Valentino: adesso vedo il podio

Rossi prende posizione sul GP di Motegi: "ho paura ad andarci"


Non serve più il binocolo a Valentino per vedere gli avversari veri, quelli che contano e per cui salire sul podio è pura routine. Adesso sono lì, “io e Dovizioso stavamo nella stessa inquadratura in tv” riassume Rossi, con una battuta, la sua soddisfazione. Sulla linea del traguardo meno di 13 secondi lo separavano da uno Stoner versione incrociatore spaziale e circa 5 dal podio. “Il distacco poteva essere anche di un paio di secondi inferiori – ammette il ducatista – ma negli ultimi due giri ho preferito tirare un po’ i remi in barca. Comunque tutta un’altra storia dai 30 secondi delle gare precedenti”.

Minimo sforzo, massimo risultato – La ricetta del sesto posto sotto il sole di Brno è quella scoperta ieri, niente stravolgimenti ma piccole modifiche che “ci hanno però permesso di abbassare i nostri tempi di 2 o 3 decimi”. Su quali poi siano questi affinamenti, che hanno permesso di fare questo passo avanti, le bocche sono cucite, ma sembra che l’esperienza in Superbike abbia avuto una qualche influenza. “Adesso riesco a fare lavorare meglio il pneumatico anteriore, posso frenare più tardi e forzare l’ingresso in curva, al posteriore ci manca ancora un po’ di grip”. Serve ancora qualcosa, “magari il prossimo passo riusciremo a farlo già nei test di domani – si augura  Vale – ci servirebbero ancora alti due decimi”.

Falsa partenza – L’unico rammarico di una gara comunque positiva, per il Dottore, sono stati i primi due giri. Un piccolo errore nella procedura di riscaldamento nelle gomme gli ha fatto perdere tempo e posizioni: “nei primi due giri non avevo abbastanza aderenza, abbiamo capito quale è stato lo sbaglio e non lo ripeteremo più. Purtroppo non ho fatto neanche una grande partenza – continua – sarebbe stato importante rimanere con la coppia della Yamaha, dal terzo giro in poi ho girato sui loro stessi tempi”.

Come Barcellona – Quello che sembra di più soddisfare il campione sono le sensazioni provate in sella, un piacere di guidare che non provava dalla gara di Barcellona.  “In Spagna il distacco era stato minore e la posizione migliore – ricorda Rossi – ma oggi probabilmente è stato ancora meglio”. La GP11 sembra essere definitivamente destinata al museo di Borgo Panigale: “abbiamo portato la vecchia moto per i test di domani, ma non penso serva più di tanto provarla per una comparazione, magari giusto per toglierci gli ultimi dubbi”.

Riparto da 4 – Dopo undici gare, nella sua peggiore stagione, Valentino è quarto in campionato, esserci ancora a novembre sarebbe “un mezzo miracolo, guardando come siamo andati sarà difficile rimanerci fino alla fine – dice il ducatista, incerto fra il realismo e la scaramanzia – Pedrosa in questo momento va molto forte e anche Spies potrebbe superarci, ma cercheremo di rimanere attaccati a questa posizione con i denti, eguaglieremmo il risultato di Stoner lo scorso anno”.

Alluminio addio? – Dopo i miglioramenti dell’ultimo fine settimana la Desmosedici modello 2012 potrebbe essere molto simile a quella usata in queste gare dal Dottore. Più di quanto era lecito aspettarsi appena qualche settimana fa. “Procedere a piccoli passi è un atteggiamento intelligente – è l’opinione del pesarese – ma questo non esclude portare avanti parallelamente un progetto completamente diverso a lungo termine, come facevamo in Honda e Yamaha”. Il Direttore Tecnico di Ducati, Filippo Preziosi, domani sarà nei box a seguire i test e certamente potrà confrontarsi con il suo pilota per i progetto futuri.

L’incubo Giappone – Le decisioni da prendere non riguardano solo il 2012 e non sono solo di ordine tecnico. Il Gran Premio di Motegi si avvicina e oggi Rossi ha deciso di rompere gli indugi. “Io ho paura di andare in Giappone e lo stesso le persone che lavorano con me – sono le sue parole – non penso che sia una buona idea andare a correre a pochi chilometri da una centrale nucleare che non è sotto controllo”. Vale ha rotto definitivamente gli indugi, dopo avere tenuto una posizione defilata nelle ultime settimane: “speravo che qualcun altro prendesse questa decisione, che è la più logica”. Ma così non è stato e il ducatista farà la sua scelta entro Misano e in completa autonomia da quella degli altri piloti. “Non metto in dubbio lo studio dell’Arpa – specifica – ma il problema non sono le radiazioni, ma una centrale non in sicurezza in un area a grande rischio sismico”. Il suo non è un no al Giappone, ma alla scelta di correre a Motegi: “per me si potrebbe disputare la gara su un’altra pista, più lontana, magari a Suzuka”.

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