Hopper: lascio l'alcol per la benzina

Hopper si racconta: l'alcol, la depressione, il divorzio. E il ritorno alle corse

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John Hopkins è tornato. Solo per questa volta, purtroppo, perché a noi appassionati è mancato moltissimo. Giovedì scorso è salito su un aereo che l'ha portato a Jerez per far  correre quell'unica Suzuki della MotoGP, rimasta priva di pilota.

Era un po' che non lo vedevamo su una moto, per l'esattezza da tre anni, quando nel 2008 correva sulla Kawasaki MotoGP all'alba della sua totale debacle. Sua e della Kawasaki.

Ci sono piloti che rimangono marchiati a caldo sul cuore degli appassionati più veri nonostante l'assenza di titoli mondiali nei loro palmares; 'Hopper' (cavalletta) è un tipo fatto di quella pasta, un po' come Colin Edwards o Gary McCoy, di quelli che non ami perché fanno i piloti ma perché sono piloti.

Animali da pista genuini, intrisi di follia e debolezza, che ci fanno godere con il loro stile inconfondibile fatto di gomiti sul cordolo, impennate verticali e derapate fumanti.

Tre anni fa la vita di questo ventisettenne angloamericano è collassata di botto facendolo sparire dalle scene. All'inizio della stagione 2008, John possedeva una bella carriera nel Motomondiale, una vita agiata e un matrimonio felice con la bella Ashleigh. Poi uno sponsor importante abbandonò la Kawasaki su cui correva. E la Kawasaki a sua volta abbandonò lui, fedele al comandamento delle corse. Funziona così.

Le numerose cadute in pista e i conseguenti infortuni sono stati solo una parte della ben peggiore caduta di Hopper nel baratro dell'alcol, che John soleva utilizzare per diluire i fortissimi dolori del corpo e dell'anima. La voragine dell'autodistruzione lo accolse avida dentro di sé lasciandolo precipitare sempre più in basso.

“Il dolore per quello che stavo vivendo era più forte della vita stessa – ha raccontato – e avevo solo voglia di sparire. Quando correvo non bevevo, ma appena tornavo a casa mi ubriacavo di continuo e ho demolito così tutta la mia vita”.

John Hopkins oggi sembra il fratello bravo di se stesso. Gli occhi vispi come non mai, la voce calma e serena, il sorriso abbagliante dalla dentatura posticcia, sostituita qualche anno fa all'originale, rimasta impiantata sull'asfalto del Sachsenring.

“Oggi mi sento bene. Ho chiuso con l'alcol da 17 mesi, non tocco più nemmeno un bicchiere e a questo punto penso di esserne uscito. Mi sono dedicato allo sport,  alla mountain bike e al paracadutismo, e quando ti lanci da un aereo non puoi certo farlo da ubriaco”.

E' bello rivederti in pista, John. Lo sai che hai tantissimi tifosi che ti amano? I motociclisti italiani sono pazzi di te.

“Lo so, perché quando stavo male li ho sentiti, che mi erano vicini. Vorrei che sapessero che ho apprezzato molto e che li ringrazio”.

Com'è risalire su una MotoGP dopo oltre due anni?

“Sono molto dispiaciuto per come sono rientrato, cioè per sostituire Alvaro Bautista che si è rotto il femore. Per fortuna adesso ha un mese di tempo per riprendersi e all'Estoril ci sarà”.

E poi sorride...

“...Ma questo nelle corse è normale, sai quanti hanno preso il posto mio quando mi sono fatto male? In Qatar la Suzuki mi aveva chiamato per un servizio fotografico e lì ho capito che volevo riprendere a correre; voglio riprendere a vivere perché è questa è la mia vita: ho sostituito l'alcol con la benzina. In questi anni ho guidato solo qualche moto stradale ogni tanto facendo pochi chilometri e non è facilissimo guidare una GP così. Questa Suzuki è migliorata molto rispetto a quella su cui correvo nel 2007 e sto facendo le cose passo per passo, a caccia del limite”.

A parte la gara di Jerez, riuscirai a fare altre gare?

“Stiamo cercando uno sponsor per farmi correre con Suzuki come wild card in altre gare, come a Indianapolis, a Laguna Seca e spero in tante altre”.

Con una moto tutta tua?

“Sì, con una terza e quarta moto Suzuki”

Dove vivi oggi?

“Lo scorso anno ho preso una casa a Miami”. (una casa da 5 milioni di euro, riportano le agenzie ndr)

Gli guardo la mano sinistra nella quale al posto della fede ha un tatuaggio. Come va la vita sentimentale? So che tu e tua moglie Ashleigh vi siete lasciati...

“Sì, ci siamo lasciati un anno fa. Mi è dispiaciuto moltissimo perché avevamo in mente di fare un bambino e formare una famiglia. Io ero pronto per avere un figlio ma non siamo riusciti a metterci d'accordo sul dove stabilirci. Lei è inglese e ha i genitori lì, io sono americano e preferisco vivere a Miami, al caldo. Peccato, mi sarebbe piaciuto molto avere la mia famiglia, ci abbiamo provato in tutti i modi ma alla fine abbiamo capito che nonostante il sentimento che ci legava, guardavamo in direzioni differenti”.

Hopper oggi è la bella copia di se stesso. Decido di fargli una foto per ricordarmelo così in questa inedita versione: dolce, calmo e romantico. Come lo punto con l'obiettivo, lui prende prontamente il berretto dello sponsor e se lo caccia in testa con un gesto furtivo.

Nel monitor della piccola fotocamera digitale però non c'è traccia del nuovo Hopkins. Ma c'è quella faccia matta di Hopper con gli occhi vispi, gli orecchini e il suo sorriso da faina.

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