Ammaccatissimo, Jorge Lorenzo, dopo le qualifiche, si muove a fatica, si alza a fatica, si gira a fatica. Però, la moto è la sua protesi: in sella alla sua Yamaha, fa davvero ciò che vuole. Oggi pomeriggio, in qualifica, ha sommato la bellezza di trentacinque giri, e messo a segno un tempo che nemmeno lui immaginava. Non ha battuto nessun record, perché i piloti – tutti – hanno viaggiato a ritmi più lenti dell'anno scorso (e nessuno di loro sa spiegarsi il perché, visto che l'asfalto non è peggiorato ed i pneumatici – afferma la Bridgestone – sono gli stessi) però è stato comunque imprendibile per tutti.
“Quando sono caduto, per qualche istante ho pensato: ecco, il week-end è bello che andato. Dopo un minuto, ho iniziato a recuperare... non mi aspettavo di essere così veloce, il pomeriggio. Ho usato farmaci, e la situazione è risultata buona: sentivo dolore solo in alcune curve, e un po' nei cambi di direzione”.
Se già normalmente è difficile, il sabato, intuire cosa potrà succedere la domenica, ancora di più lo è quando si è pieni di contusioni e di lividi. “Non lo so. Però, nonostante le condizioni non perfette, non mi tiro indietro: proverò ad esserci, per la vittoria”.
Il passo di Jorge è molto buono: Stoner è sceso 4 volte sotto il tempo sul giro di 1'22, e Pedrosa ci è risucito 4 volte, Jorge lo ha fatto per 19 tornate. “Quello che mi conforta - dice il campione del mondo in carica - è che a quel passo ci arrivo molto, molto rapidamente”. E considerando che Lorenzo, più di altri, sa conservare i pneumatici per le battute finali, il suo stato di forma – e quello della M1 – sembrerebbero davvero capaci di tenere a distanza qualuque avversario. Se non fosse per le botte buscate alla curva cinque.