La conquista dell’ultimo titolo del mondo della classe 125, che dal prossimo anno verrà sostituita dalla Moto3, è poco più di una formalità per Nico Terol. Lo spagnolo del team Aspar arriva all’ultimo Gran Premio, sulla pista di casa di Valencia, con 20 punti di vantaggio su Johann Zarco. L’unica possibilità per il francese di mettere le mani sul Campionato è di vincere l’ultima gara e sperare che Terol non vada oltre la dodicesima posizione, in caso si parità di punti sarebbe lo spagnolo ad aggiudicarsi il titolo, in virtù del maggior numero di vittorie in stagione. Il numero 1 sulla carena doveva essere una questione già chiusa in Malesia, ma il caldo e la pressione hanno giocato un brutto scherzo a Nico.
Sei quasi rimasto senza fiato a Sepang.
“La notte prima della gara ero un po’ nervoso, sapevo che sarebbe stata una gara dura, potevo diventare campione del mondo ma sarei dovuto arrivare davanti a Zarco. Nelle prove avevo un buon ritmo, ma per la gara sono cambiate le condizioni della pista e anche le nostre prestazioni. È stata una prova durissima, sempre in gruppo, e non ho amministrato bene le energie. Ho preso qualche spavento negli ultimi due giri ma ho lottato per la vittoria fino all’ultimo. Ho mostrato coraggio, potevamo fare un gran risultato come finire con uno zero. Per tutta la gara ho sempre puntato alla vittoria e sono orgoglioso per questo. Ho finito distrutto e sono stato portato alla clinica mobile per un colpo di calore, fortunatamente non era niente di grave”.
Come hai reagito dopo l’imbarcata, cosa ti è passato per la testa?
“Tante cose, ma soprattutto che una caduta sarebbe stata disastrosa. Mi sono detto ‘tienti forte Nico e non cadere’. Poi mi sono detto che non sarei caduto perché non era destino e che se non fossi andato a terra il Campionato sarebbe stato nostro prima o poi. Siamo la squadra che se lo è meritato di più, quella che ha ottenuto più vittorie e pole position, e certamente quella che ha firmato le gare migliori. Mi sono infortunato e mi sono ripreso, a Brno abbiamo rotto e ci siamo ripresi, penso che ci meritiamo questo titolo più di chiunque altro”.
Cosa hai fatto in questa settimana di riposo?
“Ho mangiato molto e in maniera sana. Mi sono riposato per tutto il giorno sul divano e ho fatto delle lunghe passeggiate in montagna con i miei cani. Da venerdì scorso non mi sono allenato per recuperare dalla disidratazione che ho sofferto a Sepang. Ho anche lavorato molto con il mio fisioterapista, Jordi Reig, per recuperare dalle contratture. Ero a pezzi, questo periodo di riposo mi è servito per riprendere fiato e arrivare alla gara di casa al cento per cento. Questo break mi ha fatto bene”.
Il Gran Premio di Valencia sarà molto più caldo di quello di Sepang e non per le temperature. Sei pronto?
“Sì, completamente. So che sarà ci sarà moltissima gente, tanti tifosi che mi sosterranno, e io lo apprezzo. Dovrò cercare di non deconcentrarmi”.
Cosa ti aspettati dai tuoi compagni di squadra, di Valencia come te?
“Sono due grandi piloti e sono sicuro che nella gara di casa saranno all'altezza. Hector Faubel questa stagione ha provato un po' di tutto. E' molto veloce, e amo questo circuito, vorrà certo finire bene la stagione, e lotterà con i primi dal Venerdì. Adrian Martin conosce la pista alla perfezione e sono convinto che farà un grande risultato”.
Un pilota di Valencia che si gioca in casa il titolo dopo 22 anni…
“Incredibile! Firmerei adesso se il mio compagno Hector Faubel, anche lui di Valencia, vincesse e io salissi con lui sul podio vincendo il Campionato. Il mio obiettivo per domenica è chiaramente il titolo della 125”.
Hai pensato a qualche festeggiamento speciale?
“Vorrei mostrare il mio sostegno alla famiglia di Marco Simoncelli , che è stato un grandissimo pilota ed una persona ancora migliore. Qualunque cosa accada domenica, per tutto il fine settimana e anche in futuro terrò il numero 58 sul mio casco. Per quanto riguarda i festeggiamenti preferisco non pensare a nulla, festeggerò con la mia gente, ma non so ancora cosa farò”.
Hai sempre detto che avresti preferito vincere il titolo non in Spagna, ma te lo giocherai in casa. Cosa vorresti chiedere a tutti i tifosi che verranno a Valencia domenica?
“E' vero, mi sarebbe piaciuto correre con il titolo già assegnato per potere lottare per la vittoria senza nessuna pressione, ma le cose sono andate diversamente. Voglio dire loro di venire a sostenermi e a incoraggiarmi nel circuito dove ho imparato a correre, dove sono cresciuto e dove ora posso realizzare il mio sogno”.