Dalla pista amica forse Marco Simoncelli si aspettava di più del quinto posto, ma un risultato positivo è una bella iniezione di fiducia per il pilota del team Gresini che troppe volte in questa stagione ha visto scomparire davanti agli occhi, come un miraggio, podi e piazzamenti.
“Dagli sbagli si impara” commenta con un sorriso sulle labbra “o almeno lo spero”. Non si è ancora tolto la tuta di pelle e il sudore che gli imperla la fronte vale più di mille parole per descrivere una gara faticosa sotto il sole della Toscana.
Hai tagliato il traguardo a meno di un decimo da Spies, il quarto posto era a portata di mano.
“E’ stata una buona gara, ma con questo caldo il pneumatico posteriore scivolava molto fin dall’inizio. Alla Bucine e al Correntario soprattutto, non riuscivo a chiudere la traiettoria e dovevo tenere la moto molto piegata. Ho cercato di stare davanti a Ben entrando stretto in curva, ma lui ha fatto meglio di me”.
Nel giro di allineamento la tua moto si è spenta, qual è stato il problema?
“In quel momento la moto era in folle, devo avere sfiorato la leva del cambio, è entrata una marcia è la moto si è spenta. Ho spinto e l’ho riaccesa, con la nuova frizione non è troppo difficile”.
Il bilancio di questo fine settimana è quindi positivo?
“Assolutamente, dobbiamo ancora migliorare ma direi che siamo sulla strada giusta. La cosa divertente è che nelle gare più combattute arrivo sempre al traguardo mentre in quelle più tranquille, dove è possibile gestire i distacchi, combino sempre qualcosa”.
Sei sceso in pista condizionato dall’errore di Assen?
“Un po’ sì, lo ammetto, ho fatto funzionare il cervello e ho pensato soprattutto ad arrivare in fondo”.
I tifosi italiani hanno fischiato e insultato Lorenzo sul podio, cosa ne pensi?
“Sarebbe meglio non sentire questi cori, non è stato bello per me quando è successo a Barcellona e non è stato bello per Jorge oggi. Tutti i piloti che scendono in pista meritano un applauso, al limite è meglio stare zitti”.