L’unico top rider ad avere cambiato tutto per il prossimo anno è stato Andrea Dovizioso, cresciuto all’ombra dell’ala dorata e passato sotto i colori della Yamaha. Un nuovo team, il Tech 3, una nuova moto a cui va sommato il cambio di cilindrata, comune per tutti i piloti. “Sono davvero tante novità tutte in una volta e un po’ mi hanno destabilizzato – ammette il forlivese – ho bisogno di tempo per assimilare tutti i cambiamenti”.
UNA MOTO, DUE FACCE – Il suo apprendistato è iniziato per gradi prima tre uscite con la 800, poi il passaggio alla nuova mille. “E’ stata una bella giornata – dichiara il Dovi - La mia priorità è stata quella di trovare una buona posizione sulla moto, se non hai quella fai fatica a lavorare sugli altri aspetti”. Le prime sensazioni sono state subito buone, soprattutto per quanto riguarda l’anteriore e l’erogazione del motore. “Mi sono subito trovato a mio agio in frenata e in inserimento di curva, come mi aspettavo vedendo girare la Yamaha dall’esterno – spiega - E’ quasi simile a un 2 tempi come guida, dietro scivola veramente poco e ha un buonissimo freno motore. Poi si può contare su un’erogazione molto dolce, che ti permette di aprire il gas con la moto ancora molto inclinata, è facile da controllare”.
Qualche problema arriva invece dalla fase di accelerazione: “il grosso punto debole è nell’uscita dalla curve – continua Andrea – La M1 si impenna molto facilmente, non solo la 1000 ma anche la 800, e inoltre soffro molto il pompaggio in accelerazione. Dobbiamo capire ancora i motivi perché questo problema per gli altri piloti non è così importante come per me. Questa è la cosa principale su cui concentrarsi, non so se riusciremo a risolverlo domani, ma sarà importante chiarirsi le idee per poterci lavorare in questi mesi in cui non proveremo”.
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HONDA VS YAMAHA - Il bilancio è comunque positivo e il Dovi non assolutamente deluso dalla sua decisione. “Sono contento della mia scelta, mi aspettavo dalla Yamaha queste caratteristiche che si adattano al mio stile di guida – afferma - In inserimento ho tanto ancora margine, questa moto non ha i limiti in questa fase che ha la Honda, un problema su cui abbiamo lavorato tanto senza essere mai riusciti a risolverlo. In uscita perdo invece tantissimo, nei rettilinei, nelle accelerazioni, non riesco a sfruttare la potenza”. Un difetto che potrebbe essere dovuto anche al differente cambio: “come velocità non è tanto diverso da quello della Honda ma è un po’ più brusco – dice – questa potrebbe essere la causa delle impennate”.
Tempo per migliorare ce n’è ancora, fra meno di 24 ore sarà di nuovo in pista: “Oggi abbiamo fatto tanto lavoro, ma devo rimanere allo stesso tempo calmo – conclude il Dovi – devo ancora capire molte cose. Se risolverò i problemi, questa è una moto che ti permette di andare molto forte e si adatta soprattutto molto bene alle Bridgestone”.