Germania: il Bello, Il Brutto e il Cattivo

Pedrosa decolla, Rossi precipita. Lorenzo beffa Stoner e adesso è a -15


Gran premio pazzo quello della Germania, Pedrosa resuscita e Valentino sprofonda fra i dubbi. Lorenzo e Stoner continuano la loro guerra privata, mentre il Dovi e Sic guardano lo spettacolo da lontano. A darci un po’ di conforto rimane De Angelis in Moto2. E la 125? Meglio spegnere il televisore quando si sentono i 2 tempi e andare a prendere un aperitivo, altrimenti ci si strugge ricordando il passato.

Piloti e squadre della MotoGP prendono armi e bagagli in direzione Laguna Seca, mentre i fratellini delle classi minori possono andare in vacanza con una settimana d’anticipo.

IL BELLO – Pedrosa è fragile: nel fisico – si rompe sempre quando cade – nell’animo – ha pensato al ritiro dopo l’ultimo infortunio. Lui cosa fa? Tiene aperto il gas e con il rombo della sua RC212V mette a tacere tutti sotto la bandiera a scacchi. Il campionato è ormai un miraggio ma Dani ha dimostrato di essere tornato in splendida forma. Bravo, bene, 10+.

IL BRUTTO – Vedere Rossi partire penultimo non è bello, ma vederlo ammettere di navigare a vista per cercare una soluzione è ancora peggio. Le attenuanti cominciano a scarseggiare e lottare con Bautista non può essere motivo d’orgoglio. GP11 o GP11.1? L’importante è prendere una scelta definitiva, i miracoli sono roba di Lourdes non di un campionato del mondo di motociclismo.

IL CATTIVO – La Brigestone finalmente cambia idea e porterà più gomme, fra cui una extra soffice adatta alle basse temperature. Meglio tardi che mai, ma quanti piloti dovevano cadere ancora prima di decidersi? I costruttori di carene possono ringraziare la casa giapponese, i piloti un po’ meno.

LA DELUSIONE – Il migliore italiano nelle tre classi al Sachsenring è stato un sanmarinese. Un bravo a De Angelis, che adottiamo volentieri per riuscire a festeggiare almeno un terzo posto. In 125 il primo dei nostri è 17°, in Moto2 8°, in MotoGP conta solo il podio e lì non ci siamo. L’epoca d’oro sembra lontana, ma senza investimenti sui giovani si rischia di sprofondare in un baratro senza fondo.

Alvaro Bautista precede le due Ducati di Hayden e RossiLA SORPRESA – Metti un pilota che ha vinto un titolo del mondo in 125 cinque anni fa, anche se non se lo ricorda più nessuno. Una moto che sembra non essere cambiata di una virgola dal 2010, e non che fosse una scheggia la scorsa stagione. Una squadra famosa ormai solo per le ombrelline vestite da poliziotte americane. Cosa ottieni? Un settimo posto davanti ai due ufficiali Ducati, che probabilmente spende in un anno in sviluppo quello che a Suzuki basta per un lustro. Non è sempre Natale, ma domenica quelli vestiti di rosso erano dietro.

L'ERRORE – Se vuoi vincere il campionato devi arrivare davanti al tuo più diretto avversario. Punto. Farti superare all’ultima curva non va bene, vero Casey? Di nuovo  all’ultimo giro, come al Mugello con Dovizioso. Errare è umano, perseverare…

LA CONFERMA – Il Mondiale è una corsa a due: Stoner e Lorenzo. Se non li buttano giù sono sempre sul podio e la maggior parte delle volte infliggono distacchi imbarazzanti agli avversari. Pedrosa può ancora mettere loro i bastoni fra le ruote, per Dovizioso e Simoncelli urge quanto prima il salto in avanti decisivo o batterli sarà impossibile.

IL SORPASSO – Ultimo giro, ultima curva e Lorenzo buca Stoner. Mette le ruote fuori dalla traiettoria e quando spalanca il gas il posteriore non lo tradisce. Un coraggio ripagato: 4 punti in meno dalla vetta.

LA CURIOSITA' – Zarco e Faubel vincono entrambi la 125, ma sul gradino più alto del podio c’è posto solo per uno. Il giro veloce in gara è dello spagnolo e così il primo posto. Non è la prima volta: 2004, Qatar, Lorenzo e Dovizioso fanno la stessa cosa e anche lì è la Spagna a festeggiare. Visto dove corrono i due adesso, speriamo che l’arrivo in fotofinish sia di buon auspicio per la coppia di piloti dell’ottavo di litro.

IO L'AVEVO DETTO –Ad Assen e al Mugello siamo stati condizionati dalla pioggia e non abbiamo avuto abbastanza tempo per mettere a posto la moto”. In Germania tre giorni di sole. No Valentino, il problema non era solo quello.

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