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Valencia, ore 10:00.
Non è ancora terminato il warm up della MotoGP e l'adesivo con il numero 58 di Marco Simoncelli comincia a comparire sui plexiglass dei cupolini dei piloti.
I ragazzini della 125 e quelli della classe 'superiore', della Moto2, sono già pronti, in sella alle loro moto, per onorare l'amico scomparso.
Ognuno uscirà dal poprio box con il contributo che in cuor suo ha deciso di regalare al Sic: chi ha un casco dedicato, chi il 58 cucito sopra al cuore, chi ha sulla carena il profilo stilizzato di Marco in versione anni '70, con la scritta 'race your life', primo e unico comandamento del Sic.
Valentino Rossi si infila una maglietta bianca con il 58, prende una bandiera e monta sulla sella della sua Ducati, con il casco che per metà è quello di Marco e per metà è il suo, e si avvia insieme a tutti gli altri.
Un'affollata ondata di persone commosse si assiepa in pitlane, e lascia sfilare le moto verso l'ingresso in pista. Sono tantissime, tutte e tutte insieme come mai si è visto, ma davanti a loro ce n'è una che ha il 58 quello vero: è la moto di Marco Simoncelli, guidata dal campione Kevin Schwantz.
Schwantz è stato chiamato qualche giorno fa dal team Gresini per onorare la Honda di Marco. E il leggendario campione texano così amato dai tifosi non si è dovuto lasciar convincere. Gli occhi azzurri si annacquano dall'emozione.
I piloti sfilano silenziosamente tra i cordoli del Circuito Ricardo Tormo, salutati da un pubblico composto che aveva promesso 'un minuto di casino' ma che casino non riesce a fare. Tutti sono ancora increduli per quanto è accaduto.
Sulla torre del corpo centrale dell'edificio viene issata una gigantografia del Sic sorridente, con quella faccia da Sole con attorno raggi fatti di riccioli ramati.
Le tracas scoppiettano e vanno ad aggiungere nuvole alle nuvole, i lapilli salgono in cielo: “Sic, diobò, stai guardando che festa ti stiamo facendo quaggiù?”.
