Stoner niente 1000 a Misano

Nessun test in Romagna con la RC213V. E la vittoria non lo riappacifica con Indy

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Chi lo conosce, afferma che Casey Stoner non sia superstizioso. Ma chi lo conosce ancor meglio sospetta che lo sia diventato, dopo le stagioni passate in Ducati, in sella ad una moto che alle volte sembrava non possedere regole di comportamento. Se lo è davvero, deve avere avuto un sussulto, oggi pomeriggio, quando gli hanno riferito (perché lo avranno fatto) che al termine della gara di MotoGP , da lui stravinta,  i monitor della sala stampa, chissà se per errore o per intenzione, hanno trasmesso per una buona oretta la sua immagine e la didascalia “2011 Champion”. “Campione 2011”. Il che probabilmente succederà; però, nel mondo dello sport, pronostici del genere non è il caso di divulgarli, per non rischiare (quantomeno)  un vaffa. Stoner & Gentile Signora, però, hanno ormai levato le tende; quindi, per il misterioso responsabile, pericolo scampato. Almeno fino all'anno prossimo. Ammesso che ci sia un anno prossimo: il colpo d'occhio delle tribune, desolatamente vuote, lascia prevedere qualche difficoltà nel rinnovo del contratto (che scade quest'anno). In particolare, alla voce “sanctioning fee”, ossia la cifra che l'organizzatore locale dovrebbe pagare per ospitare lo show.

Un po' la colpa è anche di Stoner. In una stagione che, secondo previsione generale, avrebbe dovuto essere combattutissima, non solo l'australiano ha inanellato vittorie su vittorie, ma lo ha anche fatto con una insolita (per gli altri) facilità. Oggi, per esempio, ha brigato un pochettino nei primi giri per mettersi al passo di Pedrosa e superarlo. Ma una volta che ci è risuscito (ed eravamo al settimo giro su ventotto), i palpiti sono finiti. Almeno, per la vittoria.

E dire che, proprio nei primi istanti, poco c'è mancato che la coppia della HRC franasse al suolo.

Così la racconta Stoner: “Primo giro, curva due: Dani si produce in una frenatona; io, dietro, mi aggrappo ai freni. Niente: erano freddi, ed è stato un miracolo, fermarsi. Per come si sono sviluppate le cose, avrei anche potuto non finire il primo giro”. Invece, li ha finiti tutti e ventotto, e lasciandosi alle spalle ogni altro concorrente. Eppure, da quando ha messo piede ad Indianapolis, Stoner non ha fatto altro che lamentarsi di quell'asfalto che, per quanto nuovo, proprio non gli è piaciuto. E non ha saltato il turno neppure dopo la gara e la doccia di champagne. “Gran Premio duro; faceva caldissimo, e la superficie della pista era un po' più sdrucciolevole che nelle libere ed in qualifica, e si faticava a capire fino a che punto ci si potesse spingere. Ad un certo momento, mi sono ritrovato a sostenere la moto con il ginocchio; mi è andata bene, e non ho perso concentrazione. Da quel momento in poi (e, visto come erano andate le cose, con la coscienza che, ancora una volta, per lui era il giorno giusto, ndr) “ho iniziato l'attacco a Dani, inanellato un po' di giri veloci, e messo tra me e lui un certo spazio”. Tutto questo, non ha mancato di sotolineare nuovamente, “in una situazione d'asfalto difficile”. Ed il vaffa è arrivato: dagli altri. Quelli che non solo non sono riusciti a contenerlo, ma che, in qualche caso, hanno persino fatto fatica a concludere in sella.

A giornata quasi conclusa, mentre il sole calava dietro al grand stand dell'ovale, la Honda ha anche resonoto di aver alleggerito i compiti di Stoner e Pedrosa nei test previsti all'indomani del GP di San Marino: la Casa giapponese non porterà in Romagna la nuova 1000cc. I test effettauti a Brno si sono conclusi con successo, ma i tecnici hannoindividuato alcuni particoalri da modificare. Torneranno a provare solo quando li avranno a disposizione.





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