Rossi: io e la Ducati non ci capiamo

Vale non molla: "sono fra i tre piloti più forti di tutti i tempi"


Valentino Rossi non ha ancora gettato la spugna, i problemi con la Ducati ci sono, e non lo nasconde, ma il momento di arrendersi non è ancora arrivato. Lo rivela ai microfoni della Rai in un’intervista pubblicata sul sito internet dell'emittente (clicca QUI per vederla). È un pilota maturo e consapevole dei suoi mezzi quello che riflette su una stagione che nessuno si sarebbe mai aspettato dall’accoppiata dei sogni e che conosce a fondo i problemi e le sue possibilità.

Incomprensioni – Il matrimonio del secolo non sta funzionando, facile dare tutta la colpa solo alla moto oppure solo al pilota, ma il campione sa che le responsabilità non sono mai solo da una parte. “Io la spiegherei così – dice -  questa moto ha dei pregi e dei difetti che non collimano con quelli della mia guida. Dove io sono stato sempre forte non mi trovo bene con la Ducati e viceversa”. Un percorso di adattamento che ha bisogno di tempo per trovare un equilibrio “non si può raddrizzare quest’anno in un attimo, ci vogliono tempo, pazienza e tanto lavoro” è la ricetta del Dottore.

Ancora veloce – La voglia non manca, questa è una certezza che niente riesce a scalfire “io non ho nessun dubbio sulla mia voglia di correre – sottolinea il dottore - se così non fosse rimarrei a casa. Dopo una carriera come la mia e quello che ho vinto, me lo potrei permettere tranquillamente”. Gli avversati incalzano ma Rossi vuole vendere cara la pelle: “non sono più il numero 1 incontrastato come è stato per tanti anni – ammette -  adesso ho degli avversari fortissimi e se voglio batterli devo impegnarmi ancora di più di prima”. Anche la sua velocità non può essere messa in discussione: “32 anni non sono tanti nel nostro sport, non è come nel calcio – commenta - Non penso di essere ancora nella mia parabola discendente, sono gli altri che sono in quella ascendente. Io non vado più piano di quando vincevo dieci gare all’anno. Arrivo da un periodo difficile, mi sono fatto male e non sono ancora al 100 per cento della forma, ma non mi sento meno forte”.

Fra i primi tre – Fare un confronto con i campioni del passato è sempre difficile e Vale non vuole sbilanciarsi troppo, forse non sarà il pilota più forte di tutti i tempi “è impossibile dirlo, ma penso di essere nei primi tre, con Agostini e Hailwood”. Le corse del passato sono molte diverse dal motoclismo odierno, ma il pilota di Tavullia cerca ugualmente di paragonarle: “sotto alcuni aspetti è più difficile correre adesso, oggi ogni dettaglio, anche il più piccolo, è fondamentale, ma in passato ci voleva più coraggio, era molto più pericoloso”.

Il pilota conta – Quello che non è cambiato è l’importanza del talento di chi guida, fondamentale e insostituibile. Lorenzo ne è stato il migliore esempio durante quest’anno “nel nostro sport il pilota fortunatamente fa la differenza – tiene a specificare Valentino - soprattutto nell’arco di una stagione. Jorge quest’anno è stato fortissimo e con una Yamaha chiaramente inferiore alla Honda è riuscito comunque a essere secondo”.

Mai solo – Quello che distingue Rossi da ogni altro pilota è la sua tifoseria, la sua gente che lo sostiene sia quando vince che quando non ci riesce più. Lui lo sa e lo apprezza, gli dà forza e morale: “il calore dei tifosi e il supporto della gente è la cosa cosa che mi ha reso più felice e aiutato a non mollare – rivela - Penso che non mi abbandoneranno mai , anche a dispetto dei risultati, magari qualcuno si allontanerà, ma ho una bella riserva, li ho fatti godere tanto negli anni scorsi”.

E quello che chiedono è di potere farlo un’altra volta, in sella alla Ducati il piacere raddoppierebbe.

 

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