Biaggi: "non vedo eredi per me e Rossi"

ESCLUSIVO Max si confessa: Checa? Ha vinto bene. Rossi? Sotto ai suoi standard


Alla vigilia del fine settimana che, con ogni probabilità, incoronerà Carlos Checa campione della Superbike, Max Biaggi si è trovato in una situazione inusuale. La frattura scomposta al piede sinistro, rimediata al Nürburgring, ha smorzato sul nascere le sue speranze di rimonta in campionato e posto di fatto la parola fine a un anno travagliato, specialmente se paragonato ai trionfi della scorsa stagione.

Eppure Max è apparso calmo, sereno nell’accettare le difficoltà, e posato nelle riflessioni. “Fin dalle prime prove, e poi definitivamente in gara, ci siamo resi conto di avere difficoltà enormi con i pneumatici, che ci hanno messo più in crisi rispetto ad altri, come ad esempio Checa - ha spiegato Biaggi - Tutte le quattro cilindri hanno inspiegabilmente avuto difficoltà mentre l'anno scorso andavano meglio. Anche la Honda vinse delle gare, mentre oggi sembra una moto vecchia di dieci anni”. A testimonianza di ciò, Max ha fatto notare correttamente come i tempi totali di gara siano spesso stati più lenti della scorsa stagione, anche in condizioni simili. Per esempio, i vincitori di Assen e Misano hanno concluso la gara con un tempo di qualche secondo più lento di chi è salito sul gradino più alto del podio nel 2010. A Silverstone, la differenza è stata addirittura di una quindicina di secondi.   Senza soffermarsi sulle questioni tecniche, Biaggi ha ammesso lucidamente anche gli errori che hanno complicato il suo campionato, come Monza. "Il regolamento è chiaro – ha detto - non voglio passare per una vittima, e non ha senso aspettarsi un gesto di clemenza diverso solo perchè sei un pilota italiano, campione del mondo, in una gara in Italia".

La frattura al piede sinistro di MaxMAX CI HA PROVATO - Il Corsaro comunque non ha abbandonato la nave facilmente. Nonostante il veto dei medici, si è recato ad Imola per un ultimo, infruttuoso, tentativo di prendere parte alla corsa. “Non mi sono mai scoraggiato e ho sempre avuto la convinzione e la voglia di raddrizzare questa stagione, anche se sapevo che sarebbe stato difficile – ha spiegato - Gettare la spugna non è nel mio vocabolario, come testimonia il fatto che non mi sono operato per cercare di prendere parte a questo Gran Premio dopo un incidente assurdo nel quale mi sono rotto un osso senza nemmeno cadere dalla moto".

L'AVVERSARIO - Quanto al rivale e leader del mondiale Carlos Checa, con il quale Biaggi ha diviso il box nel team ufficiale Yamaha in MotoGP per quattro anni, Max lo descrive come “un avversario corretto, con il quale non ho mai avuto uno screzio; ha fatto un anno incredibile e si merita il titolo”. Tuttavia, non senza una punta di bonario sarcasmo, ha fatto anche notare come Checa si sia rivelato un pilota vincente solo di recente con la Ducati, mentre in passato abbia faticato a mettersi alle spalle l’ex compagno Rea, la cui stella ha tutt’altro che brillato quest’anno in sella alla poco competitiva Honda.

BIAGGI E LA MOTOGP - Non sono mancati nemmeno i giudizi sul motomondiale, del quale Max pare non sentire nostalgia. Sul probabile futuro campione Stoner, il romano ha osservato come sia stato l'unico a elogiare e interpretare al meglio il motore Honda, che in passato fu additato come scorbutico. "Alla luce dei fatti aveva ragione. Anche io ricordo il motore come la caratteristica migliore della Honda, anche se non ne guido una da parecchi anni".  Con uno sguardo all'imminente ritorno della MotoGp alle 1000cc, Biaggi intuisce come la differenza principale con le controparti in Superbike consista principalmente nell'elettronica, molto più evoluta nel campionato prototipi. "Nella Superbike di oggi usiamo tecnologie che si utilizzavano nel 2003 nel motomondiale".

IO E ROSSI - Quanto alla nuova regola del CRT (Claiming Rules Team), il romano non pare convinto della possibilità di arrivare ad un campionato unificato. "La MotoGP e la Superbike sono cresciuti su binari diversi, poi dubito che le CRT riescano ad essere competitive finchè le grandi aziende giapponesi potranno schierare dei prototipi". Ciò non significa che non vedremo mai un'altra sfida tra Biaggi e Rossi. "Forse duelleremo ancora in pista insieme", si lascia sfuggire, lasciando intendere che la sfida tra le due leggende dovrebbe svolgersi nel campionato delle derivate di serie.

Carlos Checa e Max BiaggiParlando del suo più grande rivale, Max non si tira indietro nell’esaminare il momento nero in sella alla Ducati. "È una situazione indecente, ben lontana dagli standard che Rossi dovrebbe avere – è la sua affermazione - Non voglio però aggiungere nulla perché, in questo momento, sarebbe come tirare un calcio di rigore senza il portiere. Purtroppo il motomondiale non è più solo sport, ma anche marketing e politica. Perché Rossi esca da una situazione del genere, bisognerà vedere che valore e funzione avrà come sportivo tra un anno o due. Io posso solo dire 'meno male che non ho questo problema!'".

POCHI NUOVI TALENTI - Le parole e il linguaggio del corpo sono quelli di un campione maturo, che sente di avere ancora un compito importante da svolgere. Max ha ancora un anno di contratto in Aprilia, e glissa sulla data del ritiro dalle corse. Quanto a un possibile erede, afferma: “Non vedo nessuno in grado di fare la differenza al momento. Tutti in questo ambiente sono alla caccia del talento inespresso o da scoprire, ma non credo ci sia qualcuno che si nasconde. Non ho mai creduto molto al concetto di ‘vivaio’ o ‘scuola di piloti’. Per i campioni del passato non esistevano strutture simili, nè c'era una tale frenesia di scoprire il talento nascosto. In 25 anni, il Team Italia non ha scoperto nessuno. Io, Cadalora, e Gresini, siamo stati presi quando avevamo già vinto e ci eravamo già messi in mostra. È difficile 'creare' un pilota. Io ho vinto 5 mondiali, ma fino a 18 anni giocavo a calcio.  È una questione di DNA. L'allenamento aiuta il contorno, ma l'85% ce lo deve avere il pilota". Quindi il Biaggi del futuro potrebbe essere proprio uno dei suoi figli? Max non ha dubbi: “Un pilota in famiglia basta”.

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