Moto2, Brno: Iannone è tornato!

Marquez e Bradl sul podio, De Angelis sul 'quarto' gradino


Che gara, ragazzi! Non esiste molto altro nel dizionario per descrivere il Gran Premio di Brno della Moto2 e dei suoi venti giri di fuoco, costellati sì da cadute che hanno decimato i piloti delle 600, ma anche da sorpassi, derapate, carenate e staccate al limite delle leggi della fisica.

Il sapore di una gara già di per sé meravigliosa ed entusiasmate assume un'emozione speciale se dal podio si espandono nell'etere le note dell'inno nazionale italiano, che forse un po' tutti ci stavamo dimenticando.

Andrea Iannone è tornato, in un fine settimana faticoso ma consistente, ed è tornato com'è nel suo stile, con una partenza 'indietro', una bella rimonta e una grandissima lotta, che è culminata nel giro assoluto più veloce, l'ultimo, in 2'02"640, quello in cui la bandiera a scacchi dal tragardo sembra risucchaire in un vortice le moto.

E' in queste situazioni che trova terreno fertile il talento del giovane pilota di Vasto, che ai microfoni al parco chiuso ha dichiarato

"Oggi siamo riusciti a fare una gara bella, mi sono divertito molto. Quando le cose vannno bene io sono in grado di guidare una moto". Un messaggio neanche tanto subliminale al suo Team al quale ha sbattuto il faccia il suo talento, come si fa quando si dà una forte pacca sulla spalla ad un caro amico per risvegliarlo dal suo torpore.

Aveva già vinto a Jerez e aveva esordito la stagione in Qatar con un secondo posto. Poi era un po' sparito, Andrea, intrappolato dai problemi di messa a punto della sua Suter.

In seconda posizione ha chiuso un temerario Marc Marquez, autore di un'interminabile lotta col coltello fra i denti. Impressionante vedere la sua determinazione, nonostante la stazza esile del suo fisico minuto: è la tempra del vero campione.

"E' stato un week end difficile - ha detto lo spagnolo - ma va bene questo secondo posto in un circuito che per me è sempre stato ostico. E' stata una gara dura ma anche divertente".

E il suo manager Emilio Alzamora nel frattempo commentava "questo mi farà morire!".

Amaro in bocca, ma fino ad un certo punto, per Stefan Bradl, terzo, che di sicuro in una vittoria ci aveva prima creduto e poi sperato.

"E' stata una gara difficilissima - ha ammesso il tedsco - c'erano un sacco di ragazzi fortissimi oggi. Andrea era velocissimo, ma comunque sono contento di questo risultato. All'ultima curva avrei voluto passare Marquez ma non ce l'ho fatta. E' un momento molto strando del campionato". Forse il tedesco alla fine ha preso in mano la calcolatrice: conservare i 16 punti di un terzo posto, in questo momento sarebbe stata la scelta migliore.

Dispiace per Alex De Angelis, scalzato dai tre gradini del podio e giunto in quarta posizione.

"Come si vede in televisione - ha detto con visibile rammarico - quando sono in scia agli altri non guadagno neanche un metro, quando gli altri sono in scia a me mi passano di continuo, ed è veramente un peccato. La moto è a posto, le gomme vanno benissimo, non ci manca niente tranne la velocità e il motore. Ho dato ad inizio anno alla squadra delle indicazioni sia per il setup che per il motore, che è uguale per tutti; ciclisticamente la squadra  mi ha seguito invece per il motore dobbiamo aspettare aggiornamenti che arrivano da fuori. Non posso pensare di poter puntare alla classifica. Il terzo posto è importante ma mi piacerenbbe poter lottare per vincere le gare".

Ora la classifica del mondo vede in testa Bradl con 183 punti, seguito da Marquez a 43 lunghezze. De Angelis è terzo con 95 punti e in quarta posizione ci sono Iannone e Corsi a parimerito con 91 punti.

Così gli altri italiani: Corsi 9°, Pasini 11°, Corti 14°, Pirro 18°.

La gara. Quando si spegne il semaforo, scatta bene Marquez dalla pole ma perde qualche metro subito dopo. Lo spagnolo è costretto a forzare la staccata della prima curva per cercare di tener testa a Bradl che sta impostando la propria traiettoria, rischiando così di fare un disastro con lo stesso.

Al primo giro transitano dalle fotocellule Bradl, De Angelis, Luthi, Marquez e Iannone. Al quarto giro i più veloci sono Bradl (2'03”005) e Iannone (2'03”020), e infatti è proprio Iannone a scavalcare Marquez e De Angeis e a portarsi in seconda posizione all'inseguimento di Bradl.

Al quinto giro Iannone inizia a fare sul serio registrando il miglior giro in pista (2'02”797): tre decimi e mezzo lo separano da Bradl ma il pilota di Vasto (partito dalla quinta casella) inizia la consueta rimonta mettendo nel mirino il tedesco. Ma al sesto giro De Angelis attacca Iannone e gli porta via il secondo posto; quasi subito anche Marquez gli si mette in scia e Iannone perde due posizioni. Dietro: Luthi, 5°, poi Aleix Espargaro e Corsi (7°). All'ottavo giro Marquez 'innesca il turbo' e decide di non lasciare Bradl da solo nella conduzione della gara, nel frattempo Iannone restituisce il 'favore' a De Angelis passandolo nuovamente.

Siamo al giro di boa della gara e il gruppo di 5 torna compatto: Bradl, Marquez, Iannone, De Angelis e Luthi (come nelle migliori barzellette: un tedesco, uno spagnolo, un italiano, un sammarinese e uno svizzero!). Al 12° giro Iannone passa Bradl e si porta in testa ma la risposta degli altri arriva istantanea. Luthi è l'unico che forse fa un po' da spettatore nelle 'sportellate' che si danno nel frattempo Alex de Angelis con Marquez nei cambi di direzione.

A 5 giri dalla fine la micidiale pattuglia in perfetto stile 'dobbiamo stare vicini vicini' sfreccia in totale bagarre a ruota libera in un gioco dove vale tutto: sorpassi in interno, in esterno, ginocchiate, carenate, gesti e sguardi. Negli ultimi due giri, i fuochi d'artifico: quattro piloti tutti insieme sul primo gradino del podio non ci stanno, Luthi li guarda a breve distanza.

Molte le scivolate: Krummenacher a terra al primo giro, alla curva 7, Pol Espargarò, Jules Cluzel, Neukirchner, Bradley Smith, Hernandez, Morales, Baldolini e Lorenzetti

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