Stoner vola in testa al mondiale

A Silverstone quarto centro dell'australiano davanti al Dovi. Out Lorenzo e Sic, Rossi 6° a un minuto


Casey Stoner sta diventando sempre di più il dominatore del mondiale MotoGP: il canguro mannaro ha centrato in una bagnatissima Silverstone la quarta vittoria in sei gare, la terza consecutiva. La HRC, a questo punto, gongola: non viveva momenti così dal 2003, quando a mietere vittorie in sequenza sulla RcV c’era Valentino Rossi.

Grazie al successo inglese, l’australiano (che al via ha avuto un piccolo problema con la visiera del casco, che si è appannata, facendolo un po’ innervosire) si è preso la rivincita di Jerez: in Spagna, a inizio anno, il più bravo di tutti sull’acqua era stato Jorge Lorenzo, mentre l’australiano era stato buttato giù dall’errore di Rossi in frenata alla prima curva. A Silverstone i ruoli si sono invertiti: a segnare uno 0 nel tabellino dei punti questa volta è stato proprio il maiorchino, che però non può prendersela con nessuno, se non con se stesso. Jorge è stato sbalzato dalla moto in accelerazione, un high side che lo ha messo fuori gioco mentre aveva nel mirino la seconda posizione detenuta da Andrea Dovizioso, durante il nono giro.

Un risultato che dà una scossa al mondiale, con Stoner che passa al comando a quota 116, a più 18 da Por Fuera, fermo a 98. Terzo sale Dovizioso a 83, grazie al secondo posto. Al trionfo della HRC va infatti aggiunta anche la piazza d’onore del Dovi, come sempre concentrato e molto intelligente a gestire la gara. “Oggi era facile commettere errori perché le condizioni della pista erano veramente al limite, c’erano tante pozzanghere – ha detto il forlivese appena sceso dalla moto – Ho fatto una gara bellissima, noi in gara ci siamo. Sempre”.

La Honda avrebbe potuto addirittura monopolizzare il podio, tanto per far capire, se ce ne fosse ancora bisogno, che la Rc212V è imbattibile in ogni condizione. Marco Simoncelli, ormai da diverse gare a un passo dal podio, ha però dovuto fare i conti con un’altra disavventura. Questa volta ci si è messa una pozzanghera che lo ha tradito alla staccata della prima curva. Perso l’anteriore, non c’è più stato nulla da fare e il romagnolo si è ritrovato per terra. “Scoccia, e tanto – ha spiegato un deluso Simoncelli - perché fossi caduto per un azzardo, mentre stato tentando un sorpasso o che… ma ero cauto, stavo attento… Peccato, ce n’è sempre una!”.

La caduta di LorenzoIl nono giro è stata una tornata maledetta per la Yamaha, che pochi secondi prima della caduta di Lorenzo aveva visto “demolita” anche la M1 di Ben Spies, in quel momento quinto e in lotta con Edwards, poi salito eroicamente sul podio, una settimana soltanto dopo la frattura alla clavicola rimediata a Barcellona. Texas Tornado è sceso dalla moto piegato dal dolore, ma felicissimo per aver regalato il podio al team di Hervé Poncharal, che appariva in ginocchio di fronte all’altro infortunio capitato ieri a Cal Crutchlow, assente proprio nella gara di casa.

Nicky Hayden, autore di un “lungo” nei primi giri, ha tentato di ricucire il distacco da Edwards e provare ad agguantare il podio, ma si è dovuto accontentare del quarto posto. In ogni caso, l’americano in questo weekend è stato nettamente il migliore tra i piloti Ducati.

Valentino Rossi, partito 13° e ritrovatosi ultimo alla prima curva dopo una brutta partenza, è alla fine riuscito a capitalizzare al massimo un weekend disastroso: con 12 moto arrivate al traguardo, considerate le premesse il pesarese ha colto un sesto posto d’oro, anche se a oltre un minuto da Stoner. Paradossalmente, Valentino può guardare ad Assen col sorriso: i 10 punti raccolti lo innalzano al quarto posto in classifica davanti a Pedrosa. A questo punto bisognerà però capire cosa è veramente successo a Silverstone per fare in modo che tutto ciò non accada ad Assen e al Mugello, per riprendere il trend positivo interrotto bruscamente in Inghilterra.

Rossi ha preceduto la Ducati di Abraham e la Honda di Toni Elias, al miglior risultato stagionale con l’ottavo posto. Decimo Loris Capirossi davanti a Barbera e al compagno di squadra De Puniet.

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