"Ho insegnato a Sic a non mollare"

I ricordi della famiglia Simoncelli: "siamo fortunati per quello che ci ha dato"


Martedì sera su Canale 5, Matrix, la trasmissione di approfondimento giornalistico condotta da Alessandro Vinci, ha dedicato una puntata speciale a Marco Simocelli. I genitori di Marco, Paolo e Rossella, e la fidanzata Kate hanno parlato davanti alle telecamere, hanno ricordato il Sic, un ragazzo come tanti con un talento però unico. La famiglia Simoncelli era un clan unito, nelle corse come nella vita di tutti i giorni. Marco era il loro centro.

Gli avevo insegnato ad essere un guerriero, a non mollare mai…non so se ho fatto bene o male - ha detto il padre Paolo - Domenica voleva vincere sapeva di poter far bene… non lo so… ho fatto bene? ho fatto male? Ho sbagliato qualcosa? Non lo so…” Sulla dinamica dell’incidente invece non ha dubbi: “Una coincidenza, bastavano 10 centimetri e gli prendevano la spalla e invece hanno preso proprio fra il collo e la testa. Comunque è bellissimo anche da morto e gli volevo un sacco di bene”. Mostrando l’Aprilia 250 con cui vinse il titolo mondiale 2008 ha raccontato:”in camera dormiva con la moto di fianco”.

Noi lo abbiamo accompagnato solo in quello che gli piaceva fare. La vita, se non facciamo quello che ci piace, diventa un rimpianto e lui sicuramente di rimpianti non ne avrà – è sicura la madre RossellaCi ha lasciato un bel ricordo e un bel messaggio e noi siamo fieri che sia stato così”. Una vita troppo breve ma vissuta con la gioia e la spensieratezza di un ragazzo che ama quello che fa. "Era molto ironico, cercava sempre di sdrammatizzare le cose – ha continuato la madre -  certamente questa è una cosa che non si può sdrammatizzare perché è così e basta, però noi lo dobbiamo tenere vivo, essere sereni e tenerlo vivo. La vita deve andare avanti, Marco ci sarà sempre. Sono sempre convinta di essere una mamma fortunata per quello che ci ha dato Marco, e per la Martina che è rimasta con me”.  E ha concluso: “Ci mancherà molto perché era un grande casinaro , la casa era bombardata da quello che lasciava in giro, dal suo tono di voce forte, questo chiasso ci mancherà. Non ci è mai passato per l’anticamera del cervello di pensare “se non avessimo fatto”.

Dimenticare non si può, posso solo conviverci con questo dolore – sono le parole della fidanzata KateAll’inizio credevo di non farcela ma in queste ore ho pensato di non poterci convivere con questo dolore, per me, per i genitori di Marco, ora sono quasi convinta di potercela fare”. I due ragazzi stavano arredando nelle ultime settimane la casa che avrebbero diviso insieme. “Oggi sono andata nella nostra casa, ho provato a dirgli che mi aveva detto che non ci saremmo mai lasciati, e invece si è sbagliato – dice Kate - Ci ho provato a dirglielo, e ho pensato che magari mi succede come in “Ghost”, lo avete visto il film? Penso che magari quando sarai pronto fai così, che mi dia un segnale per continuare. Tutti dicono che sono giovane, ma non sono fortunata: ho ancora settant’anni davanti prima di raggiungerlo, è lunga”. Kate era ai box del team Gresini domenica, a Sepang: “Quando ho visto che non aveva il casco ho capito che non c’era niente da fare, ho pregato, e mi sono venute in mente le parole del suo capotecnico che gli aveva detto “non mollare mai”. Speravo che anche in quel momento lo stesse ascoltando ma invece non era così. Lui in ogni gara diceva, se qualcuno si faceva male, diceva “e oh sono le corse, se non vuoi farti niente stai a casa”. E ora penso che vorrebbe che finissi quest’intervista dicendo “e oh sono le corse.

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