Un ragazzino dolce e veloce

IL RICORDO La prima volta su una 125 a Vallelunga non sfuggì a alcune appassionate

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Non dirò che ero sua amica, perché non lo ero. Eppure lui per me non era niente di simile ai personaggi distanti e virtuali che vedi in TV. La sua morte, invece, mi ha colpito così forte che non riesco ancora a respirare normalmente.

L’ho incontrato per la prima volta circa 10 anni fa. Non ricordo i dettagli dell’evento, ma eravamo al circuito di Vallelunga. Ero con alcune amiche motocicliste come me e guardavamo le prove di una gara nazionale.

Ci accorgemmo immediatamente che uno dei piloti del 125 stava guidando particolarmente bene, spiccava rispetto a tutti gli altri. Iniziammo a prendere i tempi, ma non era solo una questione di velocità, era una questione di guida.

Un signore vicino a noi sentì i nostri commenti e si avvicinò a noi dicendo: quello è mio figlio! Era un uomo attraente e comunicativo e iniziammo a parlare con lui con piacere.

Venimmo così a sapere, con grande sorpresa, che si trattava della primissima volta che saliva in sella ad una 125. Il ragazzo aveva solo 14 anni ed era il campione italiano in carica di minimoto. Non puoi guidare una 125 prima dei 14 anni.

A quel punto eravamo certe che non era un pilota come gli altri. Abbiamo aspettato che si cambiasse per conoscerlo e fargli i complimenti.

Sapevamo che era solo un ragazzino, ma sai, quando li vedi in tuta e casco, i piloti sembrano tutti guerrieri, uomini forti e duri. E così, quando abbiamo visto questi ragazzo piccolino con la dolcezza di un pupetto, ci siamo tutte sciolte in un attimo. Non somigliava affatto al ragazzone alto, grosso e chiacchierone che sarebbe diventato. Era un ragazzino piccolo e timido, con ancora l’apparecchio ai denti, che andava in giro per il paddock col suo monopattino.

Tutte noi gli chiedemmo un autografo – cosa che poteva apparire un po’ fuori luogo, considerando che era proprio all’inizio della sua carriera, ma eravamo così sicure che sarebbe diventato forte e famoso, che non lo trovammo affatto strano. Immagino che lui ne fosse gratificato, ma si comportò in modo modesto e distaccato, ancora troppo giovane per comprendere appieno che cosa stava avvenendo (e per essere interessato a tutte quelle ragazze intorno a lui, LOL!).

Non aveva ancora nemmeno una foto su una moto normale, e infatti potete vedere che nel poster cavalca la sua minimoto. :)

Quando ha iniziato a gareggiare nel mondiale, raccontai questa storia a mio padre e da quel momento, ogni volta che c’era una gara, lui mi diceva “il tuo amico è in pole!” o “il tuo amico ha vinto!” e così via. In tutti questi anni ho seguito la sua carriera come se fosse una specie di nipotino.

Alcuni anni più tardi, quando facevo parte dell’organizzazione del Campionato Italiano Femminile velocità, lo incontrai diverse volte. Gli dissi del nostro primo incontro e lui era così simpatico che raggiungeva il cronista del circuito durante la nostra gara nella sua pista di casa e intratteneva il pubblico.

Più che desiderare di diventarci amica (difficilmente avremmo potuto avere molto in comune), quando lo vedevo dal vivo, mi piaceva osservare come fosse diventato diverso rispetto a quando lo avevo conosciuto la prima volta, così sorridente e sicuro di sé, così alto e grosso e sempre, invariabilmente, felice e di buon umore.

È strano, ma anche se era un professionista in uno sport così estremo e pericoloso, mai mi è passato per la testa che avrebbe potuto morirne. Non riuscivo che a collegare la sua immagina alla gioia, alla felicità e alla vita.

Riposa in pace Marco, la tua morte mi ha lasciata senza parole. Mi dispiace se non sono in grado di scrivere nulla di significativo ora, e di non riuscire a smettere di piangere.

Per favore, prenditi cura di Manuela, Lea, Elena, Gabriela, Bea e di tutti gli amici e i conoscenti che sono morti mentre guidavano la loro amata moto.

I miei pensieri sono per la famiglia di Marco, per il suo dolce babbo, per la sua fidanzata e i suoi amici. Davvero non so come farete, ma siate forti per favore!

 

* Janis Nisii è un manager, e da sempre nel gruppo di motociclste.net ed ha postato questo bel ricordo sul suo profilo di fb

Sul poster firmato nel 2001 si legge: "A Janis con amicizia"

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