Rossi: forse serve un nuovo motore

Il V di 90° limita il suo posizionamento nel telaio: "Preziosi sta lavorando"


Le sabbie mobili in cui sono invischiati la Ducati e Valentino dall’inizio della stagione stringono sempre più la loro morsa. Non basta sforzarsi per uscirci, anzi ogni movimento trascina ancora più in fondo, mentre la luce si spegne davanti agli occhi. La GP 11, in tutte le sue varianti, non soddisfa il campione, neanche sulle piste dove entrambi erano sempre riusciti a fare la differenza. A Phillip Island Vale ha vinto cinque anni di fila, la Ducati quattro, insieme non riescono ad andare oltre la 13° posizione in qualifica. Il peggiore fine settimana? “In questa stagione è molto semplice capire quale sia il migliore, il difficile è capire quale sia il peggiore, bisogna scegliere fra troppi” risponde senza rinunciare all’ironia.

Non si riescono ad avvicinare neanche i tempi della 1198 Superbike su questo circuito, che con Checa ha girato in 1’30.882. Il paragone non vale in senso assoluto, le derivate di serie corrono in Australia in estate, con temperature più alte e favorevoli per le prestazioni, ma dà un'ulteriore indicazione su quanto sia profonda la crisi. L’alluminio per il telaio non ha cambiato niente, con il carbonio i due piloti Pramac, Capirossi e De Puniet, sono davanti a Rossi in griglia e Hayden ha agguantato una ottima, di questi tempi, seconda fila.

Il Dottore la prende con sportività: “noi siamo quelli che vanno peggio, i piloti con la moto vecchia sono stati particolarmente veloci ma soprattutto Hayden. Gli ho fatto i più sinceri complimenti perché ha fatto un gran giro, è riuscito ad attaccarsi a Lorenzo e questo un po’ l’ha aiutato, ma è messo meglio di noi”. Vale sempre il fatto che Rossi è costretto a concentrarsi nello sviluppo anche nel fine settimana di gara “i team satellite lavorano molto meno di noi sotto questo aspetto e nelle prove a volte ci stanno davanti, ma neanche loro sono in prima fila. Noi dobbiamo agire diversamente” spiega.

Più di due secondi dalla pole sono comunque un’eternità, soprattutto se guardandoti alle spalle trovi solo dei debuttanti come Crutchlow e Abraham e un Elias ormai allo sbando. “Io non ce la faccio a guidare – si giustifica Valentino - e questo il più grande problema. Abbiamo cercato di fare delle modifiche in questi giorni ma, come spesso ci succede, non siamo riusciti a risolvere tanto e quindi i problemi rimangono gli stessi”.

Inutile aspettare con ansia il warm up di domani, le beghe di cui soffre la Ducati non si risolvono con una regolazione azzeccata. “Per arrivare al top non serve la magia, bisogna avvicinarsi passo dopo passo migliorando sempre - dice il ducatista - Quello che ci preoccupa è che in questa stagione abbiamo lavorato molto, io ho dato molte indicazioni, ma è passato quasi un anno e abbiamo sempre gli stessi problemi. Forse non abbiamo ancora capito qual è il problema”.

L’anteriore non funziona, il posteriore neanche, si cambia il telaio ma i risultati sono gli stessi, adesso è la volta della posizione di guida. “La mia posizione in sella non è buona – sottolinea Valentino - non riesco a caricare il davanti in accelerazione e questo problema rimane anche dopo tante modifiche, forse abbiamo agito sulle parti sbagliate. Purtroppo non abbiamo le pedane dove vorremmo e stiamo aspettando quelle nuove, abbiamo provato a modificare solo la posizione dei manubri ma non abbiamo risolto tanto. Ho dato delle idee per modificare la posizione di guida, ma le nuove parti non sono ancora pronte”. Un limite potrebbe arrivare anche dagli ingombri del propulsore, l’angolo di 90° gradi tra i cilindri scelto dalla Ducati limita molto il posizionamento del motore nel telaio: “è possibile che questo sia il problema, un cambiamento in questo senso richiede molto tempo, ma Filippo Preziosi ci sta lavorando” dice Vale.

Intanto il 2012 si avvicina, i primi test collettivo sulla mille sono in programma dopo la gara di Valencia, a inizio novembre. Il tempo di idee ed esperimenti più o meno riusciti sta per scadere e il primo a saperlo è proprio Rossi: “non è questione di cambiamenti grandi o piccoli, abbiamo bisogno solo di quello giusto”.

E presto, soprattutto.

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