Gli ultimi frammenti di speranza si sono definitivamente infranti sull’asfalto scivoloso di Sepang, si sono fatti polvere portata lontano dal vento. Sulla pista in cui a febbraio Valentino Rossi era salito per la terza volta sulla Ducati, dopo i test di Valencia, il cronometro, l’unico giudice impietoso e imparziale del motociclismo, ha decretato la sua condanna. Dal quel giorno malese sono passati quasi nove mesi, ma non sono bastati per dare alla luce una nuova Desmosedici.
“Cosa è cambiato dalle prove invernali? Quasi niente” Vale si riferisce alle sensazioni in sella a quei problemi che ha individuato dalla prima volta che ha guidato la GP11 e che sono ancora irrisolti. La moto che ha ai box oggi è un’altra da quella dei primi passi malesi, il telaio in carbonio ha lasciato posto all’alluminio, il retrotreno è stato completamente riprogettato, come il cambio. “Ma cambia poco – ammette sconsolato – non siamo migliorati in niente, siamo più o meno allo stesso livello. Solo il cambio va meglio, sono più veloce in accelerazione”.
Ma non basta, il passo avanti decisivo non è ancora stato fatto. “Fare un confronto con i test di febbraio basandomi sulle prove di oggi è difficile – spiega – perché il tracciato è in condizioni pessime”. Il miglior tempo di oggi del Dottore è stato 2’03.667, a inizio anno aveva girato in 2’01.469 con un distacco dal primo, Stoner, di un 1”804. Oggi Pedrosa gli è davanti per 2”427: “ho fatto molta fatica, però potevamo andare anche più piano” dice Rossi cercando di esorcizzare con l’ironia le difficoltà.
Una certezza sta però sempre più prendendo forza e Valentino non ha paura di dichiararla, mentre il viso impassibile nasconde un’amarezza che spinge per uscire: “non sono più convinto che la strada che abbiamo scelto di seguire sia quella giusta. Quello che è certo è che il problema non è nel materiale in cui è costruito il telaio, alluminio o carbonio”. A pensare male, cosa per cui si fa peccato ma raramente si sbaglia, è che l’unica certezza è quella di non averne, e le parole del Dottore ne danno una conferma indiretta: “non abbiamo ancora capito quale sia il problema”.
Meglio allora pensare al fine settimana di gara, concentrarsi su quei piccoli obbiettivi realizzabili di cui Rossi parlava ieri, indispensabili per non perdere le ultime motivazioni. “In questi due turni abbiamo avuti tanti problemi, soprattutto nella parte più veloce della pista – spiega – Alla fine del secondo turno abbiamo fatto una modifica all’ammortizzatore posteriore e le mie sensazioni sono migliorate”. Ma non i tempi: “effettivamente pensavo scendessero di più – conferma – Devo ancora provare la gomma dura al posteriore, spero di migliorare con quella, ma non mi è stato possibile. Prima della modifica al posteriore era inutilizzabile”.
Domani la pista dirà se la modifica fatta è quella giusta, intanto Valentino guarda avanti e commenta la decisione di fare provare la Desmosedici a Checa. “Sono contento – afferma - Carlos è un pilota che ha molta esperienza e che ha guidato per molti anni in MotoGP. Il suo aiuto potrebbe essere importante”.