Capirex: Ducati, il rischio è la confusione

Loris: "ci vuole tempo per valutare un nuovo pezzo e nel weekend di gara è difficile"


Ancora tre gare, poi Loris Capirossi appenderà il casco al chiodo, come ha annunciato a Misano, ma il diavolo ci ha messo la coda e negli ultimi gran premi prima della “pensione” il ducatista ha dovuto ancora fare i conti con gli infortuni. Ad Aragon la sua gara era finita nelle vie di fuga, dopo un contatto con Elias, e nella caduta aveva riportato la lussazione della spalla destra, già martoriata. Niente Motegi e nessun passaggio sotto i ferri, un tutore che ha immobilizzato la spalla è bastato a Loris per tornare in sella in tempo per Phillip Island.

Il recupero –La clavicola adesso è di nuovo in sede – spiega Capirex – e grazie alla terapia in piscina ho recuperato quasi completamente la mobilità alla spalla e anche per quanto riguarda la forza non sono messo male”. Abbastanza per risalire sulla sua Desmosedici in una pista “che mi piace moltissimo e dove la Ducati è andata sempre bene, forse perché è diversa da tutte le altre in calendario. Mi rimangano ancora tre gare e me le voglio godere tutte, so che mi mancherà questa adrenalina”.

L’affaire Ducati – Capirex chiuderà la sua carriera con la stessa Casa che aveva portato al debutto in MotoGP e che in questa stagione sta soffrendo come mai prima. Non si prospetta però una carriera di collaudatore per Loris “loro non me lo hanno chiesto e io sono stato chiaro, voglio smettere definitivamente” sottolinea. L’esperienza dell’italiano avrebbe potuto essere utile alla Ducati in vista del 2012, soprattutto ora che Rossi e Hayden hanno esaurito i giorni di test concessi sulla GP12 e che stato richiesto anche l’aiuto di Checa. “I piloti ufficiali sono insostituibili per lo sviluppo di una moto – spiega Loris – altrimenti si rischia di fare solo confusione, con troppe opinioni da prendere in considerazione”.

Idee chiare - Lo sforzo di Ducati in questi mesi è innegabile “mi ha stupito quanto abbiano lavorato – commenta Capirossi – e quanti componenti nuovi siano riusciti a realizzare”. Un’abbondanza tale rischia però di confondere ancora di più le idee e Loris ne sa qualcosa, da quando in Suzuki provava parti nuove a ogni weekend di gara. “Ci vuole tempo per mettere a posto un nuovo componente, per trovare la giusta messa a punto, altrimenti si rischia di scartare anche quelli buoni – prosegue – Soprattutto quando li si prova nel fine settimana di gara e si deve pensare anche a essere veloci”.

L’importante è avere una guida sicura all’interno del team per evitare deviazioni dalla strada verso il successo “la capacità di gestire i piloti e tante teste è fondamentale” conclude Loris.

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