La griglia di Laguna Seca si è decisa in 60 minuti veramente scottanti, nulla a che vedere col tranquillo turno della mattina.
Jorge Lorenzo, dopo il terribile highside di cui è stato vittima alla prova della partenza dopo il turno della mattina, è sceso in pista dolorante nel pomeriggio californiano e ha approcciato la sua Yamaha M1 con una camminata simile a quella dell'uomo sulla Luna, che così bene gli riesce per gioco. Ma in questo caso un gioco non era. Lo spagnolo preso in cura dal Dottor Costa, ha infatti riportato una forte contusione all'anca destra che non gli ha impedito però di conquistare, oggi, la sua seconda pole position stagionale, la prima è quella del Portogallo. Lo spagnolo è stato veloce e consistente fino dall'inizio del turno ma il tempo l'ha fatto al suo 35° e ultimo giro: 1'21"202.
“Mi aspettavo che il dolore che ho alla spalla e alla gamba fosse più forte sulla moto - ha detto al parco chiuso lo spagnolo - perché la caduta di questa mattina è stata terribile. Sono fortunato perché domani posso correre, e la pole di oggi è stata sorprendente".
Una Yamaha M1 in gran forma che sta indubbiamente mettendo pressione all'intero squadrone Honda, con cui nella seconda metà del mondiale Jorge si sta contendendo il titolo.
In seconda posizione in griglia partirà Casey Stoner, che si è infilato al suo 29° e ultimo giro a soli 72 millesimi di distacco. Ma l'australiano non è contento.
“Qui è molto importante partire dalla prima fila - ha dichiarato a caldo - e non sono contento. Non digerisco le gomme dure, abbiamo provato a fare diverse cose ma non riesco a fare andare la moto nella direzione che voglio io, questo mi complica le cose perché mi rendo conto che siamo più indierto rispetto a Lorenzo, questa non è la moto con cui posso fare quello che voglio”.
A chiudere la prima fila Dani Pedrosa, con un distacco di 183 millesimi. Lo spagnolo ai microfoni ha mantenuto un profilo basso.
“Sono contento della prima fila - ha dichiarato a fine turno - ma abbiamo ancora problemi sul posteriore”.
Ottimo il 4° posto di Ben Spies, che parte primo della seconda fila sul circuito di casa. Il texano, che ha chiuso con un distacco di 376 millesimi, ha perso il controllo della sua M1 a 5 minuti dalla fine, quando la sua Yamaha si è infilata sotto gli air fence di protezione. Per fortuna nulla di grave.
Bene anche Marco Simoncelli, 5°, che è riuscito a mettere dietro proprio alla fine del turno Andrea Dovizioso, sesto.
Partirà dalla terza fila Valentino Rossi, settimo, che al suo 33° e ultimo giro ha concluso le sue qualifiche con un ritardo di 1"033. Un leggero miglioramento quindi per il nove volte Campione del Mondo, che su questo tracciato ha lasciato la sua impronta con epiche gesta di cui tutti hanno memoria. E finalmente Rossi è tornato, fra l'altro, ad essere il primo pilota Ducati...
Ottavo Barberà e nono Hayden. L'americano è scivolato a 17 minuti dalla fine del turno quando alla curva 9, detta curva Rainey, la sua Ducati ha 'perso l'anteriore'. Kentucky Kid ha attraversato baldanzoso il circuito alla bersagliera ed è corso ai box, per risalire sulla seconda moto 3 minuti dopo.
A seguire Crutchlow 10° e Edwards 11°. Poi Bautista, anch'egli scivolato a 25 minuti dalla fine; la sua Suzuki ha 'perso l'anteriore' alla curva 3 mentre lo spagnolo era 8°.
13° Abraham e 14° Aoyama.
Gran botta per Randy De Puniet su Ducati Pramac a 37 minuti dalla fine. Il francese è rimasto a terra dolorante riportando una sospetta frattura alla schiena. Ha chiuso con un 15° posto in griglia, che a questo punto non è confermato che potrà occupare.
A chiudere la griglia: Capirossi, Elias e Bostrom (quest'ultimo per la cronaca a -4"089).