Hopkins: "Non dovevo essere qui!"

All'americano di origini inglesi i medici avevano consigliato il ritiro dalle gare


Oggi sarà sicuramente protagonista, visto quello che ha fatto vedere nelle prove, quando è stato spesso il più veloce, conquistando alla fine la Superpole.

"Sono al settimo cielo in questo momento - ha detto John "Hopper" Hopkins - e non solo per la Superpole conquistata ma soprattutto perché sono qui a correre quando molti medici mi avevano consigliato di ritirarmi a causa del polso".

Già perché John Hopkins, ventotto anni, californiano, ha ricominciatopiù volte la sua carriera iniziata a livello internazionale nel 2002 quando ha debuttato nel Mondiale GP con la Yamaha Red Bull per passare poi alla Suzuki e, quindi, alla Kawasaki. In quella categoria ha disputato 112 gran premi, con il miglior risultato in Qatar nel 2007, quando finì quarto con la Suzuki. Passato in Kawasaki ha vissuto la "chiusura" del team giapponese alla fine del 2008.

La sua seconda partenza avviene nel 2009 a Valencia  quando debutta in Superbike per sostituire Robby Rolfo sulla Honda del team Stiggy.  Dopo aver conquistato punti nella gara di esordio, cade nelle prove di Assen procurandosi una brutta frattura al piede. La riabilitazione è lunga ma lui è tenace e torna a Donington dove finisce ottavo ma il problema fisico si prolunga e lui deve arrendersi (anche per i problemi che affliggevano il team).

Nuova avventura in America nel campionato AMA 2010 dove non brilla particolarmente e accusa un altro problema fisico questa volta al polso.

Quest'anno trova una guida nel BSB con la Samsung Crescent Racing che gli affida una delle sue Suzuki e con la quale è, al momento, in seconda posizione nel campionato alle spalle di Shane Byrne. Ha già vinto a Oulton Park ed a Snetterton.

"La squadra ha lavorato incredibilmente per me. La moto sembra davvero soddisfare il mio stile di guida e il capo meccanico ha realizzato un motore fantastico. Senza il supporto diretta della Casa abbiamo lavorato in autonomia e questo ci ha permesso di avere questo risultato".

Questa ultima frase sembra un diretto riferimento al team Alstare Suzuki che ha il supporto diretto ma che è condizionato nelle scelte tecniche.

"Oggi sarà un po' più difficile - conclude Hopkins - perché con i pneumatici da gara giriamo un po' più lenti, ma abbiamo potuto verificare e dimostrare che con uno dei due a disposizione siamo in grado di girare in 2'04" alto".

Biaggi e compagnia sono avvisati...

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