125 Vs Moto3, l'analisi

Il primo confronto diretto tra le due categorie è stato fatto al CIV


Approfittiamo del primo confronto ufficiale nel quale era impegnata la Moto3, per cercare di fare il punto sull’aspetto tecnico e prestazionale dei nuovi prototipi che dal 2012 sostituiranno la classe 125GP nel Motomondiale.

In occasione della gara di domenica scorsa a Misano Adriatico che inaugurava il CIV 2011, le due Ioda TR001 prodotte da Giampiero Sacchi e portate in pista da Pontone e Stirpe, e la Moriwaki potenziata ORAL guidata da Zanella, si sono trovate infatti faccia a faccia con le ben più prestazionali “cugine” 125 2T.

Come già ampiamente risaputo, il nuovo regolamento tecnico prevede la sostituzione dei motori  monocilindrici di 125cc 2T sempre  con dei monocilindrici, ma di 250cc a 4T; questa non è comunque l’unica differenza come ad esempio il peso moto-pilota che nel primo caso è fissato in 136 kg, mentre per la Moto3 è di 148 kg.

Delle “tre Moto3? in pista, al termine del week end di gara è giunta al traguardo soltanto quella di Armando Pontone;  ma cerchiamo di analizzare il confronto in pista.

Iniziamo dalle prove: in entrambi i turni ufficiali di qualificazione del sabato, la miglior prestazione cronometrica è stata fatta segnare da Alessandro Giorgi in sella all’Aprilia del Team VTR con 1.46.222 – che poi gli è valsa la pole position – durante la mattina e 1.46.269 nel pomeriggio.

Negli stessi  turni di qualificazione,  Pontone ha risposto con un tempo di 1.49.890 nella prima sessione e un 1.48.859 nel secondo, pagando mediamente 3.6 secondi su 4.266 metri di tracciato.

Anche in termini di velocità massima le cose non sono andate meglio: Antonelli in entrambi i turni è stato il più veloce con oltre 197 kmh ai quali Pontone ha risposto con 186 kmh.

In questo caso c’è inoltre da specificare che la massima velocità rilevata dai cronometristi non coincide con quella reale raggiunta dalle moto che viene misurata in un’altro punto del tracciato, velocità  che per le ottavo di litro supera i 220 kmh, ed è facilmente intuibile che in quello stesso punto il delta tra 125 e Moto3 sarebbe stato ancora più grande.

Ma il fatto inconfutabile è che nei 10 giri secchi sui quali si è corsa gara due – dopo l’esposizione della bandiera rossa la gara si è disputata non su somma dei giri ma come totalmente nuova -, la Ioda guidata da Pontone ha sommato un ritardo di 40.893 secondi dal vincitore  Popov, oltre quattro secondi al giro che, se rapportati alla lunghezza effettiva della corsa che doveva essere di 17 passaggi, avrebbe portato il pilota campano a tagliare il traguardo dopo ben oltre un minuto dal primo.

Tutto ciò senza considerare che, pur segnando un ottimo passa in gara, il pilota della Repubblica Ceca non ha certamente girato con tempi in linea al record della pista.

L’analisi che si può fare alla luce di questo primo confronto lascia quanto meno spazio ad alcune perplessità.

E’ chiaro che lo sviluppo delle nuove Moto3 è lungi dall’essere al top e che anzi  il fatto che Pontone sia arrivato al traguardo senza problemi tecnici è comunque segno di una certa affidabilità, ma cosa accadrà su piste come il Mugello o Monza che ospiterà il CIV il prossimo 1 maggio?

Il lunghissimo rettilineo toscano – 1141 metri – e il doppio rettifilo che va dalla “Ascari” passando per la   “pelatina” della  parabolica sino ad arrivare alla prima variante di Monza, metteranno sicuramente alla frusta il monocilindrico 250cc 4T, ma  questo avremo tempo di verificarlo più avanti.

Più secca la disquisizione sulla propedeuticità della nuova classe relativamente alla crescita di nuovi piloti.

Girare 5/6 secondi più lenti sulle piste del mondiale – prevedibilmente questi saranno i distacchi – aiuterà a crescere i piloti di domani? Velocità inferiori, sia massime che di percorrenza in curva, aiuteranno a garantirgli pulizia di guida e sensibilità. Sicuramente quando in pista ci saranno soltanto Moto3, lo spettatore non si renderà conto di queste differenze e lo show sarà salvo …  ma i piloti?

Bhe, nel loro futuro ci sarà la Moto2 ad attenderli, altro surrogato di una vera moto da corsa: la 250cc

Tornado alla tecnica, la Ioda TR001 utilizza un motore di derivazione  enduristica prodotto della TM, presumibilmente senza cambio estraibile, telaio dedicato, sospensioni Ohlins e scarico Arrow; la stessa moto funge anche da laboratorio per lo sviluppo della CPU Dell’Orto, che nel 2012 sarà fornitore unico per il Motomondiale, fatto per cui è pensabile che anche a Misano le prestazioni del motore siano state limitate ai 14.000 giri regolamentari.

Cosi come ammesso dallo stesso Giampiero Sacchi, il costo della moto si aggirerà intorno ai 45.000 euro, circa la metà rispetto ad una Aprilia 125 RSA.

Molta attesa c’è invece per la presentazione alla stampa del nuovo gioiello Honda che, i bene informati, danno come organizzata in occasione del GP di Catalunya a Barcellona, dopo l’annullamento della trasferta di Motogi per i noti eventi post terremoto.

Speriamo che la creatura della Casa dell’Ala  sappia portare quei contenuti tecnici in più che permettano a noi tutti, o almeno in parte, di non rimpiangere troppo gli oltre 50cv delle ottavo di litro a 2T.

 

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