L'uragano Casey devasta Indy

Settima pole dell'australiano, inseguito da Spies e Lorenzo. Cade Rossi, 14°

L'uragano Casey devasta Indy

Non c'è stato modo di fermarlo: Casey Stoner nel turno di qualifiche di Indianapolis, ha letteralmente volato.

Il 'canguro' ha saltato tutti i suoi avversari (e anche qualche cordolo!) e ha acciuffato la sua settima pole position, quest'anno. Ha polverizzato con il tempo di 1'38"850 il record della pole position di Dani Pedrosa del 2009, cosa che in verità aveva già fatto questa mattina nel turno di libere. Ma l'australiano questa volta gli ha dato un'ulteriore limata... Andandoci pesantemente con la fresa: -880 millesimi. Per la settima volta, quindi, partirà davanti a tutti ma questa volta in un circuito che non gli è mai piaciuto ...e anche la sua moto oggi non era al top...

"Non sono molto contento di come va la moto - ha detto il funambolico australiano - ma me la faccio andare bene visto che il piazzamento è ok. Il circuito sta cambiando di volta in volta e noi gli andiamo dietro, aggiustandoci con piccole modifiche".

Insomma, più si lamenta e più va veloce, Casey Stoner. D'altronde si sa, in Australia sono fatti alla rovescia, è inverno quando qui è estate e ci si lamenta per ciò che funziona. Avanti così!

Ben Spies, che a Indy vanta un'enorme quantità di fans, grazie anche al fattore campo ha continuato a mantenersi ad alta quota, pur montando una gomma morbida all'anteriore in contro tendenza con la dura anteriore di Stoner e di  Lorenzo.

"La moto va bene - ha detto Texas Terror- siamo migliorati moltissimo; è stata una giornata perfetta, il 'pacchetto' per la gara di domani è ottimo a parte qualche mancanza di feeling sull'anteriore. Fisicamente sto bene e sono riposato. Ma non c'è stato modo di prendere Casey". Spies ha girato con un ritardo su Stoner di 523 millesimi.

A chiudere la prima fila c'è un'altra Yamaha M1, quella di Jorge Lorenzo, giunto a -779 millesimi da Stoner. Non è piacevole per lo spagnolo partire dietro al suo compagno di squadra Ben Spies 'novello' sulla Yamaha ufficiale, ma il campione del mondo MotoGP in carica sembra non esserne preoccupato.

"La pista è molto sporca soprattutto in traiettoria - ha detto -  Ma abbiamo migliorato molto la moto, per fortuna, perché i tre turni di prove sono stati infernali!".

Pare confermato che non ci saranno ordini di scuderia da parte del Team Yamaha ufficiale, nel caso in cui Spies dovesse trovarsi domani in gara in una posizione che svantaggia Jorge, in lotta con Stoner per il titolo del mondo.

Dani Pedrosa, vincitore qui lo scorso anno, aprirà la seconda fila partendo dalla quarta casella, in virtù del ritardo dalla vetta di 1"097. Di fianco a lui il suo compagno di squadra Andrea Dovizioso (nella classifica del mondo primo pilota italiano), che ha chiuso con un ritardo di 1"174.

Colin Edwards va a chiudere la seconda fila.

Terza fila per Marco Simoncelli, settimo con 1"354 di ritardo, con Hayden, 9° e Bautista, 10°.

Poi Barberà, Crutchlow (scivolato a fine turno alla curva 13) e De Puniet; quinta fila per Aoyama, 13° e in 14a posizione Valentino Rossi.

Già, appunto, Valentino Rossi, che ha iniziato il turno con una scivolata alla curva 2 a 8 minuti dall'inizio. Era il suo 5° giro quando gli si è 'chiusa davanti' e la sua Desmo è finita sulla ghiaia, spezzando, oltre al resto, il semimanubrio destro. Quattordicesimo, nelle retrofile, con un ritardo di 2"125.

"La caduta non ci voleva - ha detto Valentino - avevamo un setting un po' diverso, appena ho tolto il gas mi è vibrata davanti e si è chiusa, questo mi ha fatto perdere tempo e feeling e da lì inpoi il turno è stato in salita. Peccato perché volevamo ripartire da dove eravamo rimasti a Laguna. La temperatura del pomeriggio rispetto alla mattina è cambiata tantissimo e avevamo le moto con setting diversi"

Oltre ai preziosi minuti persi, il nove volte campione del mondo è risalito in sella alla seconda moto ma ci ha impiegato tutto il turno, infatti,  per svincolarsi dall'ultima posizione e scavalcare prima Elias, poi Abraham e poi Capirossi, e schivare, questa volta, il disagio (e certamente anche l'umiliazione, per un vincente come lui) della partenza dall'ultima fila.

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