Simoncelli era un grand'uomo

E' l'opinione di Aldo Drudi: "Sapeva lanciare il cuore oltre l'ostacolo"


“Si sono sprecati molti discorsi su quello che è successo a Sepang…Del mio amico Sic io so solo, e lo so per certo, che non avrebbe barattato un secondo della sua vita con una vita... ‘normale’, una vita senza moto”.

Così Aldo Drudi, autodefinitosi il creatore del pilota fighetto, omaggia l’amico Marco Simoncelli nell’intervista rilasciata a MAX in edicola e su iPad da giovedì 3 novembre con un numero speciale dedicato alle due ruote, celebrato dal designer con due caschi special edition.

“Il rammarico più grande è che non ha avuto il tempo di mostrare il grand’uomo che era, in pista e nella vita. Era uno che sapeva lanciare il cuore oltre l’ostacolo, sempre”. L’amore quello per le due ruote che Drudi condivideva alla cava con Rossi e Simoncelli: “Se non avessi anch’io la passione della moto dubito che capirei il coraggio ma anche la paura, che è indispensabile perché il coraggio non sia incoscienza…Quando l’eventualità della caduta diventa realtà, rimaniamo sgomenti, a disagio, come traditi. Così mi sento io dal Gran Premio della Malesia”.

E sulla guida di SuperSic: “…Era un vero corridore, come si dice in Romagna: uno ruspante, scarpe grosse e cervello fino. La guida del Sic era fisica ma mai rozza. Era così di carattere: conciliante anche nei momenti di attrito e poi, in pista, meglio lui di qualsiasi Lorenzo che sarà anche sofisticato ma ha i limiti del costruito”.

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