Quindici chilometri, tanti sono quelli che separano la pista di Misano da Tavullia, casa di Valentino Rossi. Questo è il suo regno, in altre occasioni il weekend del gran premio si sarebbe trasformato in una festa ininterrotta, tinta di giallo e rosso. Non quest’anno, il più duro per Valentino che qui vuole prima di tutto dimenticare Indianapolis, tornare a respirare dopo l’apnea americana. “Sono a pochi passi da casa e qui ci sono tantissimi miei tifosi che lotteranno insieme a me e alla mia squadra. Voglio provare a fare un buon risultato anche per loro” è la speranza di Valentino.
Ma non è il tempo delle illusioni, il Dottore è realista “qui torneremo alla normalità per quanto riguarda le condizioni dell’asfalto e le temperature, ma sarà una gara difficile, sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico, per trovare il giusto setup”. La Ducati sta lavorando, ma l’obiettivo è il 2012 e per migliorare “ci vuole tempo – ammette Vale – In Ducati hanno molte idee, ma la moto nuova la vedremo solo nei test di Valencia, dopo l’ultimo Gran Premio”.
Nessun’altra rivoluzione è in programma, come conferma anche il direttore tecnico Filippo Preziosi. “Non aspettativi miracoli a breve. Abbiamo alcuni progetti, alcuni a breve e altre a lungo termine, tutto quello che sarà possibile provare lo porteremo in pista, ma non la soluzione ciclistica per il 2012”. Su quella le bocche sono cucite “lo sapete – scherza il papà della Desmosedici – che quando vi diciamo qualcosa mentiamo”.
La certezza è che qualcosa bolle in pentola e che sia qualcosa di grosso. “La moto definitiva scenderà in pista nella prima gara della prossima stagione, siamo solo al primo step evolutivo” un work in progress continuo per ritrovare la competitività perduta. “Quest’anno siamo ripartiti da zero – spiega Preziosi – abbiamo messo in discussione ogni cosa, perché la nostra moto si è rivelata non adatta allo stile di guida di Valentino Rossi e a quello degli altri nostri piloti”.
Se il motore non è mai stato messo in discussione, la ciclistica è stata la protagonista di diversi esperimenti. “Abbiamo cambiato la rigidità del nostro telaio, rendendolo più flessibile. È piaciuto di più a tutti, ma non ad Abraham e Barbera che hanno preferito continuare a utilizzare quello più rigido. Ogni pilota ha le proprie esigenze, ma con la moto che stiamo facendo andranno più forte tutti”.
L’ingegnere della Ducati difende la scelta del telaio monoscocca in carbonio: “nel 2007 Melandri e Stoner lo preferirono a quello in tubi, era stato progettato seguendo le indicazioni dei piloti che lamentavano un’eccesiva flessibilità del precedente telaio. È normale seguire le indicazioni del pilota più veloce”.
Che oggi si chiama Valentino Rossi, “per adesso tutte le modifiche che abbiamo portato – continua Preziosi – sono state promosse da lui e da Nicky, e infatti le usano in gara, purtroppo però non sono bastate a ridurre del tutto il gap che ci separa dai nostri avversari”. Spesso i due piloti hanno dovuto sfruttare proprio il weekend di gara per provare i nuovi componenti “per noi sarebbe un vantaggio avere un maggior numero di giorni di test – ammette – ma non penso proprio che i nostri avversari ce li concedano, soprattutto perché conoscono Valentino” dice sorridendo. “Il problema non sono il numero di giorni di test, ma quello di interpretare tutti i dati e agire di conseguenza”.