Dovi: sono cresciuto insieme al Sic

Una rivalità iniziata a 8 anni: "rimane un vuoto, ma voglio ricordarlo in pista"


Il destino a volte intreccia incredibili trame per legare insieme il destino di due persone. Prende strade apparentemente incomprensibili per fare annodare le vite di due ragazzi tanto distanti quanto affini. Se ne è accorto nel peggiore dei modi Andrea Dovizioso, che con Marco Simoncelli aveva un rapporto di rivalità nato fin dalle prime gare in minimoto.

E’ da quando avevo 8 anni che io e Marco in un modo o nell’altro ci confrontiavamo, eravamo vicini – dice il forlivese – La nostra evoluzione sportiva l’abbiamo fatta assieme, anche se non nello stesso preciso momento. Era un pilota a cui guardavo e che temevo, tosto e che dava sempre il 100 per cento in pista. Il Sic era sempre presente nei miei pensieri, era quello con cui mi faceva più effetto lottarci insieme, batterlo o essere battuto”. Una rivalità e un’antipatia agonistica che non hanno mai intaccato il rispetto che nutrivano l’uno per l’altro.

Quando è scomparso si è aperta una voragine nel cuore del Dovi: “fino al giorno dei funerali quello di Marco era un pensiero fisso, impossibile pensare ad altro – spiega – Martedì ero andato dalla sua famiglia e vederla così forte e unita mi ha aiutato. Dopo giovedì è come se si fosse tirata giù una saracinesca, anche se il pensiero rimane”. Andrea è riuscito a trovare una nuova forza: “in questi momenti bisogna cercare di trasformare tutti i sentimenti negativi in motivazioni, bisogna farlo per Marco, lui ne sarebbe contento. Non bisogna dimenticare che ha finito la sua vita nel modo migliore, senza soffrire e facendo quello che amava”.

Domani sarà il momento di ritornare in sella: “non ho paura – assicura Andrea – nei giorni scorsi ho guidato la moto da cross per sfogarmi e non ho avuto nessuna sensazione negativa. Questa è la nostra passione, quella che ti permette di guardare sempre avanti, anche se il vuoto lasciato da Marco rimane”.

Questo saranno giorni importanti per il Dovi: “l’ultima gara in HRC, il terzo posto in campionato da giocarmi con Pedrosa, martedì il primo test con la Yamaha, la mia nuova moto – continua – Sono tutte sensazioni che non ho mai provato e che non riesci a gestire, è come se avessi meno autocontrollo di me stesso”.

Fino al momento di chiudere la visiera del casco, e correre, con il Sic negli occhi e nel cuore.

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