Il cambio Honda costa più di una casa

Nakamoto: "per il 2012 faremo sei moto tutte uguali, ma non nella trasmissione"


Mentre in pista sfrecciano le sue ultime due “creature” Shuei Nakamoto, vice presidente di HRC, si intrattiene a parlare della potenzialità dei nuovi prototipi. Casey Stoner non lo sa, ma il suo tempo è la dimostrazione di quanto sia veritiera l’analisi di Nakamoto. “Penso che, a parità di telaio, il vantaggio sul giro rispetto all’800 sia di circa due decimi, dipende da tracciato, su quelli tortuosi come Laguna Seca, anche meno” dice il giapponese. Ed è esattamente il vantaggio fatto registrare questa mattina da Stoner, rispetto al miglior giro di una Honda nel weekend di gara.

Il vantaggio è in velocità massima e in accelerazione – spiega – ma solo nelle marce più alte, quando non interviene l’elettronica con il controllo di trazione e dell’impennata”. Di potenza ce ne è fin troppa, come già capita con le 800, ma con le mille è distribuita diversamente, potendo contare su più coppia. Il problema rimangono i consumi, che limitano migliore prestazioni “abbiamo sempre solo 21 litri di carburante a disposizione – specifica – bisognerà sviluppare una nuova tecnologia per controllare al meglio i consumi e sfruttare al massimo ogni litro. Avere un nuovo approccio”.

Il prototipo 2012 non segna una rivoluzione “il concetto di base che abbiamo seguito è quello sviluppato con l’ottocento” dichiara Nakamoto, confermando le prime impressioni dopo avere visto la nuova moto ferma ai box. Ed è un progetto in piema evoluzione: "oggi Stoner sta provando un telaio diverso da quello utilizzato nei precedenti test a Jerez, mentre Pedrosa, al suo debutto sulla mille, li ha a disposizione entrambi per una comparazione".

Il vice presidente HRC ha confermato che le Honda in pista nel 2012 saranno sei e saranno tutte uguali in partenza, ma non per la trasmissione. “I team satellite che vorranno il nuovo cambio dovranno pagarlo a parte – afferma – ed è molto costoso, più della casa in cui abito” scherza. A parte i costi, la nuova tecnologia sviluppata da Honda ha ben poche chance di vedere un'applicazione nella produzione di serie: "è progettato per lavorare solo ai regimi più alti - spiega Nakamoto - in strada non satrebbe utile". Nessuna possibilità di acquistare invece solo il motore e non la moto completa, su questo punto il giapponese ha chiuso ogni porta.

Due delle nuove Honda andranno a Marco Simoncelli e Andrea Dovizioso, ma al momento non c’è ancora nulla di certo. “Il nostro budget per il prossimo anno dovrebbe essere ridotto del 30% - spiega il vice presidente dell’HRC – ma in questo momento non è ancora chiuso e stiamo cercando di trovare altri fondi. Aspettiamo, stiamo parlando con Andrea e Marco e sono felice per il loro risultato nella gara di ieri”. Sulla riduzione degli investimenti ha pesato marginalmente anche il terremoto in Giappone, anche se indirettamente. “Honda ha molti stabilimenti in molte parti del mondo – specifica – in Giappone vengono costruite quasi esclusivamente le moto di grossa cilindrata. Il problema sono i fornitori dei vari componenti che sono stati duramente colpiti dal sisma” rallentando così la produzione.

Il Gran Premio del Giappone si avvicina e molti piloti non hanno ancora deciso se andranno o meno. Ieri Valentino Rossi ha proposto di spostarlo a un altro circuito magari Suzuka, che però non è omologato dalla FIM per le gare del motomondiale. Il circuito di Motegi è di proprietà della Honda, ma Nakamoto non si è dimostrato contrario a questa ipotesi: “la struttura è bellissima, il circuito è cambiato rispetto al 2003, anno in cui si è corso per l’ultima volta, è stata anche inserita una chicane per le gare di moto. Ma le richieste della Federazione internazionale per una sua omologazione sono tante. Potrebbe essere una soluzione per quest’anno, ma per le prossime stagioni vorrei ritornare a Motegi”. Poi si schernisce e, a chi gli chiede una presa di posizione ufficiale da parte dalla Honda, dice: “io non sono un politico, sono un commediante”.

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