Lorenzo: vorrei battere Vale ad armi pari

AUDIO Jorge: "mi mancano quelle battaglie, la stagione è andata come immaginavo"

Lorenzo: vorrei battere Vale ad armi pari

Riconfermarsi campione del mondo è più difficile che vincere il titolo la prima volta, una massima che Jorge Lorenzo ha visto confermata sulla propria pelle. Il numero 1 sulla carena può essere una maledizione e sono molti i piloti che non sono riusciti a mantenerlo per due stagioni consecutive. La matematica non esclude ancora che lo spagnolo possa finire il campionato in prima posizione, ma 44 punti da recuperare a Stoner in quattro gare riducono le speranze al lumicino.

Mi ero immaginato una stagione come questa – rivela Jorge - nei test invernali abbiamo avuto qualche difficoltà per riuscire ad andare forte come Stoner e Pedrosa. Quest’anno è stata un calco più o meno esatto delle prove prestagionali”. Resta il fatto che senza Stoner sarebbe stata ancora la M1 del maiorchino in testa alla classifica “qualcosa è mancato – spiega sorridendo - mezzo secondo in una pista, due decimi in un’altra, ma in qualcun’altra niente e sono riuscito a vincere. Sicuramente nell’80 per cento delle gare la moto non è stata abbastanza competitiva. Non voglio dire che la colpa sia solo della Yamaha, i risultati li fanno la moto insieme al pilota e io ho sbagliato in qualche gara in cui avrei potuto vincere, come a Silverstone dove sono caduto. In generale, la verità è che in questi due anni la Honda ha migliorato molto la sua moto”. Le cose potrebbero cambiare nel 2012, con l’arrivo delle mille “le differenze di potenza saranno minori – spiega - e non importanti come con le 800”.

La situazione all’interno dei box è cambiata dal 2010, quando al fianco si Jorge c’era un compagno scomodo come Rossi. “Vado d’accordo con Spies – assicura - quando uno dei due ha dei problemi guarda la telemetria dell’altro. Ma il muro fra i due box c’è anche adesso, diciamo che se l’anno scorso era al 100% adesso è all’80”. La presenza del campionissimo però in fondo gli manca, soprattutto in pista. “Le gare contro Valentino sulla stessa moto lottando per la vittoria sono state tutte belle – ammette - anche se non ne ho vinta nessuna. Lui è uno staccatore fortissimo, mi piacerebbe, se nel futuro se ne ripresentasse la possibilità, riuscire di nuovo a batterlo ad armi pari. Sono state gare certamente più belle di quelle di quest’anno vinte da un pilota per distacco, quella che ricordo con più piacere è Barcellona nel 2009”.

La mente adesso è concentrata su Motegi, un Gran Premio che va al oltre al solo aspetto sportivo. Lorenzo aveva dichiarato che non sarebbe mai andato in Giappone dopo il disastro che ha coinvolto la centrale di Fukushima, non distante dal circuito. La sua posizione però si è progressivamente ammorbidita, fino a una totale marcia indietro. “Io penso che tutti i piloti potevano non andare - sottolinea - qualcuno certamente con qualche rischio in più per la propria carriera, ma tutti potevamo dire di no. Le informazioni che abbiamo adesso credo siano sufficienti per decidere. Io ho cambiato opinione e penso che la zona in questo momento sia sicura, certo sempre che non succeda un terremoto”.

Una sicurezza forse un po’ troppo fievole, in una zona dove le scosse telluriche non si sono mai fermate.

 

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