Valencia: l'ultimo ballo della 125

Da Valentino Rossi a Marco Simoncelli, l'ottavo di litro chiude dopo 62 anni di corse


Il week-end di Valencia, oltre ad assegnare due titoli mondiali, sancirà la fine dell’era delle 125cc e la scomparsa dei motori a due tempi dalle griglie di partenza del motomondiale.


Questo percorso di rinnovamento tecnico è iniziato nel 2002 con la sostituzione della 500 con la MotoGP, e ha continuato l'anno scorso con l'introduzione della Moto2 da 600cc a scapito della 250. Dal prossimo anno, la 125 verrà sostituita dalla Moto3, che utilizzerà motori a quattro tempi da 250cc.

Nico Terol, su Aprilia, dovrebbe aggiudicarsi l'ultimo titolo dell'ottavo di litro, avendo 20 punti di vantaggio sul diretto rivale Jonathan Zarco, su Derbi. Rimane invece aperta la lotta per il terzo posto, con la giovane promessa Maverick Viñales a soli due punti di distacco dall'italo-tedesco Sandro Cortese.


La 125, avendo fatto parte del motomondiale ininterrottamente dal 1949 ad oggi, è la classe con il maggior numero di gran premi disputati. Quando il regolamento non prevedeva limiti di età, questo campionato era appannaggio di specialisti, solitamente "pesi piuma" dalla statura minuta, in grado sfruttare al meglio la leggerezza e velocità in curva delle moto. Col passare del tempo, la 125 è diventata una tappa obbligata per i giovani piloti nonchè fucina di talenti. Tra gli iridati dell'ottavo di litro ancora in attività ci sono nomi del calibro di Valentino Rossi, Loris Capirossi, Dani Pedrosa, e Andrea Dovizioso. Ed è appena il caso di notare che anche Marco Simoncelli, come tutti i migliori piloti, aveva iniziato con la ottavo di litro.


In principio, il campionato 125 era dominato dalle monoalbero a 4 tempi della Mondial e MV Agusta. Con quest'ultima, Carlo Ubbiali vinse 5 titoli mondiali tra il 1955 e il 1960, con l'unica eccezione ad opera di Tarquino Provini nel 1957, in sella ad una Mondial.

L’entrata nelle competizioni delle giapponesi, negli anni '60, segnò l’inizio dello sviluppo del motore a due tempi. Inizialmente, questi motori erano pluricilindrici. La Honda arrivò addiruttura ad un cinque cilindri in linea, iridato nel 1966 con lo svizzero Luigi Taveri. Dal 1961 al 1970, Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki si sono alternate in vetta alle classifiche.

Di lì a poco, l'Italia tornò a dominare il campionato, con ben 13 titoli costruttori consecutivi conquistati dal 1975 al 1987 dalla Morbidelli, Minarelli, MBA, e Garelli. Tuttavia, la moto di maggior successo rimane la bicilindrica Garelli 125 GP, che negli anni '80 conquistò 6 titoli piloti consecutivamente (oltre a 4 titoli costruttori) con Angel Nieto, Luca Cadalora, e Fausto Gresini.

Nel 1988 cambiò il regolamento, ammettendo solo monocilindrici a due tempi. Da lì in poi, Honda e Aprilia si sono divise in maniera quasi esclusiva i titoli piloti e costruttori. La casa di Noale ne ha collezionati ben 9 negli ultimi 15 anni, ma la Honda detiene il record assoluto con 14.

Il campionato 125 è stato storicamente un feudo italo-spagnolo per quanto riguarda i piloti iridati, con ben 23 titoli mondiali vinti dall'Italia e 14 dalla Spagna. Nell'albo d'oro, svettano i 5 titoli di Carlo Ubbiali negli anni '60, superato solo dai 7 di Angel Nieto.


Il motomondiale ha affrontato numerosi cambiamenti nell'ultimo decennio. Con l'addio della 125, scompare l'ultimo simbolo di un motociclismo d'altri tempi. Tuttavia, della 125 resteranno alcuni ricordi indelebili: l'odore acre dei lubrificanti, l'eco acuta dei motori, ma soprattutto le tantissime gare terminate sul filo di lana.

Articoli che potrebbero interessarti