser. Indimenticabile il 2007, stagione in cui proprio Battà riuscì a calamitare l’attenzione mondiale di appassionati e non, portando tra le derivate di serie un campione del calibro di Max Biaggi.

Vulcanico e sempre coerente con i suoi dettami, anche in questi ultimi anni in cui la crisi economica aveva portato il team a dover rivedere i propri piani; una compagine, la sua, vista sempre come riferimento per il Circus iridato.

Francis Battà, prima ancora che team manager, è stato un grande amante delle derivate di serie. Un personaggio di tale caratura mancherà sicuramente al Mondiale Superbike.

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